BASCHENIS
Famiglia di pittori di origine bergamasca (secoli XV-XVII) operanti nel Trentino e in Lombardia. La prima notizia riguarda un Antonio figlio di Giacomo, citato nel 1451 in un atto notarile come pittore in Bergamo nella vicinia di S. Michele dell'Arco. Il Locatelli ricorda inoltre un suo figlio denominato Battista, presente in un atto del 13 marzo 1490 quale "pinctor f. M. Antonii de Baschenis de Averaria civitatis abitator Perg.". Un ramo della famiglia svolse la sua attività nella zona delle Giudicarie nelle valli trentine per un periodo che corre dal 1471 al 1547. Il primo pittore noto in questa regione dal 1471 è Cristoforo (notizie: 1465-1519), chiamato a lavorare in molte località delle valli Giudicarie (lasciò opere a Bleggio, Borzago, Pergnano, Ragoli, Dorsno e San Lorenzo in Condino), pur essendo artista di limitata levatura e con caratteri spesso affini al gusto nordico.
Ma, accanto a Cristoforo, in opere varie, si incontrano tre nomi di artisti probabilmente suoi fratelli: Dionisio, Giovanni e Battista. Dei quattro della stessa famiglia si conoscono lavori eseguiti in diversi luoghi fino al 1519. Di Dionisio si sa che firmò nel 1493 affreschi nella chiesa di S. Antonio presso il cimitero di Pelugo; di Giovanni e di Battista è noto che dipinsero l'affresco dell'Ultima Cena nella chiesa di Corte presso Rumo, con data segnata 1471 e le parole: "Iohannes et Baptista de Averaria pinxerunt", e alcuni anni dopo (nel 1496) il ciclo di vividi affreschi nella cappella di Castel Valer presso Tassullo in Val di Non, in cui le scene con figure di santi riempiono integralmente l'arco frontale del presbiterio, le pareti di lato e di fondo e la quadrata volta a crociera. Qualche anno prima Giovanni aveva compiuto un altro lavoro nella chiesa di S. Lorenzo a Cunevo firmando "Iohannes de Averaria 1490". Più tardi, ancora i due fratelli affrescarono l'abside della chiesa dei SS. Filippo e Giacomo a Segonzone in Val di Non, raffigurando i Quattro dottori della Chiesa, i Simboli degli Evangelisti e il Cristo benedicente, firmando coi due nomi "Iohannes et Baptista consanguinei de Averaria" e aggiungendo la data 28 ag. 1507. L'arte di Giovanni e di Battista, rispetto a quella del fratello Cristoforo, appare più vicina al carattere rinascimentale.
In altro affresco, pure del 1507, dell'abside della chiesa di Lodrone, una scritta specifica che l'opera venne eseguita da "Simon et Dionisius Baschenis de Averaria". Il Morassi deduce con varie argomentazioni che Simone possa essere stato il padre dei quattro fratelli sopraccennati. Precedentemente il Pinetti da documenti di archivi comunali bergamaschi ricordava un "Magistrum Simonem de Haveraria pictorem" per affreschi dipinti in Bergamo nel 1497 in composizioni sacre sulla "Porta dipinta" e nel 1500 per figure di rettori con stemmi su una parete del Palazzo comunale. È presumibile pertanto che questi lavori siano stati eseguiti da quello stesso Simone, che può pertanto considerarsi capostipite del ramo più importante della famiglia, prima operante in Bergamo e più tardi presente col figlio in Lodrone.
Un figlio di Cristoforo di Simone, anche lui a nome Simone, è riconosciuto come il membro della famiglia di maggiore capacità artistica e quello che raggiunge una più definita forma d'arte cinquecentesca.
Da Simone nacquero tre figli: Antonio, Filippo e Cristoforo detto il Vecchio. Filippo, pittore, collaborò spesso col padre, con il quale nell'anno 1547 lavorava ad un affresco a Cologna in Giudicarie. Da Antonio vennero due figli: Cristoforo detto il Giovane e l'omonimo Antonio. Da quest'ultimo Antonio nacque un figlio Pietro, pittore di modesta levatura: gli antichi autori ricordano suoi affreschi a Bergamo nell'archivio municipale (1615) e nella sacrestia di S. Maria Maggiore (1616), nella chiesa di Sombreno (1620) e nella chiesa di Locate Varesino (1624), che sono tutti perduti. Si conservano invece tre affreschi a piccole figure (Assunzione, Natività e Presentazione al tempio) nella chiesetta di S. Maria in Argon (Trescore) datati 1617 e altri nella chiesetta del cimitero di Calcinate. Pietro fu padre di Evaristo, l'artista notissimo delle nature morte col quale si chiude l'attività pittorica nel casato dei Baschenis.
Bibl.: A. Pasta, Le pitture notabili di Bergamo..., Bergamo 1775, pp. 60, 76, 139; F. M. Tassi, Vite de'pittori... bergamaschi, Bergamo 1793, I, pp. 55 s.; 184 s., 234; P. Locatelli, Illustri bergamaschi, II, Bergamo 1869, pp. 85-109; A. Pinetti, Per la storia della pittura bergamasca del '500, in Bergomum, II (1908), p. 244; Bergamo, Curia Vescovile, E. Fornoni, Artisti bergamaschi, ms.; G. Delogu, Pittori minori lombardi, liguri e piemontesi del '600 e '700, Venezia 1931, pp. 212, 218 s.; A. Morassi, Storia della pittura nella Venezia Tridentina, Roma 1934, pp. 201, 383, 388; L. Angelini, I B. Pittori bergamaschi, Bergamo 1946; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, pp. 592 s. Per Cristoforo il Vecchio (e il Giovane), Evaristo, Simone di Cristoforo v. le singole voci.