SFONDRATI, Bartolomeo
– Nacque da Guglielmo probabilmente a Cremona attorno al 1425.
La famiglia Sfondrati, tra le più note del ceto dirigente della città lombarda, vantava un legame speciale con Venezia e l’Adriatico, fin da quando l’avo Marco Sfondrati aveva ricevuto nel 1384 la cittadinanza veneta per aver sostenuto finanziariamente la Serenissima durante la guerra con Genova (Archivio di Stato di Venezia, Senato, Privilegi, 1, c. 70r). Uno zio di Sfondrati, Pietro di Marco, notaio, fu cancelliere della città dalmata di Ragusa (oggi Dubrovnik) negli anni 1418-20, primo di una lunga serie di notai cremonesi reclutati dalla Repubblica, nel contesto del generale apprezzamento che la cultura e l’esperienza professionale degli specialisti italiani incontravano nelle città della Dalmazia.
Avviato anch’egli alla professione notarile, Sfondrati giunse a Ragusa nel 1448 in previsione di ricevere il medesimo incarico presso l’ufficio della Cancelleria. Una nota di mano seicentesca aggiunta a un albero genealogico del ramo raguseo della famiglia riporta come egli sia sbarcato a Ragusa di ritorno da una missione diplomatica presso il sultano richiestagli dal duca Filippo Maria Visconti nel 1447 (Arhiv Akademije HAZU [Archivio dell’Accademia croata], I, c. 63r). Il primo compito affidatogli fu quello di recarsi a Venezia per selezionare un medico interessato a offrire la sua esperienza al servizio della città dalmata (Državni Arhiv u Dubrovniku, DAD [Archivio di Stato di Dubrovnik], Litterae et commissione Levantis, 13, c. 270v). L’anno successivo prese posto tra i banchi della Cancelleria ragusea, riuscendo a convincere il governo locale a mettere a salario anche il fratello Giovanni, in seguito alla scomparsa ravvicinata dei due notai cremonesi Egidio Iugo e Dalfino Tagliabuoi (Acta Consilii Maioris, 9, c. 102v). Da quel momento Sfondrati avrebbe ricoperto l’ufficio notarile ininterrottamente per oltre mezzo secolo, ricevendo un salario annuale di 130 (poi 140) ducati più il rimborso delle spese di affitto per la sua abitazione.
Nel 1461 entrò a far parte della Confraternita degli Antonini, l’istituzione più prestigiosa che raccoglieva le famiglie importanti del ceto cittadino (Ćosić, 2017, p. 113). Il prestigio di cancelliere e diplomatico gli valse il diploma imperiale ricevuto il 9 febbraio 1478 dall’imperatore Federico III, il quale lo nominò conte palatino (con facoltà di creare imperiali auctoritate notai e tabellioni riconosciuti meritevoli di vedersi legittimati dal diritto imperiale; cfr. Jireček, 1903, p. 195). Secondo l’erudito raguseo Francesco Maria Appendini, molti anni più tardi Sfondrati avrebbe rivestito un ruolo essenziale – in rappresentanza della sua città d’origine – nella trattativa diplomatica volta a impedire la cessione di Cremona alla Serenissima dopo la conquista del Ducato di Milano da parte del re di Francia Luigi XII nel 1499 (Appendini, 1802, p. 322).
Sfondrati sposò in prime nozze Marussa di Giovanni Cotrugli (nipote del Benedetto autore del Della mercatura e del mercante perfetto), deceduta nel 1469, e in seconde Maddalena di Pasquale Dalla Pace. Serafino Razzi, autore della Storia di Ragusa, pubblicata meno di un secolo dopo la morte di Sfondrati, gli attribuisce la paternità di 28 figli (18 maschi, 10 femmine), la cui discendenza diede origine ai tre rami della famiglia Sfondrati residenti a Cremona, Milano e Ragusa.
Nel capitolo dedicato a Sfondrati, Appendini (1802, p. 322), lodò la sua capacità nell’amministrazione di un nucleo familiare così ampio, i cui membri ne uscirono beneficiati in egual misura. Due figlie, Anucla e Caterina, andarono in spose rispettivamente a due cittadini ragusei, Costantino di Marino de Vutcho e Radizo Bonichovich. Dei figli, Giovanni (deceduto nel 1510) è considerato il capostipite del ramo raguseo della famiglia, mentre Antonio è citato come procuratore del padre nel 1498; deve essere invece ancora verificata la paternità di Girolamo Sfondrati, cancelliere tra il 1494 e il 1525 (DAD, Testamenta Notariae, 27, c. 26v; Jireček, 1903, pp. 196-198).
Gli anni del suo cancellierato – durato oltre mezzo secolo – coincisero con una stagione particolarmente brillante per il clima culturale della città dalmata. A Ragusa, Sfondrati condivise infatti l’ufficio di cancelliere con Giovanni Matteo Regini da Feltre, il quale gli dedicò un carme (Rešetar, 1901, p. 7); negli stessi anni Stefano Fieschi da Soncino svolgeva il suo incarico di rettore della scuola di grammatica e il patrizio Elio Crieva (Ilija Crijević) componeva le sue elegie. Intensi i suoi rapporti con Francesco Filelfo, per il quale si adoperò affinché il figlio Senofonte venisse assunto nella Cancelleria ragusea nel 1460.
Secondo quanto scritto da Crieva e riportato da Appendini, l’abbazia benedettina dell’isola di Meleda (Mlijet) avrebbe conservato una raccolta di suoi componimenti poetici, oggi perduta. Lo stesso erudita riporta la notizia secondo la quale Sfondrati avrebbe raccolto nella cattedrale di Ragusa una serie di critiche agli scritti di Giorgio Benigno Salviati che avrebbero ispirato a quest’ultimo il trattato Angelica (Appendini, 1802, pp. 321 s.).
Morì a Ragusa il 26 luglio 1504.
Fonti e Bibl.: F.M. Appendini, Notizie istorico-critiche sulle antichità, storia e letteratura de’ Ragusei, Ragusa 1802; M. Rešetar, Pjesme Ivana Lovra Regina, dubrovačkoga kancelara XV vijeka [Poesie di Giovanni Lorenzo Regini, cancelliere a Dubrovnik nel XV secolo], in Gradja za povjest knjizevnosti hrvatske. Na svijet izdaje jugoslav [Per la storia della letteratura croata], Zagreb 1901, pp. 1-43; C. Jireček, Die mittelalterliche Kanzelei der Ragusaner [La cancelleria ragusea nel Medioevo], in Archiv für slavische Philologie, XXV (1903), pp. 195-198; F. Bettarini, Venezia, emporio della cultura umanistica, in Studi veneziani, n.s., LXVI (2012), pp. 37-61; S. Ćosić, Dubrovački rod Radulovića i njihov grbovnik [La famiglia Radulovič di Dubrovnik], in Anali Dubrovnik [Annali di Dubrovnik], LV (2017), 1, pp. 89-129.