Teologo e storico (Lucca 1236 circa - Torcello 1327). Di agiata famiglia mercantile, entrato nell'ordine domenicano, fu discepolo e confessore di s. Tommaso a Napoli (1273-1274). Tornato in patria verso il 1285, fu più volte priore del convento di S. Romano e prese anche parte attiva alle vicende della sua città; nel 1309 si recò ad Avignone, dove rimase, con qualche interruzione, fino al 1318. Nominato in quell'anno vescovo di Torcello, sostenne lunghi contrasti col patriarca di Grado, dal quale fu scomunicato (1321); vide però riconosciuti i suoi diritti da Giovanni XXII nel 1323. Noto per aver condotto a termine, come oggi riconosce concordemente la critica, il De regimine principum di s. Tommaso (dal cap. V del libro II in poi), il F. è un sostenitore dell'intervento diretto (potestas directa) del papa nel dominio temporale (Determinatio compendiosa de iurisdictione imperii). Particolarmente notevoli le sue due opere storiche, la Historia ecclesiastica nova in 24 libri dalla nascita di Cristo al 1312 (ma si discute fin dove sia opera del F.) e gli Annales Lucenses dal 1061 al 1303, una delle migliori fonti annalistiche lucchesi, in cui si elaborano cronache antecedenti, oggi perdute, documenti cittadini e anche ricordi personali, specialmente per gli anni successivi al 1260.