Teologo dei minori conventuali (Meldola, Forlì, 1602 - ivi 1673). Studiò a Bologna ove divenne baccelliere (1621), poi teologia a Napoli, sotto la guida dello scotista Giuseppe da Trapani del quale condivise la dottrina della grazia (detta dei decreti concomitanti), intermedia tra il molinismo e D. Báñez; completò i suoi studî al collegio S. Bonaventura di Roma. Divenuto magister, progettò con il confratello Bonaventura Belluti di Catania un corso di filosofia scotista; in collaborazione con lo stesso Belluti pubblicò i commenti di Scoto alla Fisica di Aristotele (1637), al De generatione et corruptione (1640), al De coelo et mundo (1640), al De anima (1643), all'Organon (1646); da solo, le Disputationes in XII libros Metaphysicae (2 voll., 1646-47). L'opera sollevò molte polemiche, ma M., "princeps scotistarum", proseguì nella sua esposizione sistematica del pensiero di Scoto commentando le Sentenze (1655-61) e infine scrivendo la grande Theologia moralis ad mentem S. Bonaventurae et Scoti (1671).