barocettore
Recettore per la sensibilità alla pressione. I valori della pressione arteriosa sono mantenuti costanti da un insieme complesso di meccanismi che agiscono sul cuore, sul volume ematico e sui vasi sanguigni. I meccanismi di regolazione della pressione arteriosa sono distinti in meccanismi di regolazione a breve e a lungo termine. La regolazione a breve termine (minuti/ore) è mediata prevalentemente dai barocettori, quella a lungo termine (giorni/settimane) da meccanismi che agiscono sul volume dei liquidi extracellulari. I barocettori sono meccanocettori sensibili alla distensione della parete vasale o cardiaca (sono quindi recettori di stiramento) e rispondono meglio alla velocità della distensione della parete che al grado assoluto di distensione. Anatomicamente, si tratta di terminazioni nervose libere che si ramificano nella parete dei vasi localizzati nel compartimento arterioso del sistema circolatorio (arco dell’aorta e seno carotideo, ventricolo sinistro). Le fibre afferenti raggiungono il ganglio nodoso o il ganglio petroso e quindi il nucleo del tratto solitario, che fa parte di un sistema complesso di centri nervosi bulbopontini che comprende il nucleo dorsale del vago e il nucleo ambiguo (nuclei parasimpatici in passato noti come centro cardioinibitore) e i nuclei bulbopontini ventrolaterali caudali e rostrali, nuclei simpatici che influenzano la muscolatura liscia dei vasi periferici (noti in passato come centro vasomotore). I circuiti attivati dai barocettori sono la base dei riflessi barocettivi, la cui funzione può essere ben compresa dal seguente esempio: l’incremento della pressione aumenta la frequenza di scarica delle fibre nervose; gli impulsi avviati ai centri descritti sopra attivano il nucleo ambiguo, o centro cardioinibitore, e inibiscono il centro vasomotore (che causa vasocostrizione), determinando vasodilatazione. Quindi, gli impulsi originati dai barocettori in risposta all’aumento pressorio attivano la scarica parasimpatica diretta al cuore (diminuendone la frequenza e la forza di contrazione) e riducono la scarica simpatica diretta alla muscolatura delle arteriole (determinando vasodilatazione): l’effetto netto finale è l’abbassamento della pressione arteriosa. Il contrario si verifica in caso di riduzione della pressione arteriosa.