FERRINI (Ferrino), Bartolomeo
Nacque a Ferrara da povera famiglia nel 1508 (come si ricava dall'età raggiunta nell'anno di morte). Terminati gli studi di grammatica, dedicò quattro anni a quelli giuridici per accedere poi, tramite il segretario B. Pistofilo, alla Cancelleria estense con un incarico, quello di cancelliere, che la sua bassa condizione non avrebbe lasciato sperare. Alfonso I e poi Ercole II d'Este lo inviarono ambasciatore a Lucca, a Firenze, a Mantova, Bologna e Venezia, dai commissari del papa in Romagna e nelle Fiandre al seguito dell'imperatore Carlo V in guerra.
Amante delle lettere, il F. coltivava sul versante classico la lettura di Cicerone, Sallustio e Cesare, su quello religioso di s. Paolo, s. Agostino, s. Ambrogio, s. Gerolamo. La sua biblioteca si arricchì alla morte del Pistofilo, che lo lasciò erede della propria.
Sappiamo anche della breve malattia che, durante un'ambasceria a Modena, colpì improvvisa il F., costringendolo a rientrare a Ferrara dove morì dopo sei giorni di febbri il 6 ott. 1545, lasciando la moglie Caterina Fugazzo, figlia di un ricco mercante, in attesa del settimo figlio.
Al di fuori della cerchia dei dotti amici acquisiamo le sole altre date certe dal Frizzi, che da fonti diverse riporta gli esordi dell'attività politica del F. inviato nel 1531 al seguito del conte A. Bevilacqua, ambasciatore a Modena. Si menziona inoltre un episodio che dovrebbe confermare la posizione di rilievo rapidamente raggiunta a corte: nel 1534 il giovane cancelliere recitò l'orazione in morte del duca Alfonso I. Lillio Gregorio Giraldi stesso riafferma la perizia del F. nella composizione di epistole sia latine sia volgari e alla memoria di lui dedica il syntagma su Minerva del suo De deis gentium, trovando quanto mai adeguato offrirgli uno studio sulla dea della virtù e della prudenza oltre che della sapienza.
Della produzione in prosa del F. si conserva però soltanto l'orazione volgare sulla virtù, recitata all'Accademia degli Elevati, fondata nel 1540 da A. Lollio e presieduta dal grecista M. A. Antimaco; ad essa il F. partecipò fra i primi insieme con C. Calcagnini e agli altri eruditi ferraresi.
Le relazioni personali e culturali del F. furono alquanto intense come ci testimoniano ben sedici lettere inedite del Lollio, spesso lamentando i troppi impegni che distraevano l'amico da una più fitta corrispondenza, e sei lettere inviate da B. Ricci, alcune delle quali disquisiscono su luoghi di Cicerone, Sallustio e Catullo, più una settima, datata 1539, che è il trattatello De Consilio principis. Non si può trascurare che parte di questo scambio traeva origine dalla posizione assunta dal F. in quanto segretario ducale: l'esposizione del Ricci sulla opportunità di un precoce insegnamento del latino non è una lezione di principi e di metodo, ma una elegante sollecitazione a favorirlo nell'incarico di precettore del piccolo Alfonso d'Este. Nell'anno stesso, 1539, egli riuscì nel suo intento proprio grazie al F. cui rimase legato oltre la morte, come dimostrano i vari tentativi di sensibilizzare Ercole II ed altri notabili alle difficoltà in cui versavano la vedova ed i figli, di cui il Ricci tenne a lezione il primogenito.
Il F. doveva intrattenere anche una corrispondenza poetica, di cui ci è rimasto un sonetto, con replica, ad E. Bentivoglio (Rime di diversi autori..., p. 378) e due epitalami al medico tedesco J. Sinapio (Epithalamia, pp.122 s.). Fra le altre poesie d'occasione un sonetto in lode del futuro Enrico II di Francia (Rime diverse di molti..., p. 38), alcuni di compianto per la morte del caro Calcagnini, uno per quella di F. M. Molza e una stanza isolata evidentemente in morte di L. Ariosto (Rime scelte...,pp. 74-79). Non mancano le esercitazioni petrarchesche sull'amore e la poesia (ibid.) ed addirittura una stilnovistica che ha per protagonista L. G. Giraldi (Rime di diversi eccellenti..., p. 200). Il F. compose anche sonetti religiosi (ad es. sull'Incarnazione, Crocefissione e Resurrezione di Cristo: ibid. e Rime scelte). Ma complessivamente le poesie antologizzate, una ventina, non escono dai limiti di un diffuso apprendistato tecnico e non molte altre se ne conoscono inedite (un codice a Benedello e due a Ferrara).
Opere: Ferrara, Biblioteca comunale, Mss. I, 341, sec. XVIII: Poesie e prose di B. Ferrini (cfr. G. Antonelli, Indice dei manoscritti della Civica Biblioteca di Ferrara, Ferrara 1884, p. 173). Benedello-Pavullo nel Frignano, Racc. Ca' d'Orsolino, ms. 561, sec. XVIII: Rime di B. Ferrini, cc. 2-10 (cfr. G. Mazzatinti-A. Sorbelli, Inventari dei manoscritti delle biblioteche d'Italia, LIX, pp. 89 s.). Ferrara, Bibl. com., Coll. Antonelli, 342, sec. XVIII: Compendio della Accademia dei Signori Elevati (cfr. P. O. Kristeller, Iter Italicum, I,p. 61). Udine, Biblioteca comunale, Fondo principale, ms. 47, sec. XVIII 1 son. in una raccolta religiosa, p. 73 (cfr. Mazzatinti-Sorbelli, XLVI, p. 131). Ferrara, Bibl. com., Mss. I, 145 A: Alberti Lollii Epistularum libri XI, lettere al F. nelle cc. 59r, 60v, 62v, 65r, 68r, 69r, 72v, 84v, 88r, 91r, 101r, 116r, 119r, 120v, 121v, 126v, 129v (cfr. Mazzatinti-Sorbelli, LIV, pp. 204-08 e 210 s.). Epithalamia diversorum in nuptias Ioan. Sinapii Germani, et Franciscae Bucyroniae Gallae, in L. G. Giraldi, Herculis vita, Basileae 1539, pp. 122 s. Sue composizioni si trovano anche in Rime diverse di molti eccellentissimi autori nuovamente raccolte, I,Vinetia, Giolito, 1545, pp. 37 s.; Rime di diversi eccellenti auttori raccolte dai libri da noi altre volte impressi, Vinegia, Giolito, 1553, pp. 197-200; Oratione, in Diverse orationi volgarmente scritte da molti huomini illustri de tempi nostri,I,Venetia 1561, cc. 30-34 (ma cfr. F. S. Quadrio, Della st. e della ragione d'ogni poesia, Bologna 1739, I, p. 70), poi in F. Sanseverino, Delle orazioni volgarmente scritte da diversi uomini illustri, ILione 1741, pp. 255-62. [Rime di diversi autori s.l. né d.], p. 378; Rime scelte de' poeti ferraresi antichi e moderni, Ferrara 1713, pp. 74-79; G. Baruffaldi, Rime serie e giocose, Ferrara 1786, I, p. 228.
Fonti e Bibl.: A. Lollio, Oratione ... nella morte del gentilissimo giovane m. B. F. ..., Vinegia 1547 poi con varianti in F. Sanseverino, Delle orazioni...,I,pp. 316-28; M. A. Maioragio, De mutatione nominis, Mediolani 1547, p. 52 (ma senza numerazione); L. G. Giraldi. Dialogi duo de poëtis nostrorum temporum, Florentiae 1551 (ried. a cura di K. Wotke, Berlin 1894, pp. 77 e 91); Id., De deis gentium, Basileae 1560, p. 326; A. Sardi, Discorsi del s. A. Sardo. Delle bellezze. Della nobiltà. Della poesia di Dante. Dei precetti historici...,Venetia 1586, p. 134; B. Ricci, Operum tomi tres, Patavii 1748, I, pp. 72-83; II, pp. 23, 299, 302 s., 548, lettere al F. pp. 534-48 e 594-97 (di nuovo nel III, pp. 136-41); A. Libanori, Ferrara d'oro imbrunito, Ferrara 1674, III, p. 53; G. A. Barotti, Difesa degli scrittori ferraresi, s. l. né d., p. 116; G. Fontanini, Biblioteca dell'eloquenza italiana, con le annotazioni di A. Zeno, Venezia 1753, I, p. 173; G. A. Barotti, Memorie istoriche di letterati ferraresi, Ferrara 1792, I, pp. 281-85; A. Frizzi, Memorie per la storia di Ferrara, Ferrara 1796, IV, pp. 296, 307, 323; L. Ughi, Diz. stor. degli uomini illustri ferraresi, Ferrara 1804, pp. 214 s.; A. Lazzari, Un umanista romagnolo alla corte di Ercole II d'Este. B. Ricci da Lugo, in Atti e mem. della Deput. ferrarese di storia patria, XXI (1912), pp. 55 s., 60, 63, 65, 72, 77-80, 87 n. 113, 157, 183, 220; R. Verdina, E. Bentivoglio, scrittore di satire e di commedie del sec. XVI, in Mem. dell'Acc. delle scienze di Torino, classe di scienze morali, LXVIII (1936), p. 17.