BARTHOLDI, Christian Friedrich, barone von
Uomo politico prussiano, nato il 10 dicembre 1668 a Berlino, morto il 28 agosto 1714. Il padre lo mandò a studiare diritto a Francoforte sull'Oder. Raggiunto il grado di Kammergerichtsrat, il giovane B., per le sue doti, fu mandato sul principio del 1698 ambasciatore dell'elettore di Brandeburgo a Vienna. Vi arrivava in un momento difficile: il suo predecessore, barone Cristiano von Danckelmann, era stato espulso l'anno precedente; d'altra parte, il principe elettore Federico III (1688-1713) voleva essere bene rappresentato a Vienna, accarezzando il progetto di assumere col consenso dell'imperatore il titolo regale. B., rimasto a Vienna fino al 1706, fu l'uomo della situazione: dimostrò le sue capacità di abile diplomatico, concludendo il trattato decisivo del 16 novembre 1700. Innalzato alla dignità di barone dall'imperatore nel 1701, fu nominato nel 1704 dal suo sovrano, ora re di Prussia, membro del consiglio privato.
Tornato a Berlino, ebbe altre cariche importanti: la presidenza della corte suprema di appello, di recente creazione (1703), del Collegium medicum, e dell'alto consistorio per i rifugiati francesi, che per l'abolizione dell'editto di Nantes (1687) avevano riparato nei territorî brandeburghesi. Per un certo tempo fu anche ministro unico della Giustizia; a lui quindi spettò il compito di elaborare, per incarico del nuovo re Federico Guglielmo I (1713-1740), l'Allgemeine Ordnung die Verbesserung des Justizwesens betreffend (Ordinamento generale riguardante il miglioramento della giustizia), del 21 giugno 1713. Il re, con il nuovo ordinamento, voleva fossero delimitate le competenze fra giustizia e amministrazione; e voleva che si facesse presto senza attardarsi in studî preparatorî, poiché, secondo la sua frase, "la cattiva giustizia gridava vendetta al cielo". L'ordine riuscì un compromesso fra le teorie di quei tempi e la pratica, e non raggiunse il suo scopo; difficile dire se per scarsa capacità del B. o per la troppa fretta voluta dal re. Il B., infaticabile lavoratore, morì prematuramente, fiaccato dal lavoro impostogli dalla frettolosa impazienza del re Federico Guglielmo I.
Bibl.: Oltre quella citata da G. Schmoller in Allgemeine deutsche Biographie, II, p. 106 segg., v.: A. Stölzel, Brandenburg-Preussens Rechtsverwaltung und Rechtsverfassung, Berlino 1888, I, p. 423; II, pp. 10-70; A. Berney, König Friedrich I und das Haus Habsburg, Monaco e Berlino 1927.