PACCA, Bartolomeo
Cardinale, nato a Benevento il 25 dicembre 1756 da antichissima famiglia patrizia, m0rto a Roma il 19 aprile 1844. Iniziò la sua educazione nel collegio dei Gesuiti a Napoli, la proseguì nel collegio Clementino dei Somaschi a Roma e la terminò nell'Accademia dei nobili a Roma stessa (1778). Nominato da Pio VI nunzio a Colonia (1786) e arcivescovo in partibus di Damiata, sostenne con vigore fiere lotte giurisdizionali, ma non riuscì ad arrestare il tramonto del principato ecclesiastico nella Renania. Durissima fu pure per il P. la nunziatura di Lisbona, ove venne trasferito nel 1794, per le massime giurisdizionaliste del marchese di Pombal e dell'università di Coimbra, che dominavano nel Portogallo. Creato da Pio VII cardinale il 23 febbraio 1801, dopo un anno ritornò a Roma, ma si tenne lontano dagli affari fino a che non venne elevato alla dignità di prosegretario di stato, proprio nel momento della massima tensione dei rapporti tra Napoleone e Pio VII (18 giugno 1808). Con fermezza apostolica P. resisté alle minacce napoleoniche e soffrì la prigionia nel forte di Fenestrelle (1809-1813). Gli balenò allora l'idea che la Provvidenza riservasse al papato, spoglio della sua soma terrena, una ben più alta missione spirituale. Liberato in seguito al concordato di Fontainebleau, il P. coi cardinali M. Di Pietro ed E. Consalvi consigliò a Pio VII di rinnegare quel patto umiliante. Quando il papa ritornò nei suoi dominî, nell'assenza del Consalvi impegnato al congresso di Vienna, il P. ricoprì la carica di prosegretario di stato (19 maggio 1814-2 luglio 1815) e iniziò una politica di vigorosa reazione. Tornato al potere il Consalvi, il P. restò uno dei cardinali più influenti: fu gran parte nella riforma degli studî universitatî nello stato pontificio: stese l'editto del 7 aprile 1820 sulla tutela del patrimonio artistico romano; si oppose tenacemente a ogni tentativo di annettere i principati di Benevento e Pontecorvo al regno delle Due Sicilie; ebbe molti voti nei conclavi del 1829 e del 1831. Come camerlengo, però, P. lasciò troppo fare alle sue creature, con gram danno del tesoro pontificio.
Coltissimo, lettore appassionato delle vite dei grandi nunzî, dei Comendone e dei Bentivoglio, scrisse le relazioni delle sue due nunziature (Memorie storiche sulla sua dinora in Germania dal 1786 al 1794 in qualità di nunzio apostolico, con un'appendice sui nunzî, Roma-Benevento 1838; Notizie sul Portogallo con una breve relazione della nunziatura di Lisbona dal 1795 al 1802, Roma 1833) e quella, più famosa, del suo primo prosegretariato e della sua prigionia (Memorie storiche del ministero, dei due viaggi in Francia e della prigionia nel forte di S. Carlo in Fenestrelle, Benevento 1835). È ancora inedita negli archivî del Vaticano e della Chiesa Cattolica la relazione del secondo prosegretariato. Dell'epistolario del P. è di grande interesse, P. I. Rinieri, Corrispondenze dei Cardinali Consalvi e Pacca del tempo del Congresso di Vienna, Torino 1903; sono invece di scarso valore le lettere spulciate da G. Sborselli, Impressioni d'un contemporaneo intorno ai rivolginenti europei tra la fine del XVIII e i principî del scc. XIX: dalle lettere inedite del card. Pacca ai suoi familiari, Benevento 1922.
Bibl.: G. Brigante Colonna, B. P., Bologna s. a. (divulgativo).