BARTOLINI (Bortoloni, Bartolani), Matteo, detto Matteo da Castello
Nacque a Città di Castello intorno al 1530.
Il cognome Bartolini, che risulta dagli annali comunali di Città di Castello relativi all'anno 1583, conservati nella Biblioteca dell'Archivio della stessa città (vol. LXXIII, C. 113, 4 apr. 1583), appare più probabile del secondo, Bortoloni, che si legge in una perizia firmata dal B. il 14 luglio 1583 (Arch. di Stato di Roma, Arch. del Coll. dei notari capitolini, notaio Palmerius, 1206, 1583, f. 590) e che, nello stesso documento, era stato erroneamente letto Bastollani dal Bertolotti (1885); l'ultimo cognome, poi, apposto dal B. come firma in una testimonianza a un processo del 1567, è probabilmente una deformazione del primo.Nel 1558 il B. è a Roma, incaricato di un restauro al tetto della Cappella Sistina e, dal 1560 al 1562, lavora nella chiesa di S. Giovanni in Laterano e in quella di S. Giovanni dei Fiorentini come semplice muratore alle dipendenze di T. Calcagni; contemporaneamente, nel 1561, riceve un pagamento per gettare le fondamenta della Porta Pia. Come risulta dai documenti relativi a questi lavori, la prima attività del B. fu assai modesta e spesso sfortunata. Così i lavori di consolidamento a ponte Sisto, del 1567, furono interrotti da un incidente occorso a un muratore per la caduta di un argano, che costò al B. un Processo dal quale peraltro fu assolto. Anche i lavori di ricostruzione del ponte Palatino o di Santa Maria, affidatigli da Gregorio XIII nel 1573 (anno in cui fu anche incaricato della pavimentazione della Sala Regia in Vaticano) e proseguiti fino al 1575, non ebbero sorte migliore, poiché il ponte, che era crollato pochi decenni prima, rovinò ancora nel 1598 (e prese il nome di "Ponte rotto"). Nel 1575 la posizione del B. appare alquanto migliorata, se Filippo Neri lo incarica di disegnare la pianta della Chiesa Nuova, pianta conservata nell'Archivio della Congregazione dell'Oratorio poi modíficata, per volontà del Neri (questa seconda molto probabilmente è la pianta conservata alla Biblioteca Vallicelliana). La costruzione, che già comprendeva l'attuale navata centrale con le cappelle, proseguì, sotto la direzione del B., fino al 23 febbr. 1577, data di celebrazione della prima messa, quando il B., per ragioni a noi sconosciute, fu sostituito da Martino Lunghi (Hess). Dopo un breve soggiorno nella città natale, dove era stato chiamato per il restauro di un ponte sul Tevere, che non fu più eseguito, il B., tomato a Roma, fu incaricato da Sisto V (1585-1586) della conduzione e mostra dell'acqua Felice; i lavori, assai complessi, sortirono effetto negativo perché, il giorno dell'inaugurazione, l'acqua, di cui non era stata sufficientemente calcolata la pressione, si diffuse senza misura allagando la zona circostante; cio provocò l'indignazione del pontefice che tolse la direzione dei lavori al B., per affidarla a G. Fontana. Soltanto con l'incontro e la collaborazione con D. Fontana, il B. conobbe un relativo successo; dopo aver partecipato, alle sue dipendenze, all'erezione dell'obelisco in piazza S. Pietro, l'anno seguente ricevette due volte compensi dal papa per il ritrovamento degli obelischi di piazza del Laterano e di piazza del Popolo. Nel 1588 fu approvato un suo progetto per il fontanone sulla facciata del palazzo senatorio in Campidoglio, per cui ottenne l'alto compenso di trecento scudi.
L'ultima opera del B. di cui abbiamo notizia è la costruzione del convento annesso alla chiesa di S. Maria della Scala di cui l'anno 1597 rappresenta il terminus post quem,e il contemporaneo restauro della chiesa stessa. Non appartengono al B. le cappelle Barberini e Rucellai nella chiesa di S. Andrea della VaRe, a lui tradizionalmente attribuite, che lo Hess, con certa documentazione, ha dimostrato essere opera del quasi omonimo Matteo Castello o Castello, più giovane del B. di circa trent'anni. La data di morte del B. ci è sconosciuta.
Bibl.: G. Baglione, Le vite de' pittori, scultori et architetti [Roma 16421, ed. fac-simile, Roma 1935, pp. 6, 130, 178; F. Titi, Ammaestramento di Pittura, scoltura et architettura...,Roma 1686, pp. 3, 32, 118, 265; N. Roisecco, Roma antica e moderna, Roma 1765, 1, p. 180; II, pp. 2, 592 s.; G. Mancini, Istruzione storico-pittorica per visitare le chiese e Palazzi di Città di Castello, Perugia 1832, 11, pp. 108-118 (riferisce erroneamente come data di nascita il 1557); G. Muzi, Memorie civili di Città di Castello, Città di Castello 1844, 11, p. 202; A. Bertolotti, Archivio storico, artistico, archeologico e letterario della città di Roma, Roma 1875, 11, p. 77; Id., Artisti subalpini in Roma,Mantova 1884, pp. 41, 45, 102; Id., Artisti bolognesi, ferraresi ed alcuni altri del già Stato pontificio in Roma,Bologna 1885, pp. 29 s., 241; C. Gurlitt, Geschichte des Barockstiles in Italien, Stuttgart 1887, 1, p. 192; M. Armellini, Le chiese di Roma, Roma 1891, p. 390; E. Fusciardi, Cenni storici sui conventi dei pp. Carmelitani Scalzi della provincia romana, Roma 1929, pp. 11 s.; P. Pecchiai, Acquedotti e fontane di Roma nel Cinquecento, Roma 1944, pp. 65, 84; Id., Roma nel Cinquecento, Bologna 1948, pp. 493, 497, 500, 530 S.; C. D'Onofrio, Le fontane di Roma, Roma 1957, pp. 88 s.; D. Angeli, Le chiese di Roma,Roma s. d., p. 41; J. Hess, Contributi alla storia della Chiesa Nuova (S. Maria in Vallicella), in Studi di storia dell'arte in onore di M. Salmi, III, Roma 1963, pp. 215-238; U. Thieme-F. Becker, KünstlerLexikon, VI, pp.156 s., sub voce Castello, Matteo da.