MATTIOLI, Bartolomeo (Bartolomeo di Mattiolo). – Nacque a Torgiano sul lago Trasimeno presumibilmente nei primi anni del Quattrocento. Iscritto all’arte di pietra e legname di Perugia, era certamente già affermato nel 1437, quando venne incaricato di eseguire la facciata orientale e il portale, non più esistente, del duomo di S. Lorenzo di Perugia. L’opera rientrava nell’ampliamento della chiesa avviato circa un secolo prima e ripreso per volere del vescovo Andrea Giovanni Baglioni. Ancora tra il 1451 e il 1457 il M. risulta impegnato in questa fabbrica, a fianco del più giovane lapicida Ludovico d’Antonibo, come consulente, capomastro, nonché artefice dei fioroni e dei capitelli dalla forma a ricciolo di alcune finestre del secondo ordine (Rossi, 1870; Magliani, 1992)
Nel corso degli anni Cinquanta il M. fu particolarmente attivo e presente nei diversi cantieri che stavano trasformando il centro urbano di Perugia. Nel 1452 ebbe inizio la costruzione del nuovo Collegio del cambio strettamente connessa all’ampliamento, da poco ultimato, del palazzo dei Priori. Dal 1454 al 1456 il M. operò in questo cantiere, ancora con Ludovico d’Antonibo, come artiere, tra l’altro, dei capitelli delle finestre (Rossi, 1874).
Tali elementi non sono oggi più visibili a seguito del rifacimento tardocinquecentesco dell’edificio, che conserva della fase originaria solo il piano terreno, aperto sul fronte con due portali laterali dalle linee semplici, e uno centrale monumentale forse opera di Ludovico d’Antonibo (Magliani, 1998).
Contestualmente ai due importanti cantieri del duomo e del Cambio di Perugia, il M., nel novembre del 1452, venne chiamato a ricostruire l’arco maggiore del ponte sul Tevere, a pochi chilometri a nordest di Perugia, in maniera conforme alle parti superstiti al crollo del gennaio del 1432. La struttura del ponte Felcino, dal nome dell’attiguo villaggio, che metteva in luce le capacità di costruttore del M., fu gravemente danneggiata dagli eventi bellici del 1944 e venne riedificata non rispettandone la forma originaria. Nel 1455 il M. lavorava al campanile di S. Francesco al Prato, il cui attuale disegno corrisponde alla ricostruzione del 1748; e nel novembre del 1456 eseguiva alcune riparazioni nella nuova cappella e nell’edificio del palazzo comunale.
Fuori Perugia, tra il 1454 e il 1456, il M. fu attivo al cassero di Torgiano e dal 1457 viene ricordato come mastro della tribuna del duomo di S. Feliciano di Foligno, edificio notevolmente modificato nel corso del Settecento dall’architetto Giuseppe Piermarini, su precedente progetto di Luigi Vanvitelli. I documenti conservati presso l’archivio capitolare del duomo attestano, tra il 1457 e il 1459, diversi pagamenti a favore del M., «dicto de torsciano maestro da pretra», il quale lavorò con maestranze lombarde, tra cui un Giovanni e gli scalpellini Ludovico e Luca d’Antonibo (Rossi, 1877).
Alla primavera-estate del 1458 dovrebbero risalire i contatti tra il M. e un certo Valerio d’Alberto, incaricato di trovare a Perugia un maestro capace di eseguire le volte della chiesa a sala di S. Fortunato a Todi, voluta dal cardinale Matteo d’Acquasparta ed edificata in più fasi a partire dagli ultimi anni del XIII secolo.
In quell’anno il M. stava eseguendo a Perugia il tabernacolo della Madonna nell’oratorio di S. Bernardino da Siena, corrispondente forse alle edicole esterne della facciata, affidata ad Agostino di Duccio (Rossi, 1875; Magliani, 1992).
Inoltre, sempre nello stesso anno, egli assunse l’incarico di completare la ricostruzione «alla moderna» della porta nel borgo di S. Pietro, avviata nel 1447 da Mariotto Baglioni e Nicolò di Paolo di Pietro e continuata, alla morte del M., da Agostino di Duccio. Terminati probabilmente questi due cantieri perugini, il M. si impegnò nella più ampia e complessa impresa di S. Fortunato a Todi.
Il libro della Fabbrica registra, infatti, tra il 1459 e il 1460, numerosi pagamenti a suo favore per la realizzazione delle volte a crociera costolonate relative, forse, alle sole campate settentrionali (Gillerman).
Il riconoscimento al M. di una specifica abilità di costruttore di sistemi voltati è confermata dagli incarichi affidatigli tra il 1468 e il 1470. Nel 1468-69 egli eseguì i voltoni sui quali si fondarono le botteghe della piazza del Sopramuro di Perugia. L’opera, probabilmente già iniziata nel 1454, venne svolta per 1150 fiorini insieme con il mastro lombardo Gasparino d’Antonio (Rossi, 1883), poi ingaggiato nella realizzazione del palazzo del Capitano del Popolo (Magliani, 1998).
Nella primavera del 1470 il M. giunse ad Ascoli Piceno in qualità di «fabricator pontis» per ricostruire il ponte dei Ss. Filippo e Paolo, posto lungo il tratto della Salaria che collega la città al mare.
Il ponte, ad arcata multipla lungo m 147 e alto 22, risalente alla fine del Trecento, era crollato nel 1453 a causa di una piena del fiume Tronto. Benché il cantiere fosse stato avviato sei anni prima dell’arrivo del M., forse si deve proprio a lui l’idea di rinnovare le trecentesche arcate a tutto sesto con archi ogivali, la cui struttura è rimasta sostanzialmente immutata anche dopo i restauri del XVI e del XIX secolo (Vendittelli).
Il M. morì in località non precisata nel 1472.
Fonti e Bibl.: A. Rossi, Documenti inediti sopra alcune fabbriche perugine del secolo XV, Perugia 1870, pp. 5-15; Id., Storia artistica del Cambio di Perugia compilata sopra nuovi documenti, in Giorn. di erudizione artistica, III (1874), 1, pp. 5 s.; Id., Cedole di due lavori ai ponti Felcino e Pattoli, ibid., 10, pp. 297-299; Id., Prospetto cronologico della vita e delle opere di Agostino Antonio scultore fiorentino con la storia e i documenti di quelle da lui fatte in Perugia, ibid., IV (1875), 1, pp. 20 s.; 5, pp. 141-144; Id., Memorie sulla cattedrale di Foligno, ibid., VI (1877), 11-12, pp. 339-342; Id., La piazza del Sopramuro in Perugia. Le vie che mettono ad essa e gli edifizi circostanti, Perugia 1883, pp. 28 s., 53 s.; M. Faloci Pulignani, Il duomo di Foligno e l’architetto G. Piermarini: memorie storiche, Foligno 1908, p. 47; C. Ricci, La porta S. Pietro di Perugia, in Architettura e arti decorative, I (1921), 1, pp. 17-31; W. Krönig, Hallenkirchen in Mittelitalien, in Kunstgeschichtliches Jahrbuch der Bibliotheca Hertziana, II (1938), pp. 73-91; A. Grohmann, Perugia, Roma-Bari 1981, pp. 74-79; D.M. Gillerman, The gothic church of S. Fortunato in Todi, New York 1987, pp. 139-158; S. Magliani, Cattedrale di S. Lorenzo: la decorazione plastica nel Quattrocento, in Una città e la sua cattedrale. Il duomo di Perugia. Atti del Convegno… 1988, a cura di M.L. Cianini Pierotti, Perugia 1992, pp. 295 s.; L’architettura quattrocentesca del palazzo dei Priori: il Collegio del cambio e i suoi artefici, in Il Collegio del cambio in Perugia, a cura di P. Scarpellini, Perugia 1998, pp. 52-64, 246 s.; F. Vendittelli, Il ponte dei Ss. Filippo e Giacomo ad Ascoli Piceno. Un’eccezione stilistica e costruttiva, in Quaderni dell’Ist. di storia dell’architettura, n.s., XLII (2003, ma 2005), pp. 65 s.