SIBILLA, Bartolomeo
SIBILLA, Bartolomeo (Sibylla Bartholomaeus de Monopoli). – Nacque agli inizi degli anni Quaranta del XV secolo, secondo quanto è possibile stabilire con buona approssimazione a partire dall’anno (1478) del conseguimento del suo dottorato in teologia (Pardi, 1900), che avveniva normalmente tra i trenta e i trentacinque anni.
Originario di Monopoli, vestì l’abito domenicano nel convento della sua città natale, dove attese agli studi filosofici e teologici.
La sua presenza è attestata a Napoli nel convento di S. Domenico Maggiore il 7 gennaio 1469, se si ammette l’identità con il nostro del domenicano «Bartholomeus de Monopulo» testimone in un atto di vendita (R. Creytens, Dalle pergamene di S. Domenico di Napoli, in Archivum fratrum praedicatorum, XXXII (1962), p. 304).
Il 27 aprile 1474 fu assegnato al convento di S. Domenico di Bologna dal maestro dell’Ordine Leonardo Mansueti (Archivio generale dell’Ordine dei predicatori, Reg. Mag. Gen., IV, 3, f. 77r). Il 7 settembre 1475 il suo nome compare ancora come studente in una lista capitolare del convento bolognese (Piana, 1963, p. 171). Il 16 maggio 1478 conseguì il dottorato in teologia presso l’Università di Ferrara e il 31 gennaio 1479 fu nominato priore del convento di S. Domenico di Palermo da Mansueti, su proposta del maestro del Sacro Palazzo Salvo Cassetta e del confessore regio Pietro Ranzano, vescovo di Lucera, «pro zelo conventus sui» (Archivio generale dell’Ordine dei predicatori, Reg. Mag. Gen., IV, 6, f. 158).
Si era giunti alla nomina di Bartolomeo Sibilla dopo la deposizione del priore Benedetto Chiacaloni e l’istituzione di un commissario nella persona del domenicano Giacomo Manso, priore del convento di Alcamo. I frati del convento palermitano non riuscirono a trovare un accordo per l’elezione del nuovo priore entro i termini stabiliti dalle costituzioni domenicane, per cui la scelta fu demandata al maestro dell’Ordine. La nuova nomina, tuttavia, fu «ad tempus», fino a quando cioè fosse stato eletto e confermato il nuovo provinciale della Sicilia «et nullus potest hunc molestare vel absolvere quousque provincialis sit electus et confimatus et praesens in provincia» (ibid.).
L’ostilità della comunità di Palermo, non disposta ad accettare un priore imposto dal maestro dell’Ordine, non si fece attendere. Per questo motivo, il 24 maggio di quell’anno Mansueti punì i frati ribelli, imponendo loro come vicario Girolamo Manso, che l’anno successivo (13 febbraio 1480) fu eletto priore dalla stessa comunità. Alla fine del 1479, il maestro dell’Ordine nominò Sibilla vicario per la Puglia.
Di lì a poco, tuttavia, dovette rinunciare all’incarico per la sopraggiunta nomina a commissario generale per la guerra contro i turchi da parte di re Ferrante d’Aragona, che lo teneva in alta considerazione. In questa veste fu inviato in Calabria con patente reale il 13 maggio 1481. Il 17 ottobre 1483 pronunciò ad Andria l’Oratio in funere illustrissimi domini Francisci de Baucio, Federici et Nicolai Antonii (Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Conv. soppr., J.7.5, ff. 211r-217v, XV sec. exeunte; edito in De Sanctis, 1988, pp. 738-753).
Il testimone, proveniente dalla biblioteca del convento di S. Marco, con molta probabilità è autografo per i numerosi interventi correttivi, che non possono tuttavia essere con certezza ricondotti all’autore, mancando altre scritture di sua mano per un raffronto. L’orazione funebre per il duca di Andria Francesco II Del Balzo e per i suoi nipoti Federico, conte di Acerra, e Nicola Antonio, protonotario apostolico, deceduti nell’estate di quell’anno, fu pronunciata da Sibilla in presenza di Pirro Del Balzo, primogenito del defunto duca, dell’aristocrazia pugliese e dei maggiorenti della città. È strutturata in due parti: nella prima, l’autore richiama l’attenzione dell’uditorio sulla caducità delle realtà terrene; nella seconda sull’origine dell’illustre famiglia dei Del Balzo e sulla sua storia.
Il 27 agosto 1485 Sibilla dettò dinanzi a papa Innocenzo VIII il Sermo de fine mundi (Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Conv. soppr., J.7.5, ff. 4r-7v; Kristeller, 1963, 1990, p. 592b).
Nel 1484, in concomitanza con una rara congiuntura astrale, era stato previsto l’avvento di un ‘annus mirabilis’, dopo la venuta dell’Anticristo e la fine del mondo. In questo contesto si colloca la composizione dell’orazione.
Nel 1486, Bartolomeo fu eletto priore del convento di S. Domenico Maggiore a Napoli. L’anno seguente (1487) tenne al capitolo elettivo di Venezia, che scelse Gioacchino Torriani alla suprema carica dell’Ordine, dopo il brevissimo mandato di Barnaba Sansoni (29 giugno-29 luglio 1486), l’Oratio ad provinciales et electores Generalis Ordinis Praedicatorum, immediatamente stampata (Indice generale degli incunaboli delle biblioteche d’Italia, a cura di E. Valenziani, V, Roma 1973, p. 80, 8960; Biblioteca nazionale centrale di Firenze, con collocazione Magl. K.6.63, II). Nell’agosto 1488 fu chiamato a Monopoli dal capitano della città Fabrizio de Scorciatis per pronunciare l’elogio funebre di Ippolita Sforza, duchessa di Calabria, moglie di Alfonso d’Aragona (Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Conv. soppr., J.7.5, ff. 218r-222v; Kristeller, 1963, 1990, p. 593b; edito in De Nichilo, 1988, pp. 714-729).
L’elogio funebre della duchessa di Calabria rientra nel genere epidittico. Dopo aver dimostrato che la morte non è la fine di tutto ma che anzi è l’inizio della beatitudine e dell’immortalità, il frate domenicano prosegue con l’esaltazione della famiglia Sforza, da cui nacque Ippolita. Segue l’elogio delle numerosissime virtù della defunta e la descrizione del transito degno di una santa. Riguardo alle citazioni, il sistema adottato da Sibilla rimane ancora marcatamente medievale.
Il 27 agosto1493, Bartolomeo Sibilla dette alle stampe a Roma per i tipi di Eucharius Silber lo Speculum peregrinarum quaestionum in tres decades distributum, una vasta opera enciclopedica dedicata al duca di Calabria, Alfonso d’Aragona.
Il trattato, in tre parti suddivise in decadi, affronta il tema della natura dell’anima, della sua immortalità e incorruttibilità e dell’inferno (cap. III). Le ultime parti dell’opera sono dedicate alla possibilità di apparizione dei morti ai vivi, ai sogni e alla loro interpretazione. L’autore afferma il suo scetticismo nei riguardi dell’astrologia. L’editio princeps dello Speculum fu stampata a Roma nel 1493. Nel corso del XVI e del XVII secolo ebbe numerose edizioni, fino a quella di Douais del 1621, insieme alle Quaestiones octo di Giovanni Tritemio e ai Paradoxa quinque di Alfonso Tostato.
Morì prima del 31 ottobre 1493, data in cui Sibilla è menzionato con l’appellativo ‘quondam’ (Archivio generale dell’Ordine dei predicatori, Reg. Mag. Gen., IV, 10, f. 101r; Kaeppeli, 1970, p. 168).
Attestazione dell’ottima fama goduta da Bartolomeo Sibilla presso i contemporanei è la testimonianza del confratello Pietro Ranzano: «Monopoli tulit, aetate mea, viros quosdam magno ingenio doctrinaque non mediocri praestantes: inter quos est Bartholomaeus cognomento Sybilla ordinis Praedicatorum, qui praeterquam quod est philosophus ac theologus doctissimus, est etiam multis aliis virtutibus ornatus: quibus boni viri ad eum diligendum vehementer alliciuntur» (Annales omnium temporum, III, l. XVI, ff. 376v-377r, edito in Barilaro o.p., 1977-1978, p. 151).
Fonti e Bibl.: Roma, Archivio generale dell’Ordine dei predicatori, Reg. Mag. Gen. IV. 3, f. 77r; IV. 4, f. 110v; IV. 6, ff. 91v.; IV. 7, f. 50v; IV. 10, f. 101; XIX.3. 54: Ambrosius Taëgius O.P., Chronicon Ordinis generale libri sex, IV, 1.II, De insigniis Ordinis praedicatorum, f. 180r; Venezia, Biblioteca nazionale Marciana, III, 70 (2620; XVI sec.), ff. 45-100 (centoventidue questioni tratte dallo Speculum peregrinarum); Firenze, Biblioteca nazionale centrale, Conv. soppr., J.7.5 (XV sec. exeunte).
L. Alberti, Descrittione di tutta Italia, Venezia 1551, f. 198v; G.M. Piò, Delle vite de gli huomini illustri di S. Domenico, parte II, l. III, Bologna 1613, pp. 74 s.; T. Valle, Breve compendio de gli più illustri padri, nella santità della vita, dignità, uffici e lettere ch’ha prodotto la prov. del Regno di Nap. dell’Ord. de Predic., Napoli 1651, pp. 198 s.; A. Altamura, Bibliothecae Dominicanae, Romae 1677, pp. 211, 522-524; J. Quétif - J. Échard, Scriptores Ordinis praedicatorum, I, Lutetiae Parisiorum 1719, p. 872; L. Finamore Pepe, Monopoli e la Monarchia delle Puglie, Monopoli 1897, l. IV, pp. 360 s.; G. Mazzatinti, La biblioteca dei re d’Aragona, Napoli 1897, pp. 11, 121; G. Pardi, Titoli dottorali conferiti dallo Studio di Ferrara nei secoli XV e XVI, Lucca 1900, p. 68; M. Coniglione, La provincia domenicana di Sicilia, Catania 1937, pp. 44 s., 200 s.; A. Horodisch, Ein unbekannter Bibliophile aus dem Anfang des 16. Jahrhunderts: der Augustiner Hieronymus Candelphius (Gandelfing), in Freiburger Geschichtsblätter, XXXVIII (1945), pp. 96-120 (in partic. p. 115); Th. Kaeppeli, Tommaso dai Liuti di Ferrara e il suo “Declaratorio”, in Archivum Fratrum praedicatorum, XX (1950), p. 206; Id., Dalle pergamene di S. Domenico di Napoli, ibid., XXXII (1962), p. 304; P.O. Kristeller, Iter Italicum. A finding list of uncatalogued or incompletely catalogue humanistic manuscripts of the Renaissance in Italian and other libraries, I, London-Leiden 1963, p. 163; II, 1967, pp. 217b, 575; V, 1990, pp. 592b, 593b; C. Piana, Ricerche su le Università di Bologna e di Parma nel sec. XV, Quaracchi 1963, p. 171; L. Thorndike - P. Kibre, A Catalogue of incipits of mediaeval scientific writing in latin, Cambridge (Mass.) 1963, p. 258; Th. Kaeppeli, Scriptores Ordinis praedicatorum Medii Aevi, I, Romae 1970, pp. 168 s.; A. Barilaro o.p., Pietro Ranzano, vescovo di Lucera, umanista domenicano di Palermo, in Memorie Domenicane, n.s., VIII-IX (1977-1978), pp. 1-197 (in partic. pp. 85 s., 151); J.W. O’ Malley, Praise and blame in renaissance Rome. Rhetoric, doctrine and reform in the sacred orators of the papal court, c. 1450-1521, Durham (N.C.) 1979, pp. 189, 254; M. De Nichilo, Fra B. S. oratore: L’orazione in morte di Ippolita Sforza, in Monopoli nell’età del Rinascimento, II, a cura di D. Cofano, Monopoli 1988, pp. 683-730 (edizione dell’orazione); G. De Sanctis, Fra B. S. oratore: l’orazione in morte di Francesco, Federico e Nicola Antonio del Balzo, ibid., pp. 731-753 (alle pp. 738-753 l’edizione dell’orazione); J.M. McManamon, Funeral oratory and the cultural ideals of italian humanism, Chapel Hill (N.C.)-London 1989, p. 228; G. Cioffari - M. Miele, Storia dei Domenicani nell’Italia meridionale, I, Napoli-Bari 1993, pp. 203-208; Th. Kaeppeli, Scriptores Ordinis praedicatorum Medii Aevi, IV, a cura di E. Panella, Roma 1993, p. 45; E. Fietta, Bartholomaeus Sibylla de Monopoli, in Compendium auctorum latinorum Medii Aevi (500-1500), II, 1, Firenze 2004, p. 75.