BARTOLOMEO di Francesco da Bergamo (B. Bergamasco)
Attivo a Venezia nella prima metà del sec. XVI, collaborò con vari lapicidi e architetti lombardi. Per Tullio e Antonio Lombardo pare abbia eseguito, già nel 1506, alcune decorazioni nella cappella Zen in S. Marco; e in un contratto del 27 maggio 1513 Tullio Lombardo si impegna a pagare, con altri, "ser Bortholamio da Bergamo" per non specificati lavori da eseguire nella stessa cappella (Documenti.. * p. 24). Per l'altare maggiore di S. Rocco scolpi una statua dedicata al titolare, collocata al centro di un complesso cui l'architetto V. Fantoni, bergamasco, insieme con i figli e G. M. Mosca, lavorò dal 1517 al 1524 (Paoletti, p. 281). Quando G. dei Grigi, bergamasco, fu incaricato, con contratto del 6 dic. 1523, di un altare per Verde Scaligera, figlia di Mastino, da eseguirsi a S. Maria dei Servi, "Maistro Bortolamio di Francesco da Bergamo schultor abitante a Santo Apostolo" era presente, e il 21 ag. 1524 accettò di scolpirvi una Maddalena per 40 ducati (Paoletti, p. 282). Distrutta la chiesa, la statua fu sistemata in SS. Giovanni e Paolo. Il 22 febbr. 1524 fu "contado a m.ro Bortolamio da bergomo scultor (sta a santo apostolo) per capara et a bon conto... die far quadretti n.O 4 del bronzo soazadj (incorniciati) atomo con algunj Schudj bizarj jn cadaun de loro con larma querina dentro con algune lettere dieno esser grossi un dedo minuelo (dito mignolo)...L- 3" (Paoletti, p. 228 n. 2): rilievi e stemma dei Querini sono dispersi per la distruzione di S. Andrea della Certosa, ove si trovavano. Il Temanza e, sulla sua fede, i biografi posteriori, attribuiscono a B. tre statue marmoree di santi, eseguite per S. Giminiano, e trasferite, per l'abbattimento della chiesa, prima nella villa Pisani di Stra, e di recente e Venezia nella chiesa dei Cavalieri di Malta. Gli sono inoltre attribuite, senza documentazione, le statue di S. Giovanni Battista e S. Margherita, poste all'estemo della Cappella Emiliana, annessa alla chiesa di S. Michele in Isola. Altre opere gli sono attribuite, ma senza alcun fondamento, anche perché lo scultore èstato spesso confuso con Bartolomeo Bon, autore, tra l'altro, della Porta della Carta, vissuto alcuni decenni prima; e con un altro Bartolomeo Bon, contemporaneo del nostro e proto del palazzo ducale.
B. amava la classicità, e ad essa si ispirava componendo statue grandiose, solennemente panneggiate, lavorate con accuratezza e tecnica perfette. Pur essendo contemporaneo dei Lombardo e spesso loro collaboratore ed interprete, egli, decisamente inserito nel gusto cinquecentesco, prepara l'ambiente veneto al lungo soggiorno ed alla molteplice attività di Iacopo Sansovino.
Fonti e Bibl.: F. Sansovino, Venezia città nobilissima et singolare...,Venezia 1663, p. 110; Venezia, Bibl. del Seminario Patriarcale, ms. 796, T. Temanza, Zibaldon di memorie storiche...,1738, ad vocem; P.Selvatico, Sulla architettura e sulla scultura in Venezia, Venezia 1847, p. 170; Documentiper la storia dell'augusta ducale Basilica di San Marco in Venezia, Venezia 1886, p. 24; P. Paoletti, L'architettura e la scultura del Rinascimento in Venezia, II, Venezia 1893, pp. 228, 245, 281 S.; 295; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, X, 1, Milano 1935, pp. 422, 424, 426; G. Lorenzetti, Venezia e il suo estuario, Roma 1956, pp. 344, 368, 588, 785, 857; L. Angelini, Bartolomeo Bono e Guglielmo d'Alzano, Bergamo 1961, pp. 45-49; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, 11, 10. 570; Encicl. Ital., VI, p. 253.