BAROMETRO ECONOMICO
. Dalle varie azioni svolgentisi in un mercato molte determinano effetti ì quali si manifestano, non immediatamente, ma in un tempo avvenire; e gli operatori che compiono tali atti tengono conto (o meglio, dovrebbero tener conto) non solo delle condizioni presenti, ma anche delle condizioni future del mercato. Pertanto molte azioni economiche richiedono, per essere effettuate, delle previsioni economiche, dei giudizî su future posizioni: e la necessità di tali previsioni è molto più risentita nell'economia capitalistica che in forme economiche anteriori.
Gli uomini economici ipotizzati dall'economia pura, si suppongono spesso conoscitori delle condizioni presenti e prossime future del mercato, ma in realtà, molti fra gli operatori agiscono senza rendersi conto esplicitamente che gli effetti dei loro atti saranno, in parte forse considerevole, futuri, e senza razionali induzioni intorno alle situazioni avvenire del mercato. Sono dunque frequenti le previsioni infondate, smentite dalla posteriore realtà, le quali adducono a errori economici, cioè ad applicazioni di ricchezza e di servizî produttivi diverse da quelle che avrebbero recato il massimo di utilità o di produttività e che si traducono quindi in perdita. Gli errori dovuti a previsioni sbagliate non avvengono, però, a caso; se si potessero conoscere tali errori nella dimensione e nel loro segno aritmetico (positivo o negativo) per un dato mercato e per successivi spazî di tempo, si troverebbe che essi in un dato spazio di tempo non si distribuiscono secondo la legge degli errori accidentali; ma che vi sono epoche, fasi, in cui prevalgono gli errori positivi e altre in cui prevalgono gli errori negativi. Si hanno, cioè, epoche in cui gli operatori tendono ad essere troppo ottimisti e altre in cui sono troppo pessimisti; le tendenze psicologiche sono contagiose nel mondo degli affari.
Gli errori di previsione producono effetti generalmente dannosi e non solo su coloro che li compiono, poiché i fenomeni economici che hanno luogo sul mercato non si svolgono come si sarebbero svolti se gli errori non fossero stati commessi. Gli errori di ottimismo o di pessimismo, riguardo all'aspettazione del saggio dei profitti nell'avvenire, inducono volta a volta a soverchia espansione o a soverchia contrazione nell'attività produttiva, e così nel volume d'impiego della mano d'opera, nella domanda di capitale, nella domanda di denaro a breve scadenza, nel volume degli scambî, nell'entità dei consumi, nelle transazioni sul mercato finanziario, nelle operazioni creditizie, ecc. Pertanto gli errori di previsione - le epidemie di ottimismo e di pessimismo tra la gente di affari - sono fra le principali e più efficaci cause delle fluttuazioni cicliche nel movimento degli affari.
Miglioramenti ai metodi di previsione economica sarebbero quindi causa di benefica attenuazione delle fluttuazioni cicliche e riescono in ogni modo conformi agl'interessi collettivi anche perché facilitano l'assetto delle imprese produttive e degli altri enti economici alle future condizioni del mercato: sono fattori di razionalità nell'organizzazione delle imprese.
La convenienza e la possibilità di migliorare le previsioni economiche è implicitamente stata riconosciuta dal mondo degli affari, nei paesi progrediti, già negli ultimi decennî anteriori alla guerra, con la più sistematica, estesa e tempestiva osservazione del movimento degli affari, con la più larga utilizzazione di dati statistici, e qualche volta con la speciale raccolta di dati numerici a cura delle associazioni, di gruppi di imprese e anche di ditte singole. Le grandi banche e molte grandi imprese industriali e commerciali negli ultimi tempi hanno istituito uffici di studio, il cui compito è infatti la preparazione di elementi per la previsione economica. Molti di questi organismi creditizî e non poche di queste grandi imprese industriali e commerciali, rendono inoltre di pubblica ragione (mediante bollettini o circolari) i dati raccolti o elaborati dagli uffici di studio, riconoscendo così implicitamente la convenienza generale indiretta, che deriva al mondo degli affari o alla collettività da una più razionale condotta delle operazioni economiche, in base a migliori previsioni.
L'uso sistematico di dati statistici per la previsione economica si riannoda, nei rispetti logici, con l'uso di dati statistici per raffigurare: a) il grado di benessere economico raggiunto da una collettività in un dato istante o le variazioni che tale grado subisce attraverso la successione del tempo; b) lo svolgimento del movimento degli affari in un mercato, movimento considerato complessivamente o per singole sezioni.
L'applicazione della statistica alla previsione conduce alla formazione di barometri economici; l'applicazione agli altri due problemi accennati conduce alla formazione di termometri economici (voce quest'ultima che non è dell'uso). Nella costruzione di questi termometri economici hanno trovato preliminari soluzioni taluni fra i problemi di tecnica statistica che si sono ultimamente incontrati per la formazione dei barometri. Già nella costruzione dei termometri si è riconosciuto che la successione delle fasi nel ciclo degli affari non si presenta sincronica per tutti i fenomeni considerati: per gli uni è precoce, per altri tardiva, cosicché nelle manifestazioni della ciclicità esistono delle sequenze nel propagarsi delle fasi attraverso le diverse sezioni del processo economico.
Riguardo alla formazione dei barometri economici, si può notare che la serie di cifre statistiche indicanti lo svolgimento di dati fenomeni attraverso il tempo prossimo passato non bastano di per sé, allo stato grezzo, a segnare con adeguata approssimazione la posizione del fenomeno nei successivi istanti, nei rispetti del suo presupposto svolgimento ciclico. Le serie empiriche devono essere assoggettate a elaborazioni, devono essere trasformate, col fine di eliminare da esse, in quanto possibile, gli effetti: a) dei fattori accidentali; b) dei fattori operanti a lungo decorso (movimenti secolari, lunghe onde); c) dei fattori stagionali. La metodologia per queste elaborazioni si è svolta e affermata lungo l'ultimo decennio specialmente per opera degli organismi che, dapprima negli Stati Uniti e poi in altri paesi, hanno iniziato lo studio sistematico dello svolgimento ciclico degli affari con l'intendimento di costruire dei termometri e dei barometri economici. Si accenna qui solo in via sommaria alla più frequente metodologia, notandn come i metodi debbano spesso adattarsi alle particolari circostanze proprie di ciascun fenomeno e di ciascun ambiente.
In genere, l'approssimativa eliminazione degli effetti dei fattori accidentali, irregolari, riesce assai difficile e incerta: solo in qualche caso può essere razionale operare delle perequazioni per piccoli gruppi di mesi. Per l'eliminazione degli effetti dei fattori stagionali, conviene sostituire alla serie empirica una serie teorica costruita mediante coefficienti, calcolati caso per caso, rappresentanti il presunto effetto tipico per ciascun fenomeno dei rispettivi fattori stagionali. Per determinare tali coefficienti è necessario che la serie empirica si riferisca a un numero adeguatamente grande di anni. Come effetto tipico si può considerare l'effetto medio o mediano o più frequente di fattori stagionali lungo gli anni cui si riferisce la serie dei dati: l'effetto di questi fattori per i singoli mesi di tali anni viene generalmente misurato in base al rapporto della cifra relativa a un dato mese con quella del mese precedente, o con la media mensile per il rispettivo anno, o col dato teorico risultante dalla perequazione con la media mensile mobile per gruppi di dodici mesi. In generale, per l'eliminazione degli effetti dei fattori operanti a lungo decorso, viene costruita (di solito in base ai dati annuali) la serie teorica segnante la tendenza secolare del fenomeno, adottando il metodo dei minimi quadrati o altro procedimento interpolatorio. Da tale serie teorica risulta il coefficiente corrispondente alla tendenza secolare riguardo ai successivi termini della serie empirica (depurata già degli effetti dei fattori stagionali e accidentali): le deviazioni (variamente esprimibili) fra tale serie empirica e la suddetta serie teorica, si ritiene corrispondano agli effetti dei fattori ciclici.
Pertanto, il più recente dato statistico relativo a un dato fenomeno consentirebbe d'individuare approssimativamente la fase che si è raggiunta per esso nello svolgimento ciclico. Se questo svolgimento ciclico procedesse con piena costanza di forma, dimensione e ritmo delle onde, sarebbe possibile - procedendo per extrapolazione - prevedere le vicende prossime future del fenomeno. È, però, ben noto quanto sia arbitraria e rischiosa l'extrapolazione, specialmente ai giorni nostri in cui la vita economica ancora procede in maniera tanto anormale. L'arbitrarietà dell'extrapolazione è accresciuta attualmente dal nuovo indirizzo e dalla nuova portata che sta assumendo la stessa "politica della congiuntura", col controllo nazionale e internazionale dei fenomeni monetarî e creditizî svolto dalle grandi banche.
L'elaborazione dei dati statistici relativi a un dato fenomeno, svolta nella maniera accennata, potrebbe portare alla formazione di un barometro speciale. Con la sintesi e la contemporanea coniderazione dei dati relativi a più fenomeni, acconciamente scelti, può essere invece possibile formare dei barometri economici generali, su cui basare induzioni sullo svolgimento prossimo futuro del movimento degli affari, previsioni sulla futura fase del ciclo, rispetto a una data economia territoriale.
Lo svolgimento ciclico non è sincronico, per tutti i fenomeni economici: si hanno, per tale svolgimento, delle caratteristiche forme di "viscosità". Per mezzo di confronti fra l'andamento delle curve e di correlazioni fra le serie di cifre segnanti gli effetti dei fattori ciclici rispetto a parecchi fenomeni, è stata ripetutamente constatata la sequenza di dati spostamenti in due e più fenomeni o gruppi di fenomeni a distanza di un certo intervallo di tempo. La constatazione di questa sequenza rispetto al recente passato sembra offrire il modo di prevedere per il prossimo avvenire le vicende dei fenomeni, rispetto ai quali le manifestazioni paiono tipicamente tardive. Anche mediante la considerazione delle sequenze, si hanno dei barometri economici speciali o generali a seconda del numero e della portata dei fenomeni rispetto ai quali la sequenza è constatata e prevista. Ma anche nei riguardi delle sequenze - sia per la consecuzione dei movimenti, sia per la lunghezza degl'intervalli - le induzioni per l'avvenire devono esser fatte con molte cautele, con molte riserve: l'accertamento di una data sequenza nel passato non significa che la sequenza stessa debba proseguire immutata nel prossimo avvenire. Gli stessi studî induttivi di dinamica economica che - negli ultimi tempi - tanto si sono estesi con l'applicazione dei metodi qui accennati, vanno provando la grande varietà e variabilità della ciclicità nel movimento economico. Questi studî, queste ampie elaborazioni, anche se non adducono alla effettiva costruzione di barometri, e non riescono efficaci per la previsione, recano tuttavia contributi preziosi per la conoscenza della dinamica economica.
Accennando sommariamente ad alcuni tra i più notevoli tentativi di barometri economici, si possono anzitutto ricordare i barometri basati su di un'unica linea di previsione. Tali sono i barometri iniziati negli Stati Uniti, alcuni anni prima della guerra, da due organizzazioni statistiche private, la Babson statistical organisation e il Brookmire economic service: barometri che quelle imprese costruirono come operazioni speculative, senza particolareggiata esposizione dei dati elaborati e dei metodi di elaborazione. Un ben diverso carattere di ampia e rigorosa elaborazione scientifica si presenta nei lavori statistici della Commissione di studî economici della università di Harvard (Cambridge, Massachusetts), lavori i cui risultati sono esposti nella pregevolissima Review of economic statistics. La commissione Harvard ha iniziato i lavori, più ancora con l'intento di rappresentare lo svolgimento degli affari che di prevederne il posteriore andamento. Le analisi primitive si riferirono essenzialmente al decennio anteriore alla guerra, e sottoposero a sistematica considerazione molti fenomeni al fine di porne in evidenza le tipiche fluttuazioni e i rispettivi caratteri. Le comparazioni grafiche e algebriche fra i fenomeni condussero poi all'accertamento del persistere di certi caratteri nelle fluttuazioni per alcuni fenomeni, anche per il tempo della guerra e il primo periodo posteriore; e soprattutto, attraverso un'accurata selezione dei fenomeni, all'accertamento del perdurare fra alcuni di essi di regolari sequenze, che si potevano ritenere adatte alla funzione previsiva. Gl'indici sintetici formati, sia a scopo rappresentativo sia previsivo, inizialmente derivavano dalla considerazione dei fenomeni seguenti: a) speculazione (compensazioni alla clearing house di New York: quantità delle azioni scambiate alla borsa di New York; prezzo dei titoli industriali); b) movimento degli affari (compensazioni presso le clearing houses fuori di New York, indici dei prezzi delle merci all'ingrosso della rivista Bradstreet's); c) movimento bancario (saggio di sconto per le cambiali a 4-6 mesi, saggio di sconto per le cambiali a 60-90 giorni). Per ognuno di questi gruppi è formata una curva secondo la media dei rispettivi indici. Le curve, lungo il periodo pre-bellico e i primi anni post-bellici, hanno segnato una certa regolarità di sequenze. Il sistema di queste curve ha particolarmente segnalato in anticipazione i caratteristici fenomeni degli anni 1920-21 (deflazione creditizia, grande ribasso nei prezzi, ecc.).
In base all'esperienza del quadriennio 1918-1922 sono state recate nel 1923 alcune innovazioni non fondamentali all'elaborazione statistica.
Non è possibile analizzare qui le circostanze economiche che spiegano l'esistenza delle sequenze approssimativamente constatate lungo parecchi anni fra i tre mercati considerati dall'indice Harvard. Si deve però notare che dopo l'anno 1924 le tre curve non hanno più mostrato un andamento coordinato: sono venute a mancare le sequenze e così anche la possibilità di una previsione, per così dire meccanica, in base alle curve; le curve non hanno più funzionato come barometro economico. La rivista dell'università di Harvard non ha esplicitamente esaminato le circostanze causanti il grave mutamento; molti studî ed elaborazioni proseguiti dalla commissione di statistica economica hanno dato sviluppo all. interpretazione dei fenomeni economici presentantisi di trimestre in trimestre negli Stati Uniti e hanno proseguito le indagini complementari su fenomeni economici del passato per ulteriori induzioni di dinamica economica, senza più insistere sulla funzione previsiva delle curve. Il mutamento avvenuto nello svolgimento delle curve in questi ultimi anni deriva forse, secondo lo scrivente, dalla politica della congiuntura svolta dal Federal Reserve Board, la quale è valsa a dare una certa stabilità al livello dei prezzi e a evitare grandi fluttuazioni cicliche nel movimento degli affari negli Stati Uniti; ma non sono state fatte indagini speciali per provare la fondatezza di questa ipotesi.
Gli studî così ragguardevoli di dinamica economica svolti dalla università di Harvard hanno provocato analoghi studî in varî altri paesi, spesso con l'adozione di consimili procedimenti di elaborazione. Da parte di questi altri organismi, soltanto raramente si ha l'esplicito intendimento della funzione previsiva, ma piuttosto quello della formazione di curve rappresentative del movimento degli affari.
In Inghilterra si è istituito (1923) il London and Cambridge economic service, il quale pubblica bollettini mensili e supplementi, dove sono elaborate molte serie statistiche. A quattro fra queste serie si attribuisce un particolare significato quali indici generali della situazione degli affari (corso delle principali azioni industriali, indice dei prezzi all'ingrosso di merci non alimentari, valore dei prodotti finiti esportati, saggio di frutto del denaro a breve scadenza).
In Francia, a cura dell'Istituto di statistica dell'università di Parigi, e in Italia a cura dell'Istituto di statistica dell'università di Padova e dell'Istituto di statistica e politica economica dell'università di Roma, vengono pubblicati dei fascicoli trimestrali dove sono raffigurate molte curve traducenti indici relativi a molti fenomeni economici senza che i dati numerici abbiano subìto speciali elaborazioni, dirette a porre in particolare evidenza gli effetti dei fattori ciclici.
Elaborazioni affini a quelle adottate dalla Commissione della università di Harvard sono svolte dal Ministero del commercio della Svezia, dall'Institut für Konjunkturforschung di Berlino e dall'Ô sterreichisches Institut für Konjunkturforschung di Vienna, elaborazioni anch'esse basate sulla considerazione dei "tre mercati" (dei titoli, delle merci, del denaro) con analisi di molti fenomeni.
Notevoli studî sui caratteri ciclici della vita economica sono svolti dal Konjunkturnyj Institut di Mosca, il quale pubblica un bollettino mensile contenente dati e indici sulla vita economica della Russia e una rivista di carattere scientifico intorno alla dinamica economica. L'istituto di Mosca ha formato un ragguardevole "barometro speciale" per la previsione delle variazioni nel livello generale dei prezzi delle merci; la differenza fra gl'indici della circolazione monetaria e dei trasporti ferroviarî di merci, tradotta graficamente, presenta una grande analogia con lo svolgimento della curva dell'indice generale dei prezzi a quattro mesi di distanza. Questa analogia di svolgimento è stata constatata dall'epoca della riforma monetaria (aprile 1924).
Bibl.: W. Babson, Business barometers for forecasting conditions, Wellesley hills 1909; R. Bachi, Metodi di previsioni economiche, in Rivista delle società commerciali, 1913; W. Milton Persons, Indices of general business conditions, Cambridge (Mass.), Harvard University Committee on Economic Research, 1919; The Problem of business forecasting, papers presented at the LXXXV annual meeting of the American Statistical Association, Boston 1924; C. Snyder, Business cycles and business measurements, studies in quantitative economics, New York 1927; Wesley Mitchell, Business cycles, the problem and its setting, New York 1927 (National Bureau of economic research); E. Lacombe, La prévision en matière de crises économiques, Parigi 1926; Les baromètres économiques, Rapport presenté au Comité économique de la Société des Nations, Ginevra 1924; Ray Wance, Business and investment forecasting, new York 1922 (The Brookmire economic service); W. Wallace e W. Layton, Business forecasting and its practical application, Londra 1927; H. Vogel, Wirtschaftsbarometers und Konjunkturprognose, Tepliz-Schonau 1927; C. Bresciani Turroni, Considerazioni sui "Barometri" economici, in Giorn. degli economisti, gennaio 1928; W. F. Hickernell, Financial and business precasting, 2 voll., New York 1928; Review of economic statistics, Cambridge (Mass.) (Harvard University) dal 1919.