BARTOLOMEO da li Sonetti
Marinaio veneziano del secolo XV, autore di un Isolario del mare Egeo. Di lui sappiamo solo quanto egli stesso scrive nella prefazione alla sua operetta. "Bon venitian", fu ufficiale di triremi per quindici volte, poi "patrone in nave" e navigò per incarico di nobili famiglie della sua città, quali i Loredan, i Barbarigo, gli Zorzi, i Mocenigo, i Basadonna, i Querini. Egli accostò più volte ogni isola ed ogni scoglio del mare Egeo e la perfetta conoscenza che ne conseguì gli permise "a contemplation de marinari et a piacere de tuti coloro che legerano" di stenderne la descrizione in settanta sonetti, accompagnati da quarantanove delineazioni cartografiche. La descrizione, dice B., deriva anzitutto dalla conoscenza diretta delle isole "chon lochio vedute ad una aduna e calchate col piede", ma anche da quanto ne scrissero gli antichi, come Pomponio Mela e Strabone e "altri asai che sula bianca carta descrito an de sto sito pontalmente"; tale descrizione vuole precisare la situazione geografica, le condizioni fisiche, antropiche, sociali, economiche, storiche delle Cicladi e delle Sporadi, la loro fauna e la loro flora. I sonetti di scarso valore poetico danno talora meno di quanto la prefazione dell'opera promette, pur non mancando di notazioni anche singolari. Le delineazioni cartografiche si attengono per il modo di disegnare le isole al consueto modello delle carte nautiche, ma sono prive di toponimi. Però in alcuni esemplari dell'Isolario è stata aggiunta da mano contemporanea alla stampa la toponomastica, frequentemente con varianti rispetto al testo descrittivo e più volte senza connessione fra testo e carta. Questa è sempre delimitata nel disegno da una circonferenza, che ha per centro una rosa di otto venti; dentro di essa stanno le isole, all'infuori delle maggiori, come Candia, che non sono interamente contenute dalla circonferenza. La successione delle isole descritte èapprossimativamente la seguente: dapprima le isole che costituiscono, per così dire, l'orlo meridionale dell'egeo, ossia Cerigo, Candia, Scarpanto e Rodi; poi, delle Cicladi e delle Sporadi meridionali, quelle che ad arco vanno da est ad ovest, quali Simi, Piscopi, Nisari, Stampalia, Nanflo, Sicandro, Milo con altre minori intermedie; indi un nuovo arco, e questo da ovest ad est, con Sifano, Fermenia, Micone, Pario, Nicsia, Amorgo, Lero ed altre più piccole. Seguono le Sporadi settentrionali, con un gruppo orientale, che comprende fra le altre Metelino e Tenedo ed un gruppo occidentale con Sciro, Negroponte ed altre. L'Isolario si conclude con la descrizione e la delineazione di Cipro, trattata separatamente in quanto estranea al mare Egeo. Dalla successione delle descrizioni e delle carte si ha quasi l'impressione che B. abbia avuto davanti a sé una carta nautica, mentre procedeva al suo lavoro.
L'Isolario consta di 56 fogli. Il testo poetico è stampato sul verso del foglio, la carta sul recto successivo, con eccezione di Micone, la cui delineazione è sul verso del foglio, mentre la descrizione è sul recto. Le carte sono incise in legno. Il volume non ha alcuna nota tipografica. Si ritiene che sia stato edito a Venezia, intorno al 1485, da Guilelmus de Panceretto, detto "Anima mia". L'opera è rara, se non di eccezionale rarità; in Italia sono quindici esemplari, altri si trovano in Austria, in Germania, in Francia, in Gran Bretagna, in America e nella Biblioteca Vaticana.
L'Isolario di B. rientra in quel tipo di opere,intermedio fra la carta nautica ed il portolano, che fiorì nei secoli XV e XVI. Il Liber insularum Archipelagi di Cristoforo Buondelmonti, del 1420-1422, servì forse di modello al libro di B.; della fine dello stesso secolo è l'Insularium illustratum di Enrico Martello; fra le compilazioni più tarde si possono ricordare quella di Benedetto Bordone e di Tomaso Porcacchi. L'Isolario di B. ebbe una seconda edizione nel 1532, arricchita da un mappamondo di F. Roselli.
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