BASILICA (VI, p. 294)
La basilica cristiana. - Una serie di notevolissime scoperte e di scavi ha molto arricchito le conoscenze sulle basiliche cristiane.
Nell'Italia meridionale spetta a G. Chierici il merito dello studio delle basiliche paoliniane di Cimitile presso Nola, di S. Felice, dei SS. Martiri, di S. Gallonio e Nuova, delle quali le prime due, di origine pre-paoliniana, sono del IV secolo. Si sono scoperte delle interessanti pitture del IV secolo, resti pavimentali, rivestimenti marmorei e stucchi, e si è anche determinata la successione delle diverse strutture.
A Canosa si è scoperta una basilica a pianta centrale del v-VI sec. con mosaici pavimentali, non ancora compiutamente illustrata. I mosaici parietali del V sec. di Casaranello in Puglia sono stati invece ultimamente oggetto di uno studio di R. Bartoccini.
Per l'Italia centrale è interessante l'ipotesi espressa da Fr. W. Deichmann che il S. Salvatore di Spoleto e il Tempietto del Clitunno, ritenuti paleocristiani, siano piuttosto di epoca longobarda (sec. VIII) ma costruiti da orientali sul tipo microasiatico. L'idea è soggetta a revisioni.
Per la singolare basilica adattata in edifici anteriori, che fu scoperta a Ostia, si veda ostia, in questa App.
Nell'Italia settentrionale, a Milano, le indagini di F. Reggiori in occasione dei restauri della basilica Ambrosiana si sono rivolte particolarmente alla cappella di S. Vittore in Ciel d'Oro (poi di S. Satiro), che costituiva nel IV sec. un oratorio absidato posto nel glorioso cemeterio di Porta Vercellina (ad Martyres). Altre due cappelle isolate erano quelle di S. Vitale e di S. Valerio.
In prossimità di S. Vittore sorse la più antica basilica Ambrosiana e più tardi, alla cappella stessa, si aggiunsero una piccola cupola e su di essa, come sulle pareti, venne la nota decorazione musiva dove appare il celebre ritratto di S. Ambrogio.
Il S. Lorenzo di Milano è stato scavato e restaurato a opera di G. Chierici. Sul S. Ambrogio e le più antiche basiliche milanesi ha pubblicato una monografia il card. I. Schuster che riproduce anche qualche mosaico rinvenuto a S. Aquilino, probabilmente opere del principio del V sec. Nella basilica di S. Simpliciano, ad opera di Ed. Arslan si stanno mettendo in luce le murature paleocristiane che rivelano un'ampia struttura con transetto nel suo insieme del tipo a T, forse del IV sec. Nella piazza del Duomo è riapparsa la basilica di S. Tecla con il retrostante battistero di S. Giovanni (almeno del V sec.); ambedue hanno avuto una prima illustrazione per opera di A. De Capitani d'Arzago.
A Castel Seprio, è venuto in luce un bellissimo ciclo pittorico, di epoca più tarda.
Nella venezia Giulia, G. Brusin ha completamente riscavato ad Aquileia la basilica del Fondo Tullio con lo stupendo mosaico pavimentale del VI sec.; la chiesa, che era prima a pianta rettangolare, ha avuto poi un transetto e l'abside. A Grado, nella basilica fondata nel VI sec. dal patriarca scismatico Elia si è messa in evidenza una fase anteriore, del sec. V, con mosaici pavimentali e alcune notevoli epigrafi. A Trieste, gli scavi e gli studî di F. Forlati tendono a riproporre il problema delle origini di S. Giusto. In Istria, a Orsera, sulla costa occidentale, è venuto in luce un importante centro paleocristiano, illustrato da M. Mirabella Roberti, con basilica ad aula unica e annessi e con pavimenti a mosaico, del sec. IV. Ricerche dello stesso archeologo nella cattedrale di Pola hanno rivelato una più piccola basilica del sec. IV, con ampliamenti del sec. V. La basilica più ampia che le è affiancata conserva vestigia dei sec. V e VI. A Verona sono riapparsi, ma non ancora pubblicati, altri tratti del mosaico pavimentale spettante alla basilica, forse del sec. V, sotto gli annessi del duomo. A Vicenza, ricerche nei SS. Felice e Fortunato hanno rivelato strati musivi pavimentali del IV e V sec., nonché il tipo della chiesetta di S. Maria Mater Domini compresa nello stesso gruppo.
Anche nelle altre regioni non sono mancate scoperte in questi ultimi anni. In Spagna, a Centcelles, nei dintorni di Tarragona, è stato studiato un edificio paleocristiano con cupola su base quadrata. In Francia nuovi studî sono stati dedicati alla chiesa di S. Vittore a Marsiglia. A Costantinopoli, i lavori di A.M. Schneider hanno messo in luce i resti della S. Sofia pregiustinianea, ma limitatamente all'atrio occidentale, la cui facciata del tempo teodosiano aveva un grandioso prospetto con timpano interrotto da un'arcata del tipo di quelli di spalato e di Damasco. In Siria, a Qawsiyye, sobborgo di Antiochia, è stata scoperta una chiesa cruciforme identificata con il martyrion eretto nel 381 dal vescovo Melezio per ricevere il corpo di S. Babila. In Palestina, a Gerasa,J.W. Crowfoot ha trovato un complesso monumentale che può dare un'idea del S. Sepolcro costantiniano, con grande strada colonnata, ninfeo, scalea del III sec., nicchia-santuario della vergine, chiesa a tre navate della fine del IV sec., corte della fonte miracolosa, martyrion di S. Teodoro del 494 bagni episcopali del 474, abitazioni ecclesiastiche, ecc. Si ricordano anche le scoperte della basilica costantiniana di Mambre, presso Hebron; della basilica del Monte Nebo, studiata da B. Bagatti della basilica della Moltiplicazione dei Pani, presso il lago di Genesaret. A Betlemme gli scavi hanno fatto nuova luce sul problema delle origini di quella basilica; sembra che vi sia stata prima una cappella dentro un tempio pagano rotondo del II-III sec., poi un edificio quadrato con cupola ottagona del III sec., infine la basilica costantiniana a cinque navate con martyrion poligonale includente la grotta sacra, poi la chiesa giustinianea con tre absidi disposte a trifoglio.
In Egitto J. B. Ward Perkins ha riveduto gli scavi del Raugmann nel Santuario di S. Menna giungendo a nuovi risultati e mettendo in evidenza cinque fasi della costrurione a cominciare dalla basilica dei primi del IV sec.; la fase comprendente la prima basilica con transetto spetta all'epoca del grande vescovo alessandrino Atanasio. Al Perkins si deve anche uno studio sulla chiesa e i monasteri di Taposiris Magna; la chiesa primitiva, della fine del lV o inizî del V sec., ha la pianta a T con abside interna.
Tutte queste scoperte hanno rivelato l'esistenza di molti tipi di basiliche già nel IV sec.; specialmente di quello a forma crociata a tau (T), che doveva avere certamente un valore simbolico in rapporto con il signum Domini. Le scoperte di Dura Europo, di Aquileia, ecc. permettono di cominciare a distinguere la basilica-casa, che si adatta in un ambiente privato con la sola aggiunta degli elementi necessarî alla celebrazione liturgica, e la basilica-tempio, che comincia già nel III sec. e di cui si ha qualche'traccia a Salona ed altrove. L'età costantiniana trovò certamente già un patrimonio di forme, sia pure embrionali, che servirono egregiamente a orientare i costruttori degli importanti edifici di quel periodo. Salona ha pure rivelato un tipo di basilica "scoperta", cioè a corte absidata con portici laterali, che richiama l'heroon e che si ritrova particolarmente nella basilica costantiniana di Mambre (Hebron).
E. Dyggve ha ultimamente supposto qualcosa di simile anche per l'Anastasi gerosolimitana, ma la sua tesi è ancora in discussione.
Nel campo degli studî sono da ricordare l'opera monumentale di R. Krautheimer (Corpus basilicarum christianarum Romae, Città del Vaticano 1937 segg.) dedicata allo studio della struttura delle basiliche romane, e l'attività della commissione del Centro di studî di storia dell'architettura (C. Venanzi, A. Ferrua e G. De Angelis d'Ossat) che ha iniziato un metodico esame delle loro murature (v. anche roma, in questa App.). Il problema degli edifici connessi alla venerazione di un luogo sacro o di una reliquia è stato recentemente affrontato in un ampio studio di A. Grabar.
Bibl.: G. P. Kirsch, Gli edifici sacri cristiani nell'antichità (cap. aggiunto al vol. III della ed. ital. della Storia della Chiesa dir. da A. Fliche e V. Martin, Torino 1939); Atti del IV Congresso intern. di Archeol. Cristiana: Città del Vaticano 16-22 ottobre 1938, Città del Vaticano e Roma, I, 1940, II, 1948. Sugli argomenti particolari sopra ricordati: G. Chierici, S. Ambrogio e le costruzioni paoliniane di Cimitile, in vol. miscell. Ambrosiana, Milano 1942, pp. 315-331; R. Bartoccini, Casaranello e i suoi mosaici, in Felix Ravenna, n. s., IV (XLV), fasc.3, sett.-dic. 1934, pp. 157-185; G. Breccia, Mosaici della Cattedrale di Fermo, in Palladio, III (1939), fasc. 2, pp. 85-87; F. Reggiori, La basilica ambrosiana. Ricerche e restauri (1929-40), Milano 1941; Card. I. Schuster, S. Ambrogio e le più antiche basiliche milanesi. Note di archeologia cristiana, Milano 1940; Ed. Arslan, Osservazioni preliminari sulla basilica paleocristiana di S. Simpliciano a Milano, in Archivio stor. lombardo, n. s., X (1947), fasc. 1-4; A. De Capitani d'Arzago, Cenni introduttivi alla relazione sullo scavo della basilica di S. Tecla e del battistero di S. Giovanni nella piazza del Duomo di Milano, in Raccolta di scritti in onore di A. Giussani della Soc. Archeol. Comense, Como 1944; G. Brusin, La basilica del Fondo Tullio alla Beligna di Aquileia, Aquileia 1947; id., Guida di Aquileia e Grado, Aquileia 1947; F. Forlati, La Cattedrale di S. Giusto, estr. dall'Archeografo triestino, s. III, XVIII (1934); M. Mirabella Roberti, La sede paleocristiana di Orsera, estr. dagli Annali Triestini, XV (1944); id., il Duomo di Pola, Pola 1943; P. Marconi (per gli scavi di Lagosta), in Boll. Commiss. Archeol. Com. di Roma, LXII (1934), fasc. 1-4, p. 16 segg.; G. Carraro, G. Lorenzon e altri, La basilica dei SS. Felice e Fortunato in Vicenza, Vicenza 1937; G. Brusin (sullo stesso soggetto), in Atti Ist. Veneto di Sc. Lett. e Arti, CII, p. 2ª, 1942-43; F. Camprubi, I mosaici della cupola di Centcelles nella Spagna, in Rivista di Archeol. cristiana, XIX (1942), pp. 87-110; F. Benoit, L'abbaye de St. Victor et l'église de la Major à Marseille, Parigi 1936; id., c.s., in Bulletin Monumental, 1936, pp. 145-180; A.M. Schneider, Die Hagia Sophia zu Konstantinopel, Berlino s.a. (1938); id., Die Grabung in Westhof der Sophienkirche, Berlino 1941; R. W. Zaloziecki, Die Sophienkirche in Konstantinopel, Roma-Friburgo 1936; Th. Whittemore, The mosaics at S. Sophia at Istanbul. Preliminary report, Oxford 1933: id., Second preliminary report, ivi 1936; id., The imperial Portraits of South Gallery, ivi 1942; D. Krencker, Die Wallfahrtkirche des Simeon Stylites in Kal'at Sem'an, I. Bericht, Berlino 1939; J. Lassus, Les sanctuaires chrétiens de Syrie, Parigi 1947; J. W. Crowfoot, Churches at Jerash, Londra 1931; A. E. Mader, La basilica costantiniana di Mambre, in Riv. di Archeol. crist., 1929, p. 249 segg.; A. M. Schneider, Die Brotvermehrungskirche etc., Paderborn 1934 (e in Oriens Christianus, XXXIV, 1927, pp. 59-62, dove si parla dell'esistenza di una chiesa più antica aldisotto, costruita alla metà circa del sec. IV; la superiore alla fine del IV, inizî del V); B. Bagatti, Edifici cristiani nella regione del Nebo, in Riv. di Archeol. crist., 1936, pp. 101-142; M. Vionnet, Les églises de la Nativité à Bethléhem, in Byzantion, XIII (1938), pp. 91-128; J. B. Ward Perkins, The Monastery of Taposiris Magna, in Bulletin de la Société Royale d'Archéol. d'Alexandrie, n. 36, 1945; G. Caputo, Schema di fonti e monumenti del primo cristianesimo in Tripolitania, Tripoli 1947; C. Cecchelli, Il problema della basilica cristiana precostantiniana, in Palladio, VII (1943), pp. 1-13. Sul problema della basilica discoperta: E. Dyggye, Gravkirken i Jerusalem, Copenaghen 1941 (con citaz. di lavori precedenti). Sui martyria: A. Grabar, Martyrium. Recherches sur le culte des reliques et l'art chrétiene antique, 2 voll. e 1 albo, Parigi 1946. Si aggiungano due brevi pubblicazioni generali: R. Aigrain, Archéologie chrétienne, Parigi 1941, p. 146 segg.; P. Lemerle, Le style bizantin, Parigi 1943. Quest'ultimo autore ha scavato le basiliche di Filippi in Macedonia (Philippes et la Macédoine orientale à l'époque chrétienne et byzantine, Parigi 1945).