ALALEONI (Aglioni, Alallona, de Alaleonibus), Bartolomeo
Nacque a Fermo da Angelo, verso la fine del sec. XIV. Entrato nell' Ordine benedettino e laureatosi in diritto canonico, fu abate prima del monastero di S. Savino di Fermo e poi di quello di S. Paterniano di Fano. Come tale ebbe una questione, risolta il 7 sett. 1419 da una sentenza data in Firenze da Ludovico di Paolo di S. Vittoria e Masino Riboldi arbitri, con Gabriele Condulmer, allora cardinale di S. Clemente, che, divenuto Eugenio IV, lo nominò, l'ìì dic. 1435, vescovo di Todi. Il 7 luglio dell'anno seguente prese possesso della diocesi. Nel 1440 rinnovò le costituzioni del capitolo della cattedrale e soppresse il monastero femminile di S. Benigno. Ospitò in Todi nel 1449 Niccolò V e nel 1462 Pio Il; nel 1464 fu suo ospite Niccolò Cusano, che morì in Todi in questo stesso anno. Durante il governo dell'A., per ben tre volte, nel 1454, nel 1461 e nel 1465, Todi fu colpita da scomunica, e sempre egli riuscì a farla annullare. È documento della sua attività un frammento di registro, conservato nell'Archivio capitolare di Todi, interessante gli anni 1460-66, con le copie di molti documenti suoi e del vicario Antonio Zuccanti di Amelia. A quest'ultimo fu in pratica affidato il governo della diocesi dal 1466 in poi, essendo l'A. divenuto cieco. Il 12 febbr. 1467 egli rinnovò il testamento, già fatto nel 1444 e rinnovato nel 1454. Morì il 4 genn. 1472 e le sue ossa sono ora nella cripta della cattedrale di Todi.
Fonti e Bibl.: B. Trifone, Documenti tudertini, in Bollett. d. Deput. di storia patria per l'Umbria, XVI (1910), pp. 442 s., 447; E. Ughelli N. Coleti, Italia sacra, I, Venetiis 1717, col. 2355; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia, V, Venezia 1846, pp. 234-235; L. Leoni, Cronaca dei vescovi di Todi, Todi 1889, pp. 109-127; C. Eubel, Hierarchia catholica..., II, Monasterii 1914, p. 258; A. Comez, Gli arazzieri fiamminghi a Todi e gli arazzi della cattedrale, in La basilica cattedrale di Todi, S. Maria degli Angeli 1958, pp. 42-49; Dia. d'Hist. et Géogr. Ecclés., I, coll. 964-965.