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CASINI, Bartolomeo

di François-Charles Uginet - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 21 (1978)
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CASINI, Bartolomeo

François-Charles Uginet

Figlio di Giovanni, medico di Urbano VI e Bonifacio IX, nacque probabilmente nella seconda metà del sec. XIV. Entrato nell'Ordine vallombrosano come monaco di S. Prassede a Roma, fu nominato nel 1399 abate di S. Trinità e S. Mustiola a Torri, nella diocesi di Siena, ma non riuscì a prendere possesso della sede per l'opposizione di un nobile senese, Benuccio de' Salimbeni.

Non potendo risolvere immediatamente la questione, Bonifacio IX ordinò al collettore della Tuscia di amministrare il monastero (29 marzo 1399). Il 17 ottobre dello stesso anno il C., vinta evidentemente la causa, s'impegnò a pagare il servizio comune, in ragione di 60 fiorini, per il possesso del suo beneficio. Nel marzo dell'anno seguente rinunciò al beneficio per quello di S. Pietro di Muscheto nella diocesi di Firenze, che conservò fino all'aprile 1407, quando divenne nuovamente abate di Torri impegnandosi a pagare il servizio comune non solo per questa investitura, ma anche per la prima, ancora da saldare.

Nulla si sa dell'effettiva attività del C. in questo periodo, ma si hanno motivi per credere che per ragioni di famiglia esercitasse funzioni nella Curia dell'obbedienza urbanista. I suoi parenti parteciparono al concilio di Pisa, ma i registri non indicano esplicitamente la sua presenza. Dovette comunque prendervi parte perché il 20 luglio 1409 Alessandro V lo nominò vescovo di Pesaro contro la volontà dei Malatesta, che continuavano a sostenere la causa di Gregorio XII. Il C. successe al cugino Antonio, la cui recente nomina da parte di Gregorio XII al vescovato di Siena fu confermata dallo stesso Alessandro V.

Da quel momento il C. parve divenire un attivo sostenitore dei pontefici di obbedienza pisana e particolarmente di Giovanni XXIII. Quest'ultimo, costretto ad abbandonare Roma nel giugno 1413 di fronte all'invasione armata di Ladislao re di Napoli, aveva accettato il suggerimento del re dei Romani, consistente nelVapertura di un concilio a Costanza a partire dal 1° novembre dell'anno seguente, e mandò quindi ambasciatori in tutta la cristianità. Il C. fu inviato come nunzio in Inghilterra insieme con il nipote del papa Marino Minutolo, gentiluomo napoletano e maresciallo della Curia, e il pisano Agostino di Lante, avvocato concistoriale.

Le lettere riguardanti la loro missione portano la data del 10 apr. 1414 e le bolle che annunciavano il loro arrivo al clero d'Inghilterra furono spedite il 3 aprile. Era stato loro ordinato di imporre al clero un tributo per finanziare la guerra contro Ladislao e permettere l'apertura del concilio; l'ammontare del tributo doveva essere consegnato personalmente al Casini. Questi era inoltre incaricato di predicare la crociata contro Ladislao alle stesse condizioni di una crociata in Terrasanta. I compagni del C. ritornarono sul continente senza di lui, poiché le lettere pontificie successive sono indirizzate al C. ed al collettore d'Inghilterra, il sulmonese Paolo Capogrossi, entrambi nella veste di nunzi pontifici. Il 18 agosto furono incaricati di imporre una cauzione di 10.000 fiorini al precedente collettore Marcello Strozzi, che avevano fatto imprigionare per peculato; il 9 febbr. 1415 ricevettero una lettera che ordinava loro di pagare degli emolumenti al pistoiese Antonio de' Baldinotti, familiare del papa, che si trovava in Inghilterra da oltre un anno.

Dopo aver assistito al concilio di Costanza, il C. fece ritorno in Italia. Nella sua diocesi riunì un sinodo i cui statuti vigevano ancora nel sec. XVII. Poco prima di partire per l'Inghilterra si era preoccupato di evitare l'alienazione definitiva di certi beni della mensa episcopale: una bolla del 27 marzo 1414 gli accordò l'esenzione dalle disposizioni di una bolla precedente, che concedeva ad un nobile pesarese, Ondedeo de' Ondedei, l'alienazione di feudi in enfiteusi da lui posseduti sui beni della Chiesa in tutto il territorio di Pesaro.

Il C. morì nel 1419, prima del 5 luglio, probabilmente nella sua diocesi.

Fonti e Bibl.: Arch. Segr. Vaticano, Reg. Lat. 172, f. 158v; Reg. Vat. 316, f. 151; 346, ff. 63, 64, 64v, 82, 105, 158v, 279; Obligationes et solutiones, 52, ff. 142., 153v; 57, f. 163v; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, II, Venetiis 1717, col. 851; Calendar of the entries in the papal registers... Papal letters, VI (1404-1425), a cura di J. A. TwemIow, London 1904, pp. 183-186; A. Garosi, La vita e l'opera di Francesco Casini archiatro di sei papi, in Bull. senese di storia patria, XLII (1935), p. 361; C. Eubel, Hierarchia catholica, I, Monasterii 1913, p. 395.

Vedi anche
abate Superiore di un monastero autonomo (sui iuris), proprio degli ordini benedettini e delle loro varie ramificazioni. Il nome deriva dalla parola aramaica ābā, (➔ abba) intesa come «padre». clero Complesso delle persone che appartengono all’ordine sacerdotale di una religione o di una Chiesa. In base all’ordinamento canonico (can. 232-239 e art. 4 del Nuovo concordato), fanno parte del clero cattolico diaconi, presbiteri e vescovi, ossia quei fedeli che hanno ricevuto il sacramento dell’ordine ... Simone Episcòpio Episcòpio, Simone. - Nome italianizzato (lat. Episcopius) di Simon Bishop o Biscop (Amsterdam 1583 - ivi 1643). Figura dominante dell'arminianesimo. Magister artium a Leida (1606), vi studiò anche teologia con F. Gomar e J. Arminius, del quale ultimo divenne presto seguace. Dopo la morte del maestro ... Terrasanta Nome con cui sono tradizionalmente indicati i luoghi della Palestina resi sacri dalla vita, dalla predicazione e dalla passione di Gesù Cristo.
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casino caṡinò s. m. [dal fr. casino, che a sua volta è dall’ital. casino]. – Lo stesso che casino, come casa da gioco.
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casiniano s. m. e agg. Chi o che si richiama alla linea politica di Pier Ferdinando Casini, esponente cattolico di centro. ◆ Quelli del Cdu, sistemati intorno all’antico e salutare Scudocrociato, fiutano l’aria e nicchiano. «Un manipolo...
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