BASSANI, Orazio, detto Orazio della Viola
Nacque a Cento verso la metà del sec. XVI da Girolamo, valente, suonatore di viola. Seguita l'arte patema, divenne presto uno dei più celebri strumentisti "virtuosi" del suo tempo. il 1° sett. 1574 entrò alla corte parmense come violista al servizio del duca Ottavio Famese, che gli aumentò lo stipendio dal 1° genn. 1583 per i suoi meriti e in occasione di un breve soggiorno romano del B. presso il cardinale Farnese (Alessandro o Ranuccio?). Nel settembre dello stesso anno ritornò a Parma, dove rimase fino alla morte del duca Ottavio (16 sett. 1586). Il 30 sett. 1586, in seguito alla sospensione delle attività musicali di corte, molti musici furono licenziati, mentre il B. venne chiamato nelle Fiandre, a Bruxelles, dal governatore dei Paesi Bassi Alessandro Famese, che nutrì per lui stima e considerazione tali da colmarlo di favori e da assegnargli una pensione annua di 300 scudi d'oro. Nel 1592, morto Alessandro, il B. fece ritomo a Parma e anche dal nuovo duca Ranuccio I gli furono tributati lo stesso riconoscimento e la stessa benevolenza già dimostratigli dal padre: nel 1594 Ranuccio gli donò 1500 scudi d'oro e per suo ordine Agostino Carracci fu incaricato di dipingere il ritratto del B. in atto di suonare la viola (Napoli, Museo Nazionale di Capodimonte). Nel 1599 il B. fu di nuovo a Roma, dove sembra trascorresse un periodo di tempo più lungo del precedente (la pensione, infatti, gli venne regolarmente pagata in quella città), forse fino al 1609. Rientrato a Parma nello stesso anno, non l'abbandonò più e continuò, acclamato "unico & famosissimo", secondo l'espressione del suo allievo V. Bonizzi (nella dedica a Margherita di Parma del suo libro Alcune opere di diversi auttori a diverse voci Passaggiate principalmente per la Viola Bastarda, ma anco per ogni sorte di Stromenti, e di Voci..., In Venetia, Appresso Alessandro Vincenti, 1626), il suo servizio a corte fino al giorno della sua morte, avvenuta l'8 sett., 1615. Il suo corpo venne sepolto nella chiesa di S. Pietro Martire.
Virtuoso di grande valore, il B. non sì contentò soltanto di suonare il suo strumento in modo eccellente, ma contribuì con le sue composizioni e trascrizioni a dare nuova fisionomia alla tecnica e all'arte strumentali, che si andavano affermando in quel tempo, anche se ancora legate alla policoralità. Egli cercò appunto di superare i limiti della semplice riduzione da vocale a strumentale dei - madrigali mediante i più ricchi e vari abbellimenti (o "passaggi", come si diceva allora) appropriati alla natura dei singoli strumenti (pratica usata dai liutisti) e quindi di effetto e di carattere puramente strumentali. A testimonianza della sua opera è rimasto assai poco, ma è significativo che uno dei suoi madrigali "passaggiati" o "rotti" (secondo la terminologia del tempo) a 5 voci, Poi che mi prieg'ancora, stampato nel 1591 - mentreegli era nelle Fiandre - ad Anversa da "Pietro Phalesio & Giovanni Bellero" nella raccolta Melodia Olympica di diversi eccellentissimi musici a III. V. VI et VIII voci, a cura di "Pietro Philippi Inglese" (più volte ristampata), venisse ancora edito in un'altra pubblicazione del 1605 a Leida: Nervi d'Orfeo, di eccellentiss. autori. A cinque et sei voci..., appresso Henrico Lodowico de Haestens. Alcune toccate e madrigali "rotti" del B. furono raccolti nelle Lezioni di contrappunto fatte da Francesco Maria Bassani (nipote del B.), il cui autografo del 1621 è conservato alla Biblioteca del Liceo musicale di Bologna. Un motetto del. R. figura anche nell'antologia Florilegium musicum Motectorum, trium et quinquaginta, IV. et V. vocum e profanis auctoribus excerptorum ac latino ecclesiastico textu donatorum, ut cum Basso ad organum, vel sola viva voce, in divinis possint officiis, firmo succedere cantui. Liber primus, curata da Johann Degen e stampata a Bamberg da Andrea Baals nel 1631.
Nei "Ruoli Farnesiani" appare anche un fratello del B., Cesare (citato invece dal Pelicelli e dall'Enciclopedia Ricordi della Musica come figlio del B.), che fu assunto in qualità di violista alla corte di Parma dal gennaio 1578 al settembre 1586 e ancora dal settembre 1590 fino al 31 dic. 1603. Un nipote del B., Francesco Maria (figlio di Cesare), fu anch'egli musico a Parma. Buon suonatore di trombone e di violone (o contrabbasso) alla chiesa della SS. Madonna della Steccata, partecipò spesso alle esecuzioni più solenni nella cattedrale di Parma, in particolare negli anni 1632, 1633 e 1641. Le sue Lezioni di contrappunto, sopra ricordate, inducono a pensare che egli fosse anche insegnante di musica.
Bibl.: G. Gasperini, Musicisti celebri alla corte dei Farnesi: Claudio Merulo da Correggio e O. B. da Cento, in Aurea Parma, IV, s (1920), pp. 262, 264-266; A. De Rinaldis, Pinacoteca del Museo Naz. di Napoli (catal.), Napoli 1927, p. 49; N. Pelicelli, Musicisti in Parma nei secc. XV-XVI, in Note d'arch. per la storia musicale, IX, (1932), 2 pp. 118-120, 128; 3-4, pp. 220, 235; E. Bohn, Bibliographie der Musik-Druckwerke bis 1700... in der Stadtbibliothek... zu Breslau, Berlin 1883, p. 54; G. Gaspari, Catal. della Biblioteca del Liceo musicale di Bologna, I, Bologna 1890, p. 294; E. Vogel, Bibliothek der gedruckten weltlichen Vocalmusik Italiens. Aus den Jahren 1500-1700, I, Berlin 1892, p. 72; R. Eitner, Quellen-Lexikon der Musiker, I, pp. 364, 367; Enc. Ricordi della Musica, I, Milano 1963, p. 200.