BARSIPPA (o Borsippa)
Città sumerica e poi babilonese, sulle sponde di un canale che si staccava, a S della città di Babilonia, dall'Eufrate e ad O di un grande lago. Le sue rovine portano oggi il nome di Birs Nimrud. B. era unita a Babilonia dalla grande strada processionale. Le sue mura, restaurate da Nabopolassar e Nabucodonosor II (604-562 a. C.), erano circondate da un fossato (khirītu), che, a sua volta, aveva la sponda coperta e protetta da mattoni. Le porte erano per lo meno otto, e fra esse vanno ricordate quelle di Anu, Adad, Ea ed Ishtar. I quartieri della città erano otto, e numerosi erano i sobborghi. Il tempio principale della città era dedicato al dio Nabū ed era chiamato Ezida, ma, accanto a questo, ve n'erano per lo meno dodici altri, tra i quali quelli di Adad e di Gula. L'Ezida esisteva già al tempo di Hammurapi (circa 1700 a. C.) ed è stato rifabbricato parecchie volte: esso sorgeva sopra una terrazza (kisallu) ed era circondato da un lungo muro di cinta, un peribolo; conteneva, oltre alla cappella del dio (papākhu), sei stanze e un tesoro; la cappella era spartita in tre navate, e le travi di sostegno del tetto erano coperte d'oro; il tempio aveva otto porte: il trono del dio (parakku), coperto d'oro, stava sopra una pedana. La strada processionale di Nabū (tallaktu) era lastricata con pietra di breccia e calcare.
Bibl.: C. P. Tiele, De hoofdtempel van Babel en die van Borsippa, in Versl. en Medeedelingen der K. Akademie der Wetenschappen te Amsterdam, Afd. Letterkunde, R. 3, D. III, Amsterdam 1887; R. Koldewey, Die Tempel von Babylon und Borsippa, Lipsia 1911; E. Unger, Barsippa, in Reallexicon der Assyriologie, I, 1932, s. v.; A. Parrot, Archéologie mésopotamienne, I-II, Parigi 1946-1953.