Pittore e architetto lombardo (n. 1455 circa - m. prima del 1536). Nel 1508 è a Roma, e nel 1525 è nominato da Francesco II Sforza architetto e pittore di corte. Nelle prime opere del B., la Natività nell'Ambrosiana e il Cristo di casa Soranzo, le forme scarne ed energicamente drammatiche risalgono ai ferraresi, con la mediazione di elementi luministici lombardi (Butinone). L'Ecce Homo nella collezione Thyssen di Lugano risente già fortemente del Bramante; ancor più un S. Martino della Pinacoteca di Brera, databile dopo il 1503. Il soggiorno romano (cui, forse, va riferito il Filemone e Bauci del museo Wallraf-Richartz di Colonia) si riflette profondamente sulla sua attività: le forme divengono più ampie, le carni più calde; tutto appare immerso in un'atmosfera lunare (Adorazione dei Magi a Londra; la Sacra Famiglia e la Crocifissione a Brera; la Madonna del sasso a Locarno e il S. Giovanni a Patmos nella collezione Borromeo all'Isola Bella). Grandiosamente classica la serie degli arazzi Trivulzio da lui disegnati (Milano, Castello Sforzesco). L'opera del B. esercitò profonda influenza su B. Luini e G. Ferrari. Il B. è autore di un libro di schizzi di monumenti (Ambrosiana di Milano) a sistema centrale. Come architetto, è autore della cappella Trivulzio in S. Nazaro a Milano (1519).