BASILIO III, granduca di Moscovia (1505-1533)
Nato nel 1479, figlio di Ivan III (v.) e di Zoe Paleologo, nipote questa dell'ultimo imperatore bizantino. Sotto B. terminò il processo di concentrazione politica della Russia nord-orientale (unione di Pskov e di Rjazan′) e finì l'epoca degli appannaggi (1523). Sovrano di un vasto territorio, unico signore legittimo di una buona metà delle terre russe, principe assolutamente indipendente, erede spirituale della corona bizantina, ossequiato e adulato dagli ambasciatori delle grandi potenze amiche, il granduca di Mosca si sentiva enormemente cresciuto sia ai proprî occhi sia a quelli dei suoi sudditi.
Sotto Basilio III si formò e rafforzò nella coscienza popolare l'idea di "Mosca, la terza Roma", idea alimentata e ravvivata da recenti e importanti avvenimenti: 1) dall'apostasia dei greci dall'ortodossia, in seguito all'indipendenza dall'autorità patriarcale costantinopolitana; 2) dalla caduta dell'Impero bizantino ("seconda Roma") nel 1453, caduta che apparve ai Russi come una punizione per la precedente apostasia; 3) dal fatto che Mosca era l'unico stato indipendente nel mondo ortodosso e perciò unica erede di diritto della "seconda Roma" ortodossa. La nuova idea obbligava la Russia a proteggere i popoli di fede ortodossa più deboli, cioè i Zerbi e i Bulgari, e da Basilio III in poi determinò la politica moscovita nei riguardi delle terre russe, entrate a far parte della Lituania e della Polonia e che i sovrani moscoviti consideravano come loro diretta eredità. Basilio III fece i primi passi sulla via della riconquista, togliendo ai Polacchi Smolensk (1514), oltre un secolo prima (1404) strappata a Mosca dal granduca lituano Vitovt.
Le relazioni con l'Europa occidentale, rinnovate dal tempo di Ivan III, furono mantenute attivamente anche sotto Basilio III. Sigismondo von Herberstein, ambasciatore degl'imperatori Massimiliano I e Carlo V, venne due volte in Russia (1517 e 1526). B. fu anche in rapporti col papa Clemente VII, onde l'invio a Roma di Demetrio Geràsimov (Erasmo) e le sue conversazioni con Paolo Giovio, che diedero a quest'ultimo prezioso materiale per il suo De legatione Basilii Magni principis Moscoviae liber (1537).
Con la liberazione dal giogo tataro (1480) la Russia non evitò del tutto i pericoli derivanti dai Tatari rimasti vicini. Basilio fu costretto a lottare accanitamente col regno di Rjazan′ e col khanato di Crimea; nel 1521 il khān Ulū-Meḥmet fece un'incursione fino a Mosca, ma fu respinto.
Non avendo avuto figli dal suo matrimonio con Solomonia Saburova, B. divorziò (1526). Dalla seconda moglie, Elena Glinskaja, ebbe due figli, il primogenito dei quali, il futuro famoso zar Ivan IV il Terribile, aveva solo tre anni quando B. morì.
Bibl.: E. Šmurlo, Storia della Russia, Roma 1928, I, p. 108 segg.