BASILIO II il Cieco, granduca di Moscovia (1425-1462)
Figlio di Basilio I, nato nel 1415. Egli passò quasi tutto il suo regno in lotta accanita per il trono contro lo zio Jurij (Giorgio) e i figli di questo, Basilio Kosyj e Demetrio Šemjaka, i quali difendevano la vecchia norma (che già del resto cominciava a cadere in desuetudine), per cui il passaggio del trono avveniva da fratello a fratello. B. si atteneva al passaggio ereditario di padre in figlio, ordine di cose a cui avevano dato principio suo padre e suo nonno, lasciando il vecchio trono moscovita ai figli e assegnando ai fratelli appannaggi secondarî. Il tentativo di mantenere il vecchio uso fallì. Il nuovo ordine era caldeggiato dai boiari, dal clero, dalla stessa popolazione, il che finì col dare la vittoria a Basilio. La lotta fu tuttavia accanita, ricca di episodî drammatici e sanguinosi. Al sistema degli appannaggi fu dato un colpo mortale e ai successori di Basilio II non rimase che dargli il colpo di grazia. Importante avvenimento del regno di Basilio II fu il tentativo di unione con la Chiesa romana. Il metropolita moscovita, di origine greca, Isidoro, mandato dal granduca a Ferrara per il concilio e di lì passato a Firenze (1439), accettò l'unione, ma in Russia non trovò seguito. Ritornato a Mosca, Isidoro fu incarcerato, ma per evitare un aperto conflitto con le gerarchie superiori della Chiesa russa, gli fu data possibilità di fuggire. Dopo di che il sinodo dei vescovi russi scelse dal suo grembo il successore di Isidoro. Da allora i metropoliti furono scelti esclusivamente fra i Russi, senza che dovessero recarsi a Costantinopoli per la conferma, come avveniva prima. Il legame col patriarcato fu così notevolmente indebolito; e fu questo il primo passo verso la futura creazione di una Chiesa russa nazionale indipendente.
Bibl.: E. Smurlo, Storia della Russia, Roma 1928, I, pp. 96-97; P. Pierling, Les Russes au concile de Florence, in Revue de questions historiques, LII (1892).