BASSANO
. Famiglia di pittori di cognome Da Ponte, così chiamati da Bassano loro patria, ebbero bottega fiorentissima per più di un secolo in Bassano e in Venezia.
Furono pittori Francesco il Vecchio (c. 1475-1541), il figlio suo Iacopo (c. 1810-1592) e i nipoti, figli di quest'ultimo: Francesco il Giovine (1549-1592), Giovambattista (1553-1613), Leandro (1557-1622), Gerolamo (1566-1621).
Francesco da Ponte, detto Francesco Bassano il Vecchio per distinguerlo dal nipote Francesco, anch'esso pittore, nacque a Bassano tra il 1470 e il 1475. Il padre si chiamava Iacopo. F. ebbe quattro figli tra cui Iacopo, il fondatore della scuola bassanesca. I documenti intorno a lui sono molti, ma quasi tutti estranei all'arte: ci fanno sapere che le sue condizioni finanziarie erano buone; il solo che riguardi, sia pure indirettamente, la sua attività o abilità d'artista appartiene al 1536. In quell'anno egli fece il modello della montagna per cui erano in lite i comuni di Angarano e Valstagna. L'ultimo documento, del 1527, riguarda certe ipotetiche miniere da sfruttare, e fa supporre vero ciò che dice il Ridolfi delle manie alchimistiche del pittore in vecchiaia. Dai documenti sembra che l'artista passasse quasi tutta la sua vita a Bassano. L'ultima notizia è del 1539. Nel 1541 il consiglio comunale concede a Iacopo l'esenzione dalle tasse, e da ciò risulta che questi era capo di famiglia e che quindi F. era morto. L'arte di F. il Vecchio deriva dal Montagna e dai Veronesi, e sembra non accorgersi delle voci nuove che venivano da Venezia e che Iacopo ascolterà, rompendo la tradizione locale. Il Ridolfi crede che la sua opera più antica sia la Madonna in trono tra S. Bartolomeo e San Giovanni Battista, già nel Duomo, ora nel Museo di Bassano. Opere firmate e datate sono le seguenti: Madonna in trono fra i Ss. Pietro e Paolo, fatta per la confraternita di S. Paolo nella chiesa di San Giovanni, ora nel Museo di Bassano (F. A. P. faciebat MDXVIII); S. Giustina tra S. Michele e S. Giorgio nella chiesa di S. Giustina di Solagna (Frãc. A Põte pingebat MDXX); la Pentecoste nella chiesa di S. Spirito a Oliero (MDXXIII Fo A Ponte pingiebat). Firmata ma senza data è una Madonna in trono tra S. Matteo e Giovanni (F. A. P. F.), ad Asiago. Altre opere, che per affinità di stile si riconoscono di F., sono nella chiesa parrocchiale di Foza, nella chiesa di S. Donato a Bassano, a Cismon e a Rosà.
Iacopo da Ponte, detto Iacopo Bassano, figlio di Francesco da Ponte il Vecchio. Non è possibile accertare la verità della data di nascita (1510) fornita dal Ridolfi. Sulla base di documenti posteriori si sarebbe indotti a credere il pittore nato qualche anno più tardi. Non ci restano notizie certe della sua attività giovanile: le notizie invece diventano numerose dopo la morte del padre Francesco, nel 1541. Da allora risulta la sua presenza a Bassano, salvo intervalli, fino alla morte, avvenuta nel 1592. Il 14 febbraio di quell'anno fu sepolto nella chiesa di S. Francesco a Bassano. Studiò probabilmente a Venezia e a Venezia tornò più tardi. Numerosi documenti interessano la vita civile di I. In segno d'onore, per l'eccellenza dell'arte sua, ebbe nel 1541, 1551, 1566, l'esonero dalle tasse. Di fatto egli doveva essere agiato. Le opere più antiche di I. sono conservate nel museo civico di Bassano e si ritengono fatte tra il 1534 e il 1536. Esse rivelano influssi del padre, di Bonifacio Veronese, del Pordenone e di Tiziano, che continua a ispirarlo anche in tempi più tardi della sua attività. Ma l'influsso più attivo gli venne dal Tintoretto, specie negli effetti luministici che avvivano fantasticamente le sue scene di genere. Si può parlare di scene di genere, anche se egli tratta soggetti religiosi, perché il suo interesse è per l'oggetto e per il suo significato domestico o campestre. Questa rotta composizione ha una rispondenza in un paesano gusto del colore e in una certa solidità formale, che si conservano nonostante il luminismo. Il primo quadro datato di questo periodo maturo è a S. Teonisto a Treviso e appartiene al 1562. Molte volte è assai difficile distinguere la sua mano da quelle dei figli e degli aiuti. Esiste una quantità di opere di collaborazione. D'altra parte I. faceva firmare talora ai figli opere sue o firmava le loro, così che neanche le firme o i documenti di contratto o di pagamento possono aiutarci nel riconoscimento della paternità dei quadri bassaneschi. Come I. ricevé influssi fiamminghi, così ne esercitò nelle Fiandre. Restano da definire i fruttuosi rapporti artistici che ebbe con Domenico Theotocopuli, e col poco noto pittore feltrino Pietro Marescalco, detto lo Spada. Le opere del periodo migliore di Iacopo sono sparse tra Bassano, Venezia, Vicenza, Padova, Modena, Torino, Milano, Belluno. Altre si trovano a Posen e a Praga. (V. Tavv. LXXXV e LXXXVI).
Francesco da Ponte il Giovine, primogenito di Iacopo, nacque a Bassano nel gennaio del 1549, e morì in Venezia, suicida per ipocondria, il 3 luglio 1592. Stabilitosi a trent'anni a Venezia, aiutò il padre nei lavori di palazzo ducale, eseguendo da solo La presa di Padova, nella sala dello scrutinio, e cinque storie nella sala del maggior consiglio. Opere sue si conservano in chiese di Venezia, di Treviso, di Bergamo, a Montecassino, ecc.; e nelle gallerie di Venezia, Firenze, Vienna, Dresda, Posen. Più forse dei quadri d'invenzione sono pregevoli i ritratti da lui eseguiti.
Giovambattista da Ponte, secondogenito di Iacopo, nacque a Bassano il 9 marzo 1553 e ivi morì il 9 marzo 1613. Collaboratore nella bottega famigliare, eseguì specialmente repliche e copie. Una pala d'altare, proveniente dalla parrocchiale di Gallio, firmata e datata (1598), si conserva nel Museo di Bassano.
Leandro da Ponte detto Leandro Bassano, terzo figlio di Iacopo, e dei quattro il migliore, fu battezzato il 26 giugno 1557 a Bassano, dove visse fino al 1589 e dove gli nacque il figlio Giacomo nel 1592. Il Ridolfi narra che già nel 1577 egli avrebbe dipinto a Venezia il ritratto del doge Sebastiano Venier. Ad ogni modo noi lo troviamo a Venezia nel 1589 e ve lo vediamo stabilito nel 1592, dopo la morte del padre e del fratello Francesco. Qui si diede a finire le opere lasciate incompiute da Francesco. Forse in compenso del ritratto fatto al doge Marino Grimani ebbe il titolo di cavaliere, con il quale si firma nel ritratto di Gerolamo (morto nel 1596). Il Ridolfi narra che soffrisse come il fratello Francesco di manie di grandezza e di persecuzione. Morì a Venezia il 15 aprile 1622. L. è specialmente celebrato come pittore di ritratti. Egli segue la maniera del padre. Nel periodo bassanese, lavorando nella bottega paterna, mescolò anch'egli la sua attività con quella del padre e con quella degli altri figli e aiuti. Fra cui principali i citati fratelli Francesco e Gerolamo e il cugino Iacopo Apollonio.
Gerolamo da Ponte, quarto figlio di Iacopo, nacque a Bassano l'8 giugno 1566 e morì a Venezia l'8 novembre 1621. Studiata medicina a Padova, si dedicò all'arte nella bottega paterna, a Venezia e a Bassano, eseguendo specialmente repliche e copie. Rimangono però dipinti originali da lui firmati in chiese di Bassano e della regione, nel Museo di Bassano e nella Galleria di Vienna.
Bibl.: C. Ridolfi, Meraviglie dell'arte, ed. Hadeln, I, Berlino 1914; L. Zotmann, Zur Kunst d. Bassani, Strasburgo 1908; G. Gerola, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, III, Lipsia 1909 (con la bibl. precedente); G. Lorenzetti, Della giovinezza artistica di Iacopo Bassano, in L'Arte, XIV (1911), pp. 198-210, 241-257; id., Un nuovo dipinto di G. B., in Dedalo, I (1920), pp. 392-394; D. v. Hadeln, Über die zweite Manier des I. B., in Jahrb. d. preuss. Kunstsamml., XXXV (1914), pp. 52-70; K. T. Parker, A note on I. B., in The Burl. Mag., XLIV (1924), pp. 202-207; R. Longhi, Precisioni sulle Gallerie it., in Vita artistica, I (1926), pp. 142-143; C. Galassi Paluzzi, Di una tela di Francesco da Ponte nella venerabile chiesa del Gesù, in Roma, III (1926), p. 39; A. Moschetti, Un dipinto di Fr. da Ponte il vecchio, in Boll. del Museo civico di Padova, n. s., III (1927), pp. 71-75; A. Venturi, Storia dell'arte italiana, IX, iv, Milano 1929, pp. 1113-1331; id., Un'ignorata opera giovanile di F. B. nella chiesa di Sant'Antonio a Marostica, in L'Arte, XXXII (1929), pp. 33-34; id., G. B., ibid., XXXII (1929), pp. 107-25; id., Pitture di Piero di Cosimo e di Iacopo Bassano, ibid., XXXIII (1930), pp. 46-51; W. Arslan, Contributo a I. B., in Pinacotheca, I (1928-29), pp. 178-96; id., Un nuovo dipinto di I. B., in Boll. d'arte, n. s., VIII (1928-29), pp. 407-13; id., A Bassano Picture and a Teniers Copy, in The Burlington Mag., LIV (1929), pp. 73-74; id., Gerolamo da Ponte, in Dedalo, X (1929-30), pp. 551-66.