TORRINI, Bartolomeo
– Nacque a Lantosca, nella contea di Nizza, il 2 luglio 1635, figlio del medico Giulio (v. la voce in questo Dizionario) e di Francesca Thaon.
Secondogenito, fu destinato a proseguire la professione del padre. Si laureò all’Università di Torino nel 1655, entrando al servizio del principi Maurizio e Ludovica di Savoia. La sua tesi fu edita nel Parnassus Triceps, seu musarum afflatus physiatromathematici [...] in musæo taurinensi expositos [...] Opusculum in quo dum summa naturæ, et artis mysteria recluduntur; et causæ delibantur secretiorum; congessit author physiologiae, medicinae et mathematicae enchiridion (Torino 1657). L’opera era dedicata al principe Maurizio, autore delle fortune familiari.
All’Accademia dei Solinghi, fondata dal principe quando era cardinale, si riferisce l’incisione di Giovenale Boetto posta come antiporta dell’opera, in cui Minerva è raffigurata nell’atto di reggere lo specchio conico, simbolo dell’Accademia, con il motto «Omnis in unum».
Una volta laureato, Torrini affiancò subito il padre come medico del principe. Iniziò, inoltre, la carriera accademica all’Università di Torino, dove dal 1659-60 al 1661-62 ebbe la cattedra di matematica.
La morte del principe Maurizio (4 ottobre 1657) fu occasione di pubblicare il Riscontro della dottrina hippocratica col’ tumulo del serenissimo principe Mauritio [...] fatto intorno a’ sintomi soporosi, convulsivi, et apoplettici da Bartolomeo Torrini, già medico di quell’altezza (Torino 1657). Nel 1659 pubblicò a Torino il Consulto o sia discussione medico-pratica se sia bene cavare sangue a’ fanciulli a principio dei morviglioni o del vaiuolo (poi riedito a Roma nel 1660), cui risposero subito i colleghi nizzardi Francesco De Petra (Responsum ad discussionem medico practicam B. Torrini, Torino 1659, poi Roma 1660), Emanuele Raynaudi, medico di Margherita di Savoia (Consultissimum Responsum ad discussionem medico practicam Bartholomaei Torrini, Torino 1659, poi Roma 1660), e Stefano Simeoni, medico di Adelaide di Savoia (Responsum ad discussionem medico practicam B. Torrini, Torino 1659). Fu poi la volta del trattato De sectione saphenae in suppressione menstruorum (Torino 1661). Sotto lo pseudonimo di Roberto Martinolio (anagramma del suo nome) pubblicò, invece, il trattato Le traveggiole degli astrologhi circa gli eclessi solari dell’anno MDCLXI. Divertimento autunnale (Torino 1660).
Il 28 dicembre 1662 Giulio Torrini cedette al figlio le cariche di matematico e medico del duca e quella di regio blasonatore (Archivio di Stato di Torino, da qui in poi ASTo, Camerale, Patenti controllo finanze, reg. 1661 in 1662, c. 21r). Lo stesso anno Torrini ottenne la cattedra di filosofia, che tenne per un decennio dal 1662-63 al 1673-74. Risale a questi stessi anni l’ingresso nell’Accademia degli Incolti di Torino. Nel 1665 pubblicò la Diatriba [...] de vi sebrifuga corticis Peruviani qui cum vino propinatur, schierandosi con il medico genovese Sebastiano Bado che da un decennio scriveva trattati a favore dell’uso della corteccia peruviana. Dal 1666 Torrini si occupò del principe di Piemonte Vittorio Amedeo, erede al trono, la cui fragile salute preoccupava il padre Carlo Emanuele II. In questo periodo Torrini s’inserì nel dibattito sulle virtù curative delle acque di alcuni centri degli Stati sabaudi, pubblicando il Parere intorno alla natura e qualità delle acque medicinali di Cormaggiore nel Ducato d’Aosta (Torino 1668). Proprio nel 1668, infatti, aveva seguito la duchessa Maria Giovanna Battista nei suoi viaggi a diversi bagni del Piemonte, dove essa si recava con la speranza che questi favorissero una sua nuova gravidanza. Il 23 aprile 1672 il principe di Carignano Emanuele Filiberto Amedeo trasferì a Torrini le cariche di «consigliere e medico della persona», già del padre (ASTo, Corte, Archivio Savoia-Carignano, cat. 102, § 1, reg. 17 c.). Il 4 gennaio 1675, in seguito alla morte del padre, fu nominato protomedico generale di Sua Altezza (ASTo, Patenti controllo finanze, reg. 1674 in ‘75, c. 100). Anche in seguito a ciò, decise di lasciare la carica di blasonatore, affidata poi a Tomaso Borgonio. Docente di medicina teorica ordinaria dal 1674-75, nel 1681-82 passò alla cattedra di medicina pratica ordinaria, che tenne sino al 1702. Nel 1683, ormai ai vertici della carriera, essendo passato il titolo di conte di Monastero al fratello maggiore Giovanni Ludovico, Torrini acquistò dalla contessa Elena Provana di Collegno il feudo di Quincineto (piccolo centro dell’Alto Canavese, quasi al confine con il Ducato d’Aosta), con titolo comitale. Negli ultimi anni, si dedicò alla stesura di quello che avrebbe dovuto essere il suo opus magnum, un trattato «de gestis, vita et moribus veterum medicorum» che restò però incompiuto (Rossotti, 1667, p. 111). Nel 1705 lasciò la carica di medico «della persona».
Torrini si sposò due volte: la prima con Giovanna Francesca Thaon di Sant’Andrea, confermando per la terza generazione il legame fra Torrini e Thaon; la seconda con Francesca Cerri (1650 ca.-post 1705).
Morì a Torino il 13 luglio 1708.
Le sue cariche passarono al medico Carlo Ricca sr. Fu sepolto anch’egli, come il padre, nella chiesa della Madonna degli Angeli. Nel suo testamento (7 gennaio 1706), lasciò alla città di Torino i propri libri scientifici, perché confluissero in una biblioteca civica. Essi furono, però, portati nel 1723 nella nuova biblioteca universitaria, voluta da Vittorio Amedeo II. Suo erede fu il figlio Giulio Ludovico (1672/1673-1751), che non abbracciò la professione medica, ma scelse gli studi giuridici. Senatore nel 1705, fu al Senato di Nizza dal 1714 al 1726 e poi in quello di Pinerolo dal 1726. L’11 luglio 1731 fu nominato referendario al Consiglio dei memoriali, dove restò sino al 24 maggio 1749. Fu l’ultimo della sua linea, non avendo avuto figli dalla moglie Elisabetta Gazelli di Selve (sposata nel 1706).
Fonti e Bibl.: A. Rossotti, Syllabus scriptorum Pedemontii seu de scriptoribus pedemontanis, Mondovì 1667, pp. 109-111; A. Oldoini, Athenaeum ligusticum seu Syllabus scriptorum Ligurum, Perugia 1680, p. 96; A. Aprosio, La visiera alzata: hecatoste di scrittori, che vaghi d’andare in maschera fuor del tempo di Carnovale sono scoperti, Parma 1689, pp. 129 s.; G.G. Bonino, Bibliografia medica torinese, I, Torino 1824-1825, pp. 397-400; G. Casalis, Dizionario geografico storico-statistico-commerciale degli Stati di Sua Maestà il re di Sardegna, XI, Nizza, Torino 1843, pp. 1006 s.; B. Trompeo, Dei medici e degli archiatri dei principi della Real Casa di Savoia, II, Torino 1858, pp. 8, 46 s., 140-143 (edizione della relazione sulla morte della duchessa Francesca); J.B. Toselli, Biographie niçoise ancienne et moderne ou Dictionnaire historique de tous les hommes qui se sont fait remarquer [...] dans la ville et le Comté de Nice, II, Nizza 1860, pp. 290-293; G. Claretta, Sui principali storici piemontesi e particolarmente sugli storiografi della R. Casa di Savoia, Torino 1878, pp. 245-247; E. Casanova, Censimento di Torino alla vigilia dell’assedio (29 agosto - 6 settembre 1705), in Le campagne di guerra in Piemonte (1703-1706) e l’assedio di Torino (1706), VIII, Torino 1909, pp. 94, 133 s.; C. Morra, «Parnassus triceps». Ornamento di tesi, in N. Carboneri - A. Griseri, Giovenale Boetto architetto e incisore, Fossano 1966, p. 79 e fig. 190; M. Amietta Dellacorna, I lettori dell’Università di Torino dal 1630 al 1659, in L’Università di Torino nei secoli XVI e XVII, Torino 1972, p. 286; D. Carpanetto, Scienza e arte del guarire: cultura, formazione universitaria e professioni mediche a Torino tra Sei e Settecento, Torino 1998, pp. 64, 89 s.; A. Bargoni, La relazione di B. T. sulla morte della duchessa Francesca di Savoia, in Giornale della Accademia di Medicina di Torino, CLVII (2005), pp. 202-223.