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Facio, Bartolomeo

di Francesco Tateo - Il Contributo italiano alla storia del Pensiero - Storia e Politica (2013)
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Bartolomeo Facio

Francesco Tateo

S’incontrò e si scontrò con Lorenzo Valla sul piano della più schietta professione umanistica, l’arte del dire, la storiografia, l’etica, senza farsi coinvolgere però dagli aspetti più acuti e specifici della dialettica e della filologia, un suo coetaneo, Bartolomeo Facio (La Spezia 1405 ca.-Napoli 1457), anche lui passato attraverso i centri più rinomati dell’epoca, da Pavia a Venezia, da Roma a Napoli, per svolgere il compito d’insegnante pubblico e privato, ma anche quello di notaio, di cancelliere e di ambasciatore: fu infatti precettore dei figli del doge Francesco Foscari, di altri patrizi veneziani e del doge genovese Francesco Adorno, e fu inviato ambasciatore a Napoli da parte della Repubblica di Genova. Ai tempi di Niccolò V tentò di entrare nella cancelleria pontificia, fu in relazione con Guarino Guarini, che lo introdusse a Venezia, con Poggio Bracciolini, che lo sostenne nella composizione dell’Invectiva in Vallam (1446), e con il Panormita, che gli fu particolarmente amico e con il quale fu alleato nella polemica contro Valla.

Argomenti che furono propri di Valla trattò Facio nel De differentiis verborum (1436 ca.), sul significato dei vocaboli e sui sinonimi, un manuale d’impronta scolastica che figura manoscritto anche con il titolo di Elegantiae; nel De vitae felicitate (1445), dove in un dialogo tradizionalmente impostato sulla controversia fra vita attiva e vita contemplativa il Panormita figura (contrariamente al De voluptate) difensore di quest’ultima, e nel De excellentia et praestatia hominis, che riguarda un tema caro agli umanisti, ma da lui tutt’altro che problematicamente svolto con riferimento alle difficoltà teologiche del libero arbitrio, come da Valla.

Le sue ambizioni di storico e di narratore d’impostazione retorica, e ben lontane dall’esperienza storiografica di Valla, si rivelano però in un racconto sulle origini della guerra fra Galli e Britanni, nella lunga narrazione in versi del De bello Clodiano (1444), nell’eloquente traduzione della novella X 1 del Decameron e, soprattutto, nel De rebus gestis ab Alphonso primo Neapolitanorum rege (1451-57), opera storica in dieci libri, che deriva dalla committenza regia e dove il prevalente modello liviano s’intreccia con quello cesariano, rispondendo a un preciso intento ideologico di legittimazione del monarca aragonese. Il dissidio fra i due umanisti si acuì per varie ragioni, da una parte per le critiche rivolte da Facio all’opera storica di Valla, e per l’appoggio dato alle accuse rivolte a quest’ultimo dall’Inquisizione, dall’altra per il duro attacco da parte di Valla alle annotazioni su Livio e alla storia veneta di Facio. Ma fra le critiche rivolte da Valla a Facio ne figura una particolarmente significativa per il profilo dei due umanisti, ed è quella rivolta da Valla alla struttura incongrua con lo statuto dialogico del De vitae felicitate, dove non vi sarebbe traccia di reale scontro dialettico (introduzione all’Antidotum in Facium, a cura di M. Regoliosi, 1981, p. XXXIII). Segno evidente della consapevolezza metodologica di Valla, a differenza del suo avversario, nell’affezione allo scontro polemico e ad accentuare i termini delle contese.

Vedi anche
Beccadèlli, Antonio, detto il Panormita Poeta umanista (Palermo 1394 - Napoli 1471). Nel 1420 era a Siena, negli anni seguenti lo troviamo a Firenze e Pistoia da dove, nel 1425, passò a Bologna ove pubblicò l'Hermaphroditus, raccolta di epigrammi licenziosi, satirici ed encomiastici, cui deve la sua fama. Nei primi mesi del 1429 era a Pavia ... Colantònio Pittore (attivo a Napoli tra il 1440 e il 1470). Il suo nome, che compare nella lettera sulla storia dell'arte napoletana di P. Summonte (1524), è legato al polittico per la chiesa di S. Lorenzo Maggiore, di cui rimangono un S. Girolamo nello studio e un S. Francesco che consegna la regola (Napoli, Mus. ... Guarino Veronese (lat. Guarinus Veronensis o de Guarinis). - Umanista (Verona 1374 - Ferrara 1460). Autore di numerosi testi scolastici e traduttore, tenne una scuola a Venezia (1414), di cui fu allievo Vittorino da Feltre,  quindi fu attivo a Ferrara, dove costituì un cenacolo umanistico che ne animò la vita intellettuale. ... Bartolomeo Sacchi Umanista italiano, più noto come il Platina.
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  • BIOGRAFIE in Storia
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Altri risultati per Facio, Bartolomeo
  • Fàcio, Bartolomeo
    Enciclopedia on line
    Storico umanista (La Spezia 1400 circa - Napoli 1457), discepolo di Guarino Veronese. Nel 1444, mandato ambasciatore di Genova al re Alfonso di Napoli, ne divenne segretario e storiografo regio. La sua opera maggiore è il De rebus gestis ab Alphonso I (in 10 libri, sino al 1455). Pregevoli le biografie ...
  • FACIO, Bartolomeo
    Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 44 (1994)
    Paolo Viti Figlio di Paolino, nacque a La Spezia, probabilmente prima del 1405, e comunque non oltre il 1410. La sua famiglia, originaria di Fabiano (una frazione poco lontana dalla città) aveva avuto, nella seconda metà del Trecento, un avo, "ser Facius", il quale esercitò la professione notarile ...
  • FACIO, Bartolomeo
    Enciclopedia Italiana (1932)
    Nacque alla Spezia verosimilmente nell'anno 1400; morì a Napoli nel novembre 1457. Discepolo di Guarino a Verona dal 1420 al 1426, fu poi istitutore privato a Venezia dei figli del doge Francesco Foscari. Partito di là verso la metà del 1429, si trasferì a Firenze e poi a Genova, dove dal 1430 al 1434 ...
Vocabolario
fàcere
facere fàcere v. tr. – Forma letter. ant. dell’infinito del verbo fare, che riproduce la forma lat. facĕre e che si conserva nelle forme normali della coniugazione facevo, facessi, ecc. (e, con rafforzamento della c, in faccio, facciamo,...
faciménto
facimento faciménto s. m. [der. di fare, ant. fàcere], ant. – L’atto, l’operazione del fare.
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