BARTOLOMEO da Reggio
Chiamato nelle fonti anche B. "de Maranonibus" o "de Maronibus" o "de Maranonis", se ne ignorano l'anno di nascita, le relazioni familiari e le circostanze che, dopo averlo portato dalla nativa Reggio Emilia a Genova, gli consentirono l'ingresso nel capitolo metroipolitano. Lo si incontra per la prima volta nel 1279 tra i suddiacomi di S. Lorenzo, insieme a Pietro Cigala, figlio del noto trovatore Lanfranco. Da quest'anno fino al 1321, quando venne eletto arcivescovo della città, egli partecipò attivamente a tutta la vita capitolare, sia nelle sue manifestazioni più rilevanti, quali la stesura dei nuovi capitoli e la cura della "massaria", sia in quelle ordinarie di locazioni o permute di terre e di case. 2 presente alla firma della nuova distribuzione e regolamentazione delle prebende e delle nuove disposizioni circa le assenze dagli uffici da parte dei beneficiati minori; approva il tenore dei capitoli riguardanti le distribuzioni giornaliere ai canonici e le attribuzioni del massaro; accetta anch'egli la permuta delle prebende e concorre a determinare le modalità per la cessione in uso a terzi del refettorio del capitolo e le penalità da infliggersi ai canonici per le assenze non autorizzate .
Dal 1281 al 1284 fu vicario dell'arcivescovo di Genova, Bernardo Arimondi da Parma, in questioni riguardanti il capitolo. Nel 1316 era massaro di S. Lorenzo: il suo Liber massariae è il più antico della nutritissima serie dei "Libri del massaro" conservata nell'Archivio capitolare di S. Lorenzo; la sagacia e la notevole capacità amministrativa del futuro arcivescovo concorsero a renderlo anche il più ordinato e il più completo.
B. vi elenca, con ordine e precisione, tutte le locazioni di terre e di case con i rispettivi canoni, riporta i crediti non riscossi l'anno precedente, i censi dovuti al capitolo di S. Lorenzo da varie chiese, monasteri e ospedali; vi segna scrupolosamente, giorno per giomo, le offerte raccolte in S. Lorenzo, le numerose spese ordinarie e straordinarie con le causali, i redditi delle compere dei sale, le paghe dei canonici e quelle dei cappellani; insieme ricorda, per la loro generosità verso il capitolo o nell'annìversario della loro morte, papi, arcivescovi di Genova o vescovi suffraganei, autorità politiche, nobili e artigiani.
Nel 1321, alla morte di Porchetto Spinola, arcivescovo di Genova dal 1299, frate minore e fiero ghibellino, il capitolo di S. Lorenzo chiamò alla successione B. che, nel frattempo, era diventato diacono. La scelta operata dai canonici, considerato il particolare momento storico caratterizzato dalla prevalenza in città della fazione guelfa - dal 1318 Roberto d'Angiò era signore di Genova anche a nome del papa - che tuttavia si trovava in difficoltà per il continuo assedio operato dai ghibellini fuorusciti, sostenuti e capitanati dai Visconti, può essere una tacita indicazione circa le preferenze politiche del nuovo arcivescovo; questi andrebbe perciò considerato come guelfo oppure addirittura come estraneo alle due fazioni, eletto in funzione di una pacificazione degli animi e di un miglior governo spirituale della città. Ad elezione capitolare avvenuta, B. si recò ad Avignone per ottenere la conferma dell'elezione da parte di Giovanni XXII, conferma che ottenne il 18 luglio. Da Raimondo, vescovo di Ostia, venne consacrato il 2 agosto. Il 12 agosto ottenne licenza di lasciare la corte pontificia e il 23 o il 26 ottobre prese solennemente possesso della sua arcidiocesi.
La scarsità delle testimonianze superstiti non permette di ricostruire, anche a grandi linee, il quadro dell'opera quasi trilustre di B. arcivescovo. Uno dei suoi primi interventi deve essere stato quello del 23 nov. 1321, col quale venne eretta la confraternita di S. Giovanni Battista che, aggregata alla chiesa metropolitana di S. Lorenzo, era destinata ad una storia gloriosa ed era ancora fiorente alla fine del sec. XVI. Nel 1323, per motivi a noi ignoti, B. impose una colletta all'arcidiocesi, parallela a quella che già veniva riscuotendo il legato pontificio, cardinale Bertrando del Poggetto, per la quale il capitolo della cattedrale venne gravato di 7 lire e 15 denari di genoviiii .
Numerose e, a quanto pare, sempre improntate a grande comprensione anche nei momenti di contrasto furono le sue relazioni con il capitolo della cattedrale, dal quale, peraltro, egli proveniva, e nel quale doveva contare numerosi amici. Nel 1326 emise una condanna contro il prete Guglielino di Tealdo, ministro della chiesa dei SS. Guglielmo e Bemardo di Multedo, per una accusa mossa contro di lui da Paganino di Fredenzio. Essendo Guglielmo di Tealdo anche cappellano di S. Lorenzo, il capitolo contestò a B. la giurisdizione su di lui e dichiarò nulla la condanna. La decisione della controversia venne rimessa all'arbitrato di Ugolino, priore di S. Antonio, il quale, coll'aiuto di giureconsulti amici delle due parti, sentenziò per un compromesso onorevole per tutti. Nell'anno successivo, come anche nel 1330, l'arcivescovo compì la visita canonica del capitolo. Nel 1327 accettò in Genova i servi di Maria e concesse loro la facoltà di costruire una casa.
Il 1328 è l'anno del tentativo dell'antipapa Niccolò V di insediare a Genova un arcivescovo suo fautore nella persona del frate minore Berengario de Mari, ghibellino: il tentativo fallì per l'unanime opposizione del popolo e delle autorità e ad essa non deve essere stata estranea naturalmente l'azione di Bartolomeo. Fu, forse, per ricompensare la sua fedeltà, che Giovanni XXII gli concesse il 10 marzo 1329 alcuni privilegi, come quello di assegnare a persone idonee, di sua scelta, la prepositura di S. Stefano di Rapallo e la pieve di S. Ambrogio di Uscio, riservate alla Santa Sede e, nel 1329, vacanti e molto impoverite per danni di guerra, e quello, del 6 maggio 1333, di concedere, per una volta soltanto, l'indulgenza plenaria in articulo - mortis.
Nel 1-3-34 Giovanni XXII incaricò B. di intervenire in favore di Tedesco, vescovo di Noli, che doveva restituire ai suoi creditori la somma di 1600 fiorini presi in prestito "pro recuperando... episcopatu".
B. morì nel 1335: sono controversi il mese e il giorno. Due obituari dell'Archivio di S. Lorenzo, che risalgono nella loro parte più antica alla fine del sec. XIII-inizio del XIV, ne fissano la morte uno al 14 settembre, festa dell'esaltazione della Croce, l'altro al 14 ottobre. L'Eubel la colloca al 13 dicembre. Anche accordando la preferenza alle fonti genovesi, per la loro vicinanza agli avvenimenti, non è possibile risolvere definitivamente la questione .
Fonti e Bibl.: Genova, Arch. capitolare di S. Lorenzo, Libri del massaro,n. 1 (1316); n. 3, (1323), C. 19v non numerata; n. 5 (1327), c. Ultima r; n. 6 (1330), C. 52r non numerata; codd. 309, cc. XXIIII r-LV r; 310, Cc. XXXX r-CCLXV r, CCCX r; 439, C. 78 r; 440, Cc57 v; A. Marana, Notulario capitolare [sec. XVIII, ms. ad annos 1321-1335; Arch. di Stato di Genova, Archivio Segreto, Abbazia di Santo Stefano,mazzo IV; Bullarium franciscanum,a cura di C. Eubel, V, Romae 1898, ]p. 353 n. 3, p. 424 n., doc. 837, pp. 457-458; Jan XXII, Lettres communes, VIII, a cura di G. Mollat, Paris 1924, n. 44707; XII, ibid. 1932'n. 60261; XIV, ibid. 1933, n. 62813; D. Puncuh, Liber Privilegiorum ecclesiae Ianuensis,in Fonti e studi di storia ecclesiastica, I, Genova 1962, docc. 168 ' 79, 190, 219, 220; Id., I più antichi staZi del capitolo di San Lorenzo di Genova,in Atti d. Soc. ligure di storia Patria,n. s., 11, 2, LXXVI (1962), pp. 4s-69; Georgii Stellae Annales Genuenses ab anno MCCXCVIII usque ad finem anni MCCCCIX deducti,in Rer. Italic. Script., XVII, Mediolani 1730,coll. 1045-1069; A. Giustiniani, Annali della Repubblica di Genova, II, Genova 18-35, pp. 31-58; G. B. Semeria, Secoli cristiani della Liguria, I, Torino 1843, pp. 139-140; C.Eubel, Der Gegenpapst Nikolaus V und seine Hierarchie,in Historisches 7ahrbuch, XII (1891), p. 306; C.Eubel, Hierarchia catholica..., I, Monasterii 1913, p. 281; D. Cambiaso, L'anno ecclesiastico e le feste dei santi in Genova nel loro svolgimento storico,in Atti d. soc. ligure di storia patria, XLVIII (1917), pp. 324, 325, 332; Dict. d'Hist. et Géogr. Ecclés., VI, coll. 1004 S.