al-Asad, Bashshar
al-Asad, bashshār. – Presidente della Siria (n. Damasco 1965), nominato alla guida del Paese nel luglio 2000 alla morte del padre Hafez, rimasto ininterrottamente al potere per trent’anni (1970-2000). La successione alla carica di capo dello Stato è avvenuta in un clima di grande stabilità che lasciava sostanzialmente invariate le linee direttrici della politica interna ed estera. Se sul fronte interno la vita politica appariva segnata dalla immutata forza repressiva del regime e dall’immobilismo, a dispetto dei pronunciamenti in favore della modernizzazione espressi dal presidente all’inizio del suo mandato, ancora drammaticamente irrisolti apparivano tutti i problemi che affliggevano la regione: questione palestinese, pace con Israele e restituzione alla Siria delle Alture del Golan. Sotto la pressione della comunità internazionale e delle piazze libanesi in rivolta, A. ordinava nell’aprile 2005 il ritiro dell’esercito e dei servizi segreti siriani dal Libano, Paese dove la Siria esercitava la sua influenza dalla metà degli anni Settanta del 20° secolo. Molto contrastate rimanevano per tutto il decennio le relazioni con gli Stati Uniti per il costante sostegno politico del presidente siriano al partito libanese Hezbollh e l’alleanza strategica con l’Irān in funzione antiisraeliana. Tra il 2011 e il 2012 la rivolta popolare nelle città siriane, sull’onda della rivoluzione tunisina ed egiziana, si scontrava con la grande capacità di resistenza del regime che attraverso l’azione intimidatoria e repressiva dell’esercito e dei servizi segreti (Mukhabarat) metteva a tacere brutalmente la protesta mentre la comunità internazionale sceglieva, a differenza che nel caso libico, una posizione molto defilata.