BOLLA, Bartolomeo
Poeta bergamasco vissuto fra il sec. XVI e il XVII. Le notizie che possediamo sulla sua vita, sono scarsissime e confuse.
Sostanzialmente sulla scorta delle informazioni contenute nelle sue opere, il Weidner dichiarava che il B. era vissuto per lo più in Germania, particolarmente alla corte di Heidelberg, come "Kurtzweiliger Rath"; il Delepierre faceva del B. un "conseiller à la cour de Heidelberg" nel 1570 (l'errore, che si ritrova nell'articolo di G. Brunet per la NouvelleBiographie Universelle, e nella nota del Fumagalli del 1886, p. 325, dovrebbe risalire probabilmente al Flögel); G. Libri in un'annotazione al suo Catalogue del 1847 sostenne che il B. era uno "zanni" (non ne mancavano allora in Germania), basandosi certamente solo sulle espressioni usate dal B. stesso. Il Fumagalli (il cui articolo del 1893 costituisce la raccolta più completa di informazioni sul B.; ma, purtroppo, le informazioni bibliografiche di cui disponeva il Fumagalli erano insufficienti) pensò che egli fosse emigrato per motivi religiosi (in una composizione dedicata a Enrico e Maurizio di Nassau e Orange il B. scrive: "Et venga il cancharo ali Spagnioli. / Io parlo de quelli che amano la inquisitione. / Ali altri io li do la mia benedicione": Nova novorum, 1603, p. 25), e il Belotti rinviava a J.-G-B. Galiffe, Le refuge italien de Genèveaux XVImeet XVIIme siècles, Genève 1881, p. 145, dove si segnala fra i rifugiati italiani a Ginevra nel 1579 un Bolla, o Bella Barthelemy, bergamasco. Ma mancano notizie più precise.
Le opere del B., pubblicate in edizioni rare e oggi reperibili in pochi esemplari, sono le seguenti: Poemata Italica, datati 1603 (il British Museum possiede una copia dell'edizione del 1650 circa, intitolata Poemata Italica,ex valle Bergamascorum, Eodem Bartolomeo Bolla Bergamasco Autore. Antidhac Stampata instampatura stampatorum, A. 1603); Nova Novorum sive Poematastilo Macaronico ConscriptaQuae faciuntcrepare lectores obnimium risumet saltare capras et semias,res nunquam antea visaCumposita per Bartolomeum BollamBergamascum PoetarumApollinem Et nostro seculoalterum Coccaium. Accesserunt eiusdem Autoris poemataitalica sed exvalle Bergamascorum Stampatus in stampatura stampatorum1603 (ne esistono esemplari con indicazioni "in stampatura stampatorum" 1604; nell'edizione del 1670 di Antonius de Arena Provençalis, De Bragardissima villade Soleriis... Stampatus in Stampatura Stampatorum M. DC.LXX, a pp. 107-191, si trova una fedele ristampa dei Nova novorum novissima, secondo l'edizione del 1604, con l'indicazione: "Stampatus in Stampatura Stampatorum M. DC. LXX"; nelle edizioni del 1604 e del 1670 si trovano anche due composizioni che mancano nell'edizione del 1603: i Dicta excellentissima de omnibus Italiae Nationibus, cioè liste di termini che caratterizzano gli abitanti di varie città d'Italia, e che sono quasi uguali alle proprietates raccolte da G. Camerario il Vecchio, pubblicate postume in Variorum in Europa Itinerumdeliciae ... digesta a Nathane Chytraeo, Herbornae Nassoviorum 1594, pp. 815 ss., e i Versus Bergamasci de Italiae Civitatibus, che sono una rielaborazione del testo stampato nelle due edizioni di Venezia e di Foligno del Giardinetto di cose spirituali risalente alla seconda metà del sec. XVI, ristampato da D. M. Faloci Pulignani in Giornale degli eruditie dei curiosi, II, [1884], n. 4, p. 308); Thesaurus Proverbiorumitalico-bergamascorumrarissimorum,et garbatissimorum, nunquam anteastampatorum, in gratiamMelancholiam fugientium, Italicae linguae amantium, ad aperiendum oculos editorum. Accesserunt Documenta aliquot moralissima,& omnis generispersonis utilissima. Stampatus in Officina Bergamascorum. M. DC. IV (di quest'opera si ha un'altra edizione, dell'anno successivo; la testata è quasi uguale; ma dopo "Stampatus in officina Bergamascorum" si legge: "Francofurti, Prostat apud Ioannem Saurium. M. DC. V"); Quinta Esentia: Operarum Poetarum Sive operarum Poeticarum a Bartolomaeo Bolla Bergamasco Cumpositorum Stampatus Cipadae: Que est patria Baldi, non Iuris Consulti. Apud Cingarem Arcistampatorem Ducalem Anno 1606; Admirabiles conclusiones de casei stupendis laudibus: quas heroicedefendebit Bartholomaeus Bolla Dictus il Bergamasco ..., in Amphitheatrum Sapientiae Socraticae Iocoseriae di G. Dornau, Hanoviae 1619, pp. 624-627 (la dedica è datata "Parisii, 17. Augusti 1606"; alla Biblioteca Nazionale di Parigi se ne conserva un esemplare stampato nel 1608); Colbii Neuschlossiani Laudes e Carmen extemporalein laudem Almae Venetiaeurbis maximae,ibid., pp. 665-666. È stato suggerito da molti, ed è probabile, che varie composizioni del B. siano uscite in stampe occasionali di cui non abbiamo più traccia. Ciò è confermato, per esempio, dalla dedica della Quinta Esentia ad Antonio Streit, in cui il B. dichiara di aver distribuito a Spira suoi scritti, come "Casei laudes Parmesani" e "honorem Colbij Neuschlosiani". Il Fumagalli avanzava l'ipotesi che si potessero attribuire al B. i Due bellissimi sonetti,in lingua bergamascha..., Venetia 1580, ristampati da P. A. Tosi in appendice alle sue Maccheronee di cinque poeti italianidel sec. XV, Milano 1864.
Il Thesaurus è una raccolta di espressioni e modi di dire (oltre che proverbi) italiani, ordinati alfabeticamente in base alla prima parola, e tradotti in un latino illetterato o maccheronico (forse non dal B., poiché la traduzione - a parte la scarsa familiarità col latino - rivela che il traduttore ha a volte frainteso il testo italiano). Ai proverbi seguono Alia documenta utilissima, cioè una lista di massime di due o tre versi ciascuna. Le opere principali del B. sono i Nova novorum (che comprendono anche i Poemata Italica) e la Quinta Esentia. Si tratta di versi di occasione, parte in latino maccheronico o misto all'italiano, e parte in italiano, dedicati per matrimoni, battesimi o ragioni diverse a protettori, generalmente nobili, per lo più tedeschi. Il B. si presenta come una specie di giullare, un poeta di corte, povero e affamato, e chiede con l'insistenza del pitocco di professione qualche tallero. Le sue composizioni sono affatto prive di valore poetico, e consistono quasi unicamente di adulazioni smaccate per i destinatari, di affermazioni iperboliche (ma convenzionalmente beffarde) del proprio valore e di richieste di denaro.
Il B. dichiara di essere "natus et nutritus in valle Bergamascorum, ubi in maiore precio est caseus et polenta quam philosophia", e si presenta spesso come "bergamasco", o con l'etichetta di "zanni". Le qualifiche che gli si attribuiscono abitualmente sono quelle di "Archipoeta Macharonicus", "Bergamascus alter Virgilius", "Il Martial Bergamasco", "Il vostro iuvenale Bergamasco", "Il Petrarcha Bergamasco". Egli proclama ripetutamente di essere amante dell'allegria, e ribadisce il carattere ridanciano delle sue composizioni; nelle richieste di compenso insiste sulla propria povertà e sul fatto che la poesia deve dargli da vivere. Fra i signori a cui sono rivolte le dediche ricorrono il principe elettore palatino Federico IV, Alberto e Filippo di Hanau, Giovanni Giorgio di Brandeburgo, Maurizio langravio di Hesse - Cassel, Maurizio di Nassau e Orange (al quale dedica l'edizione del 1603 dei Nova novorum). A quanto pare il B. fu anche in Francia e in Inghilterra. Le scipite sessantanove Conclusiones de casei stupendis laudibus sono datate, da Parigi, 17 ag. 1606, e già prima il B. scriveva in una poesia a un "Signior Ernesto e "al qual obligatissimo resto per avermi sempre favorito dapoi che a pariso me son ito" (Nova novorum, 1603, p. 25r); nel secondo componimento della Quinta Esentia egli si presenta come "Bergamascus ille subtilissimus in Germania et Gallia celebratissimus". Nel 1603 il B., a quanto pare, si sarebbe recato in Inghilterra, per l'incoronazione di Giacomo I: "Ego cum istos versus paravi / Statim ex Germania perambulavi, / ut vestrae Maiestatis congratularem, / et ipsi fausta omnia precarem" (Nova novorum, 1670, p. 115).
Se il valore letterario di queste sue povere composizioni è assai scarso, hanno un certo interesse, quanto meno etnografico, altri aspetti della sua opera, come i "proverbi" che il B. ci tramanda nel Thesaurus, e le filastrocche popolari che pone in fine ai Nova novorum.
I giudizi sulla produzione letteraria del B. sono concordemente severi, da quello del Clement fino al Momigliano, che tratta il B. da "povero buffone" (p. 202), e, citandolo per documentare la "degenerazione giullaresca della poesia maccheronica", dichiara che il B. "è, a giudicarlo con molta indulgenza, un miserabilissimo versificatore" (pp. 199-200). Ed è evidente che non ci è possibile giudicare il B. nella tradizione della grande poesia maccheronica, nonostante il suo richiamarsi al Folengo (che addirittura gli appare come ispiratore: "Nocte preterita cum non possem dormire / per visionem vidi Coccaium ad me venire / cum facie multum truculenta / qualis illorum est qui carent polenta / et saepe coguntur come un cane / senza formaggio mangiar il pane": Quinta Esentia, componimento ottavo).
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