FIORAVANTI (Fieravanti), Bartolomeo
Figlio di Ridolfo, fratello di Fieravante e zio di Aristotele, nacque nel 1390 circa a Bologna, dove svolse la sua attività di scalpellino, capomastro muratore, imprenditore edile ed ingegnere; nel 1410, come scalpellino, era membro della Compagnia dei Battuti.
Dal 1423, come imprenditore e capomastro muratore, il F. diresse i lavori del palazzo dei Notai, dove fu presente anche nel 1437 e nel 1454 per occuparsi del riassetto e della decorazione della gran sala (Malaguzzi Valeri, 1898, p. 170; Zucchini, 1912, p. 76). Nel maggio 1430, poco prima della partenza da Bologna del fratello, fu pagato per una fornitura di pietre lavorate destinate a pilastri, mura e volte del lato del palazzo pubblico in corso di rifacimento da parte di Fieravante (Ricci, 1891, p. 101). Di due anni più tardi è l'impegno del F. con la Comunità di Tossignano per la costruzione di un arco di ponte sul fiume Santerno, che egli avrebbe realizzato anche come imprenditore (Gualandi, 1844, pp. 3 ss.; Mondani Bortolan, 1976, p. 230), sulla strada che unisce Imola a Fiorenzuola.
Ancora a Bologna, per il palazzo del Podestà, tra il 1438 ed il 1440 costruì la scala del cortile, esterna e forse coperta in legno, e la loggia a due piani di collegamento tra il palazzo di re Enzo ed il salone bentivogliesco, fornendo e stimando pietre ed altri materiali da costruzione; del 1442 è l'ultimo pagamento a saldo di questi lavori (Zucchini, 1912, pp. 68-76). Per lo stesso palazzo nel 1450 e nel 1453 restaurò le botteghe poste sotto il portico romanico detto "volte dei Merzari" (Malaguzzi Valeri, 1895, p. 246; Zucchini, 1912, p. 76). Un documento del 1447 informa che, evidentemente dopo la morte del fratello, il F. divenne fideiussore del nipote Aristotele (Gualandi, 1844, p. 193).
Nel 1453 il F., con l'architetto G. Balzani, si impegnò a compiere un lavoro imprecisato. In questi anni, con Aristotele ed altri soci, gestiva il mulino di Castenaso e per questo. nel 1455, si era indebitato (Mondani Bortolan, 1976, pp. 230 s.). Per tali ragioni, forse, la sua presenza sui cantieri fu discontinua: negli anni 1459-60, con alcuni garzoni di bottega, eseguì e collocò nel chiostro del convento di S. Michele in Bosco alcuni monumenti sepolcrali (Malaguzzi Valeri, 1895, p. 20). Nel 1459 dalla moglie Camilla Castagnoli ebbe il figlio Giovanni (Ricci, 1891, p. 94), mentre già grande era la figlia Caterina (Mondani Bortolan, 1976, p. 229). Ma nel settembre del 1462, sulla strada di Beverava, poco lontano da Bologna, morì ferito in una contesa.
Più volte massaro dell'arte dei muratori e ingegnere del Comune di Bologna, egli non sembra avere la stessa cultura del fratello e del nipote: a differenza di essi appare infatti ancora legato ad una manualità medioevale, dalla quale non seppe (o non volle) staccarsi, forse senza capire la trasformazione del cantiere che stava avvenendo e che avrebbe fatto dell'architetto una vera e propria figura professionale.
Fonti e Bibl.: M. Gualandi, Memorie originali risguardanti le belle arti, V, Bologna 1844, pp. 3 ss., 193; C. Ricci, Fieravante Fieravanti e l'architettura bolognese nella prima metà del sec. XV, in Arch. stor. dell'arte, IV (1891), p. 94; F. Malaguzzi Valeri, Der Palast des Podestà in Bologna, in Repertorium für Künstwissenschaft, XVIII (1895) p. 246; Id., La chiesa e il convento di S. Michele in Bosco, Bologna 1895, p. 20; Id., Il palazzo e la cappella dei Notai in Bologna, in Repertorium für Kunstwissenschaft, XXI (1898), pp. 170 ss.; Id., L'architettura a Bologna nel Rinascimento, Rocca San Casciano 1899, pp. 36, 147; G. Zucchini, Il palazzo del Podestà di Bologna. Nuovi doc. e note, Bologna s. d. (ma 1912), pp. 68 ss.; L. Beltrami, Vita di Aristotile da Bologna, Bologna 1912, pp. 16, 19, 102; L. Sighinolfi, Un grande architetto e idraulico bolognese del sec. XV, Aristotele Fioravanti, in Il Comune di Bologna, XII (1926), p. 498; Id., La chiesa e l'oratorio dell'ospedale di S. Maria della Vita..., Bologna 1927, p. 14; G. Mondani Bortolan, La famiglia degli architetti Fioravanti nella società bolognese del secolo quindicesimo, in Arte lombarda, n.s., n. 44/45 (1976), pp. 228-232; U. Thieme - F. Becker, Künstlerlexikon, XI, pp. 593 s.; Enc. Ital., XV, pp.237 s.