BARTOLOMMEI, Ferdinando, marchese
Uomo politico, nato a Firenze il 10 marzo 1821. Seguì negli anni giovanili le tendenze del gruppo liberale moderato, ed ebbe parte notevole nei movimenti popolari per ottenere riforme dal granduca di Toscana nel 1847 e nel 1848 e nell'incoraggiare e sovvenzionare il reclutamento dei volontarî per la prima guerra dell'indipendenza; ma, ciò facendo, egli non intese di discostarsi dal programma moderato riformista, tanto che preferì ritirarsi in campagna quando, dopo la fine infausta della guerra, incominciò a prevalere l'elemento demagogico. Tornò a Firenze dopo la fuga di Leopoldo II, ma non seguì né approvò l'indirizzo del governo guerrazziano. Non seppe però rinunziare alla politica attiva: un processo ebbe nel 1851, perché coinvolto nei tumulti del 29 maggio per le onoranze funebri ai caduti di Curtatone e Montanara; un altro l'anno successivo, per aver partecipato a trame dirette a sommuovere gli ordinamenti dello stato. Commutatagli la pena di sei mesi di reclusione in quella dell'esilio per un anno, peregrinò prima in Italia, poi in paesi stranieri (Francia, Belgio, Olanda e Inghilterra), allargando gli orizzonti della sua cultura. Rimasto sempre fedele, pur con qualche inavvertita deviazione, al programma moderato, lo abbandonò quando fu costituita la Società nazionale, della quale divenne rappresentante a Firenze, assumendo una parte preminente nella storia delle agitazioni che condussero al rivolgimento del 27 aprile 1859. La fusione tra liberali monarchici e democratici repubblicani, che altrove ebbe consensi limitati, fu invece raggiunta quasi completamente in Toscana mercé l'opera del Bartolommei, che riuscì a trarre al programma monarchico unitario della Società gli esponenti maggiori della democrazia toscana, quali il Dolfi e il Cironi. Tale accordo, assicurando al movimento rivoluzionario la partecipazione dello stesso esercito, provocò la caduta della dinastia lorenese e la fine del granducato. Partito Leopoldo II, il Bartolommei fu a capo del comune di Firenze e secondò la politica annessionista e unitaria del Ricasoli; dopo l'unificazione, fu deputato al Parlamento e senatore. Morì il 15 giugno 1869.
Bibl.: A. Lombardi, Ferdinando Bartolommei. Note e ricordi, Firenze 1889; M. Bartolommei Gioli, Il rivolgimento toscano e l'azione popolare (1847-1860). Dai ricordi familiari del marchese F. B., Firenze 1905.