BOSCO, Bartolomeo
Nacque a Genova nella seconda metà del secolo XIV. La sua famiglia apparteneva con molta probabilità al ceto popolare; suo padre è forse da identificare con Gianuino del Bosco, conciatore di pelli, membro del Consiglio degli anziani del Comune di Genova nel 1399, mentre sua madre fu Caterina de Paulo. La prima notizia sicura su di lui è del 1399, quando lo troviamo tra gli avvocati del Comune insieme con Segurano di Negro e Raimondo Fieschi; nel medesimo anno è chiamato, insieme con altri cinque cittadini genovesi, a far parte di una commissione legislativa. Nel 1408 è incaricato di un importante responso sui rapporti di diritto fra i Savonesi e gli appaltatori delle gabelle del Comune di Genova, sulla base delle convenzioni stipulate fra le due città (il parere è, probabilmente, il n. 458 del volume dei Consilia).
Insieme con Domenico Imperiale, nobile ghibellino, sostenne a Chambéry, di fronte ad Amedeo VIII di Savoia, quale arbitro della questione, le ragioni di Genova nella disputa diplomatica che si trascinava già da qualche anno fra la Repubblica ligure e quella veneta, in seguito agli avvenimenti connessi con la spedizione del Boucicault in Oriente del 1403, che aveva portato allo scontro navale, di Modone (6 ottobre), seguito negli anni successivi da reciproche azioni di disturbo e di rappresaglia. La discussione si prolungò per quasi cinque mesi proprio per le obiezioni di natura procedurale, estremamente sottili e cavillose, avanzate e ribadite ostinatamente dai legati genovesi. È significativo il fatto che, avendo scelto una tale linea difensiva a sostegno dei propri interessi, il governo genovese abbia affidato il compito di sostenerla proprio al B.: esplicito riconoscimento, questo, delle sue indubbie capacità di giurista, che, in altre circostanze, sempre di estrema importanza, indussero non solo Genova ma anche altri Comuni liguri a chiedere la sua consulenza soprattutto in campo pubblicistico.
Nel 1411 figura fra i membri del Consiglio degli anziani del Comune di Genova. Per gli anni successivi possediamo un maggior numero di notizie su di lui perché frequenti sono i richiami contenuti negli atti rogati dal notaio Nicolò Garumbero, probabilmente suo familiare e vicino d'abitazione: il cartulario che li raccoglie, conservato nel fondo Notai dell'Archivio di Stato di Genova, e relativo al periodo compreso fra il 1422 e il 1474, ci rivela anzi che numerosi documenti vennero stipulati nello studio del B. medesimo e forse anche di sua mano.
Quelli che ci interessano più direttamente si riferiscono in gran parte alla consistenza dei suoi beni, frutto della sua attività professionale, e ad alcune operazioni commerciali che con essi egli intraprese, dimostrando, fra l'altro, una discreta competenza anche in questo settore. Alcuni dei documenti in questione si ricollegano ad un'iniziativa da lui promossa e sostenuta e che, forse più della sua stessa attività di giureconsulto, gli ha dato fama: la costruzione dell'ospedale civile di Pammatone, edificato inizialmente su due case che egli possedeva nella strada omonima. Il B. istituì a favore dell'ospizio una rendita annua di notevole consistenza e ne dettò gli ordinamenti, i quali furono presi come modello per le successive opere pubbliche. Il B. volle, infatti, l'ospedale autonomo dal governo pubblico del Comune e ne affidò l'amministrazione a quattro cittadini, che avrebbero dovuto essere eletti, ogni tre anni dai priori di S. Domenico di Genova, di S. Gerolamo di Quarto e della Certosa di Rivarolo.
Non si conosce con certezza la data della sua morte: l'ultima notizia su di lui è del 1433, quando fu priore del Consiglio degli anziani del Comune. Era già morto il 14 marzo 1437, quando vennero eseguite le sue disposizioni testamentarie.
I consilia del B. rimasero a lungo inediti. Soltanto nel 1620 essi vennero raccolti e pubblicati a Loano nella tipografia di Francesco Castelli, col titolo di Consilia egregii domini Bartholomei de Bosco,famosissimi iuris consulti Genuensis. Il volume è preceduto da una presentazione dell'opera al doge Pietro Durazzo, scritta da Gian Francesco Senarega, che ne aveva curato l'edizione e l'indice, con l'aiuto del nipote Pietro Rivarola, esemplandola sulla base di un manoscritto lasciatogli dal fratello Battista e posseduto precedentemente dal nonno Iacopo, il quale lo aveva ritrovato a Pavia dove s'era recato a studiare legge. Comprende complessivamente cinquecentocinquantatré consilia, notevoli per essenzialità e chiarezza, i quali abbracciano una grande varietà di questioni di diritto pubblico e privato: un maggiore interesse presentano, naturalmente, quelli attinenti al diritto commerciale, per l'insufficienza di altre testimonianze contemporanee e per l'indubbia competenza del B. in questo campo, anche se risultano pure di notevole interesse numerosi consulti concernenti questioni di diritto pubblico.
Fonti eBibl.: Archivio di Stato di Genova, Archivio segreto,Diversorum Communis Ianue, regg. 4/499, 5/500, 6/501, 7/502; Archivio Segreto,Materie Politiche (Atti processuali della causa celebratasi dinanzi al conte di Savoia,Amedeo VIII,arbitro fra Genova e Venezia), m. 11/2730; Notaio Nicolò Garumbero;Biblioteca Universitaria di Genova, ms. C. IX. 19-21: L. Della Cella, Famiglie di Genova antiche e moderne, I, p. 109; M. Giustiniani, Gli scrittori liguri, Roma 1667, pp. 110-112; A. Oldoini, Athenaeum Ligusticum, Perugia 1680, pp. 90 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, II, 3, Brescia 1762, p. 1824; G. B. Spotorno, Storia letteraria della Liguria, Genova 1824, II, pp. 124-131; A. Anselmi, Gli ospedali genovesi, Genova 1890, pp. 192-196, 258-264 (contiene il testamento del B. in data 13 apr. 1429, con un codicillo in data 25 giugno 1431); C. L. Bixio, B. B., in Elogi di Liguriillustri, a cura di L. Grillo, Genova 1846, pp. 157-163; E. Bensa, Della vita e degli scritti di B. B., in Per il XXXV anno d'insegnamento di Filippo Serafini. Studi giuridici, Firenze 1892, pp. 327-340;C. Carpaneto da Langasco, Pammatone. Cinque secoli di vita ospedaliera, Genova 1953, pp. 13-20 (a p. 15 è riprodotta la statua del B. conservata ancora al Pammatone); F. Surdich, Genova e Venezia fra Tre e Quattrocento, in Collana Storica di Fonti e Studi, diretta da G. Pistarino, Genova 1970 (con ampia appendice documentaria contenente l'edizione di numerose fonti riferentisi al Bosco).