GONZAGA, Bartolomeo
Uomo d'armi e podestà in diverse città italiane, nacque nell'ultimo terzo del Trecento: permane una sostanziale incertezza sulla sua ascendenza, anche se è indubbia la sua appartenenza alla dinastia gonzaghesca.
Il Litta (rifacendosi all'Amadei) parla, in modo decisamente poco chiaro, di tre possibili Bartolomeo, mescolando fra loro le notizie. Presenta infatti un primo Bartolomeo, figlio di Filippino di Corrado, quartogenito di Luigi (I); un secondo Bartolomeo figlio di Febo, figlio naturale di Ludovico (II), confondendolo con il primo; un terzo infine, giurista, cui vengono attribuite le cariche rivestite dal G. negli anni Venti del Quattrocento, figlio di Ludovico (II). Il primo Bartolomeo, secondo il genealogista milanese, fu padre a sua volta di un Malatesta poi vicario e podestà nel contado mantovano fra i tardi anni Trenta e i primi Settanta del Quattrocento e del più celebre Galeazzo da Mantova (Galeazzo Cattaneo), condottiero di una certa rinomanza fra la fine del XIV e i primi anni del XV secolo. Nel riepilogare i membri della famiglia Gonzaga vivi nel 1478 alla morte del marchese Ludovico III, F. Amadei annovera fra loro anche un Malatesta, di 65 anni, figlio postumo di Bartolomeo Gonzaga.
Un ulteriore elemento di confusione in merito alla figura del G. viene dalle fonti documentarie mantovane: la cronica del consorzio assistenziale laico di S. Maria della Cornetta di Mantova (fonte di provata affidabilità, anche nei dettagli) riporta infatti il nome di un Bartolomeo di Giovannino Gonzaga, miles, iscritto fra i consorziati nel 1407 (nel momento cioè della redazione della cronica, quando vennero riformati gli statuti dell'ente dall'abate Antonio Nerli), residente a Mantova nella contrada di S. Tommaso, che viene detto morto il 30 apr. 1423.
Sempre nel 1407 si iscrisse al consorzio anche Marsilio di Giovannino Gonzaga, morto anch'egli nel 1423: in questo Giovannino, fratello di quell'Antonio da cui derivarono i rami gonzagheschi che giunsero al potere con Luigi (I), va ravvisato uno degli Anziani del Comune al momento dell'assunzione del capitanato da parte di Guido Gonzaga nel 1360, nonché, insieme con il figlio Marsilio, uno dei centurioni del Consiglio che nel 1388 approvarono l'attribuzione del capitanato della città a Francesco Gonzaga. La data della morte di Bartolomeo di Giovannino riportata dalla cronica del consorzio, successiva alle notizie del suo capitanato del Popolo a Firenze e delle sue cariche romane, lascia supporre si tratti del Gonzaga. Il dettaglio della nascita postuma del figlio Malatesta (che avendo, secondo l'Amadei, 65 anni nel 1478, retrodata la morte del padre Bartolomeo al 1413) farebbe invece sospettare che i personaggi fossero due, il condottiero, figlio di Filippino e padre di Malatesta, morto nel 1413, e il giurista, figlio di Giovannino, di cui peraltro non si ha alcuna notizia prima di rinvenirlo, in età matura, a Firenze, a Roma e a Perugia, morto nel 1423.
In mancanza di prove risolutive, valutando i dati documentari e cronachistici, siamo spinti a credere che si trattasse di un uomo solo e che l'Amadei, sovente fantasioso nelle sue ricostruzioni, abbia equivocato sulla data della morte del Gonzaga. Questo unico Bartolomeo, figlio quindi di Giovannino, nacque probabilmente tra il sesto e il settimo decennio del Trecento: mentre combatteva a Governolo nel 1398, venne definito dall'Aliprandi "in fato d'armi lungamente provato" (p. 158), rilievo che fa supporre che fosse, a quella data, un capitano di guerra di una certa esperienza.
Le prime notizie sicure che restano di lui sono relative alla guerra fra Gian Galeazzo, duca di Milano, e la lega antiviscontea fra Firenze, Bologna, Venezia, i Gonzaga, i Carraresi e gli Estensi stipulata una prima volta nel 1392 e rinnovata nel 1397. Il territorio mantovano, retto da Francesco Gonzaga, fu nel biennio 1397-98 investito dalla violenza dell'attacco visconteo sino alle porte della città: venne bruciato il ponte di Borgoforte sul Po, saccheggiato e poi inondato il Serraglio, il circuito difensivo che circondava a poche miglia la città. Bonamente Aliprandi, nel narrare i drammatici episodi di questa guerra (che rimase salda nella memoria dei Mantovani, se il marchese Ludovico la ricordava ancora negli anni Settanta del secolo successivo come "la guerra grande de Governolo et che fu brusato el ponte de Borgoforte": Arch. di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, b. 2891.63), ricorda il G. nell'atto di difendere Governolo, sul Po, contro gli attacchi dei capitani viscontei Iacopo Dal Verme e Ugolotto Biancardo. L'anno successivo il G., al comando di una compagnia di 2000 cavalli, invase il territorio modenese in un'offensiva contro Niccolò (III) d'Este, dirigendo verso la Romagna, dove fu fermato a Ronco dall'Estense e dalla compagnia della Rosa, capitanata da Giovanni Malvicini, Giovanni da Lisca, Tommaso Crivelli e Tommaso da Castello, cadendo prigioniero, stando alla Cronaca di Galeazzo Gatari, dei cavalieri di quella compagnia. Margherita Gonzaga nel novembre 1398 avvertiva Galeazzo Buzoni, referendario e consigliere del marito Francesco, che il marchese d'Este si era lamentato dei danni compiuti dalla compagnia del G. nel suo territorio (ibid., b. 2093.177).
Il G. partecipò poi come capitano visconteo all'assedio di Brescia e alla campagna contro Bologna: nel dicembre 1401 Francesco Gonzaga ordinava ai suoi cancellieri di concedere lettere di passo a tre condottieri viscontei agli ordini di Iacopo Dal Verme che si dirigevano verso Bologna, Marsilio Torelli, il veronese Giovanni da Lisca e il G. definito "affini nostri" (ibid., bb. 2881.4, 90r; 2881.5, 90r). Nel corso della guerra contro Bologna, il G. prese parte alla vittoriosa battaglia di Casalecchio, in cui peraltro, stando ai Gatari, la sua partecipazione non fu felice, venendo ferito e atterrato da Giacomo di Francesco Novello da Carrara appena prima che questi si arrendesse a Francesco Gonzaga e cadendo poi prigioniero di Giovanni Malvicino.
A proposito della partecipazione del G. a questi fatti d'armi, la circostanza che Galeazzo da Mantova fosse figlio del G. sembra vieppiù improbabile: la biografia di Galeazzo pare infatti scorrere parallela e sincrona a quella del G., ma nello schieramento opposto. Sorge il dubbio che, se i due fossero stati legati da reale parentela, qualche cronista avrebbe registrato il caso che voleva padre e figlio prendere sistematicamente parte alle stesse battaglie, ma in campi opposti. Gli anni delle grandi guerre viscontee fra la fine del Trecento e i primissimi anni del Quattrocento furono del resto banco di prova e insieme ghiotta occasione per numerosi capitani di ventura: le dinastie signorili come i Gonzaga diedero a queste guerre svariati uomini dalle carriere simili, legati fra loro da rapporti di parentela e di soggezione.
Nel settembre 1403, nel difficile periodo immediatamente successivo alla morte del duca Gian Galeazzo Visconti, il G. venne inviato da Francesco Gonzaga con 200 lance sul Veronese a recuperare Legnago e Porto di Legnago. All'esplodere del conflitto contro Padova e Francesco Novello da Carrara, l'anno successivo, il G. comandava la sua compagnia al servizio di Francesco Gonzaga durante la campagna contro Verona. Anche in questa occasione, secondo le cronache, il G. non fu particolarmente fortunato: fu infatti nuovamente preso prigioniero, insieme con Feltrino Gonzaga, da Giacomo da Carrara, primogenito di Francesco Novello, nell'assalto condotto contro Verona dalle truppe veneziane di qua dall'Adige comandate da Francesco Gonzaga nella notte fra il 5 e il 6 genn. 1405.
Dopo la fine delle guerre carraresi non si hanno notizie del G. sino al 1415: dal primo registro gonzaghesco di patenti per gli uffici del contado si viene infatti a sapere che il 15 sett. 1415 il G. venne sostituito da Antonio Terzi come podestà e capitano della quadra di Canneto sull'Oglio, importante comune ai confini con Brescia; una seconda lettera di sostituzione, in data 16 nov. 1418, testimonia che dopo un primo periodo di podesteria, il G. fu di nuovo podestà e capitano di Canneto nel volgere di pochi anni. Si trattava di una carica periferica, ma di rilevante importanza strategica e di un certo peso giurisdizionale.
Per gli ultimi anni della vita del G. rimangono poche, ma significative notizie: nel 1419, secondo il Litta, fu capitano del Popolo della Repubblica fiorentina; nel 1420 venne nominato da papa Martino V senatore romano, ed esercitò nel 1422-23 la podesteria di Perugia. Si tratta di notizie sparse (di cui non sono abbondanti le conferme documentarie, anche perché le fonti mantovane del periodo, soprattutto quelle più utili in questo caso, come quelle di carteggio, sono andate perdute), che testimonierebbero un passaggio del G. da una carriera principalmente militare a una tardiva, ma importante, vocazione politica e giudiziaria di ampio respiro.
Dopo il 1423, anno della morte secondo la cronica del consorzio di S. Maria della Cornetta, non si hanno ulteriori notizie del Gonzaga.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Mantova, Archivio Gonzaga, b. Patenti, 1 (Legislazione); 2093 (Lettere originali); 2185 (Minute); 2881.4-5 (Copialettere); Fondo D'Arco, b. 48: L.C. Volta, Notizie intorno al consorzio di Mantova istituito l'anno 1407 e notizie dei centumviri del Consiglio con il loro elenco, c. 194v; Mantova, Archivio dell'Azienda sanitaria locale 47, Statuta consortii divae dominae S. Mariae de Corneta anni 1407 usque 1479 (ms.), c. 18r; Annales Estenses Iacobi de Delayto cancellarii domini Nicolai Estensis marchionis Ferrarie…, in L.A. Muratori, Rer. Ital. Script., XVIII, Mediolani 1731, coll. 935b, 1023; G. Gatari - B. Gatari, Cronaca carrarese…, a cura di A. Medin - G. Tolomei, in Rer. Ital. Script., 2a ed., XVII, 1, pp. 485 s., 495, 514 s.; B. Aliprandi, Aliprandina, o Cronica de Mantua, a cura di A. Orsini Begani, ibid., XXIV, 13, pp. 157 s.; Monumenti della Università di Padova(1318-1405), a cura di A. Gloria, II, Padova 1888, pp. 54-56; Il copialettere Marciano della Cancelleria Carrarese (gennaio 1402 - gennaio 1403), a cura di E. Pastorello, Venezia 1915, nn. 612, 637, 638; Arch. di Stato di Mantova, Copialettere e corrispondenza gonzaghesca da Mantova e paesi (28 nov. 1340 - 24 dic. 1401), Roma 1969, ad indicem; F. Amadei, Cronaca universale della città di Mantova, a cura di G. Amadei - E. Marani - G. Praticò, I, Mantova 1954, pp. 446 s., 574 s.; II, ibid. 1955, p. 224; P. Partner, The papal State under Martino V: the administration and governement of temporal power in the early fifteenth century, London 1958, pp. 20, 220; P. Litta, Le famiglie celebri italiane, s.v.Gonzaga, tavv. I, III, XVIII; Enc. biogr. e bibliogr. "Italiana", C. Argegni, Condottieri, capitani, tribuni, II, p. 16.