Munchhausen, Barone di
Un ufficiale che volava sulle palle dei cannoni
Protagonista di mirabolanti storie pubblicate nel Settecento, il personaggio del Barone di Münchhausen nasce dalla fantasia di un omonimo barone in carne e ossa, vissuto nel 18° secolo, che si divertiva a rievocare con gli amici le sue imprese in guerra e durante le battute di caccia, trasformandole nelle più inverosimili avventure
È mai possibile che sulla fronte di un cervo al quale sono stati sparati noccioli di ciliegie nasca un albero di ciliegio tra le corna? Ed è mai possibile che un mantello preso a morsi da un feroce cane randagio possa diventare rabbioso e lanciarsi furibondo sugli altri abiti del suo padrone riducendoli a brandelli? E queste non sono che due delle tante avventure di caccia del fantomatico Barone di Münchhausen.
Una volta, invece del piombo, carica il fucile con una bacchetta di ferro e quando spara infilza sette pernici, belle e pronte per lo spiedo. Con gli orsi compie prodigi ancora maggiori. Si salva da un bestione inferocito infilandogli una pietra focaia in bocca e un’altra nel sedere: le due pietre s’incontrano nella pancia dell’orso ed esplodono, facendolo a pezzi.
Seguendo l’infaticabile Barone nei suoi viaggi in Russia, specialmente a Pietroburgo, si può incontrare un improbabile cavallo appeso per le briglie alla torre di un campanile o, avvenimento più meraviglioso ancora, il cavallo lituano del Barone tagliato di netto in due parti dalla saracinesca che chiude l’accesso a una città nel corso di una terribile battaglia contro i Turchi.
La vera meraviglia è che le due parti del cavallo continuavano a cavalcare, la parte anteriore con il suo cavaliere in groppa e la parte posteriore impegnata ad attaccare i nemici con furiosi calci. Niente di più facile quindi che riattaccare le due parti con unguento e lauro e ritrovarsi, nel giro di poco tempo, con un cavallo provvisto di un pergolato di lauro che nasce dalla cicatrice e fornisce al cavaliere una comoda copertura.
Eppure l’inverosimile non ha ancora toccato l’apice. Il bizzarro Barone è capace di volare sulle palle dei cannoni, di uscire da una palude in cui è caduto afferrandosi per i capelli e tirandosi in su a più non posso. Naviga per mare e scopre un’isola che sembra l’albero della cuccagna: è fatta di formaggio e le spighe che vi crescono sono cariche di pane bello e cotto.
E viaggia sulla Luna. La prima volta ci arriva arrampicandosi su una pianta di fave e la seconda volta trasportato da un ciclone, con tutto il suo vascello e i marinai.
Il particolare più affascinante di tali racconti risiede, però, nel fatto che il primo a raccontare, anche se solo oralmente, gesta così favolose fu proprio il barone Karl Friedrich Hieronymus di Münchhausen, che visse realmente – nacque nel 1720 e morì nel 1797 – e combatté nella guerra contro l’Impero ottomano. Con i suoi racconti offrì molti spunti agli scrittori a lui contemporanei.
La versione più conosciuta delle Avventure del Barone di Münchhausen è di Gottfried August Bürger che la pubblicò anonima nel 1786. In realtà Bürger si limitò a tradurre e riadattare la Storia dei meravigliosi viaggi e delle campagne di Russia del Barone di Münchhausen scritte in inglese l’anno precedente (1785) da un altro tedesco, Rudolf Erich Raspe. Molti anni dopo, nel 1838-39, un terzo scrittore tedesco, Karl Lebrecht Immermann, raccontò le avventure del famoso Barone, rimanendo però su un piano meno satirico e più romantico, maggiormente consono all’atmosfera della società ottocentesca.
Le edizioni dedicate alle Avventure del Barone nel corso degli anni sono diventate sempre più numerose e molti sono stati anche gli illustratori impegnati a rendere, attraverso l’immagine, la satira e l’ironia che sprizzano dalla narrazione. Tra i tanti nomi non si può tralasciare quello di Gustave Doré, non solo per la bellezza e l’accuratezza dei disegni ma soprattutto per il suo impegno nell’illustrare opere dedicate all’infanzia
Oltre che dalle pagine scritte, il Barone ha continuato a divertire e a far sognare grandi e piccoli a teatro ma soprattutto al cinema: a partire dal 1911 sono almeno sei i film dedicati a questo meraviglioso campione di libertà e di allegria.