Ecclesiastico (Benevento 1756 - Roma 1844). Inviato da Pio VI nunzio a Colonia (1786), poi a Lisbona (1794), si oppose con scarso successo alle tendenze giurisdizionaliste. Già arcivescovo in partibus di Damiata, dal 1801 cardinale, rientrò a Roma (1802) e fu nominato (1808) da Pio VII prosegretario di stato. In tale carica P. resistette alle minacce napoleoniche e fu imprigionato a Fenestrelle (1809-13); liberato, consigliò a Pio VII di rinnegare il concordato di Fontainebleau; quindi (1814-15), a causa dell'assenza del cardinale Consalvi (a Vienna), fu prosegretario di stato, e iniziò una politica di reazione. Restò sempre uno dei cardinali più influenti, e a lui si deve l'editto (1820) sulla tutela del patrimonio artistico, che sottopose gli scavi di antichità a licenza e il commercio degli oggetti d'arte e il loro restauro ad autorizzazione. Si oppose fermamente all'annessione napoletana di Benevento e Pontecorvo. Diede alle stampe le relazioni delle sue due nunziature; ancor più note le Memorie storiche del ministero, dei due viaggi in Francia e della prigionia nel forte di S. Carlo in Fenestrelle (1835).