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BASSI, Achille, detto De Bassini

di Enrico Carone - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)
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BASSI, Achille, detto De Bassini (De Bassinis)

Enrico Carone

Nacque a Milano il 5 maggio 1819 da un vestiarista teatrale. Compì gli studi classici nel liceo S. Alessandro, ove acquistò una buona cultura letteraria e filosofica. Studiò contemporaneamente canto con N. Perelli e debuttò molto presto, alla fiera di Bergamo (cfr. Jarro). Non è del tutto certo che lo si debba identificare con quel Bassi che cantò nella primavera del 1838 al Teatro Civico di Voghera nel Belisario di Donizetti e nella, Norma di Bellini. Nel marzo 1839 il B. interpretò un'opera di N. Perelli, Manfredi re delle Due Sicilie, al Teatro Re di Pavia. La sua carriera era ormai avviata con successo e da allora non avrebbe subito interruzioni. Fu sostituto del basso D. Corselli nel carnevale del 1840 al Teatro Regio di Parma nella Parisina di Donizetti, e anche nel Belisario cantò per più sere la parte di Giustiniano, già affidata al secondo basso L. Alessandrini, ammalato. Nel 1842, aveva ormai raggiunto la notorietà: nel giugno si salvò, infatti, unico fra gli interpreti, dal fiasco de La Favorita donizettiana, data per la prima volta in Italia sotto il titolo di Leonora di Guzmdn al Teatro Nuovo di Padova; nel dicembre cantò al Teatro del Giglio di Lucca ne La Fidanzata corsa di G. Pacini e al Teatro alla Scala di Milano nella prima esecuzione della Vallombrosa di F. Ricci (26 dicembre). A Milano cantò ancora nel 1843, interprete apprezzatissimo delle opere di Donizetti (Lucrezia Borgia, Don Pasquale, Il Furioso, Lucia di Lammermoor) e di altri autori. Nel carnevale 1843-1844 il B. fu protagonista del Nabuccodonosor di Verdi e del Corrado d'Altamura di F. Ricci al Teatro Comunale di Modena. Il primo suo grande accostamento a Verdi lo si ha peraltro con I due Foscari, in prima esecuzione al Teatro Argentina di Roma il 3 nov. 1844 e rieseguito il 26 ag. 1845 al Teatro alla Scala di Milano, in una memorabile interpretazione dei Bassi.

Da allora furono frequenti le sue interpretazioni nelle opere di Verdi: can-, tò alla Scala nell'Ernani (11 marzo 1845, 14 febbr. e 26 nov. 1846), Attila (26 dic. 1846), Alzira (16 genn. 1847), al Teatro La Fenice di Venezia nella Giovanna d'Arco (autunno 1847), al Teatro Comunale di Trieste nella prima esecuzione de Il Corsaro (25 ott. 1848) e al Teatro S. Carlo di Napoli nella prima della Luisa Miller (8 dic. 1849). Fu proprio a Napoli, tuttavta, che egli riportà un insuccesso: in una critica apparsa sulI'Omnibus nel novembre 1850 si svalutavano le qualità di cantante del B., giudicato sgraziato e dalla voce "soffocata, affannosa, rauca". A Napoli, però, venne di nuovo acclamato, interpretando allo stesso teatro Maria di Rohan di Donizetti, La Schiava saracena, e nel marzo 1851 la Medea, entrambe del Mercadante. Al Teatro del Fmdo, sempre a Napoli e nelle stesse stagioni 1850-1851, il B. eseguì ancora altre opere: Caterina di Clèves di F. Chiaromonte, Stradella, trovatore del 1300 di V. Moscuzza e Il Coscritto di M. Asipa. Ormai noto in tutto il mondo, partecipò alla stagione operistica 1852-53 dell'Opera italiana di Pietroburgo e nel 1854 salvò al Teatro di Porta Carinzia a Vienna (dove aveva già cantato nel 1845 I Due Foscari) la stagione d'opera. Nella stagione 1862-63 fu riconfermato, non più in sostituzione di A. Tamburini, come nella precedente prestazione, all'Opera italiana di Pietroburgo; durante questa stagione interpretò la parte di fra' Melitone nella prima esecuzione della Forza del destino di Verdi (10 nov. 1862), parte che cantò ancora più volte nei teatri italiani e stranieri (al Real di Madrid nel 1866). Nel 1864 e 1865 il B. fu nuovamente, a Napoli e a Milano, impegnato in numerose rappresentazioni.

Quasi cinquantenne, il B. si ritirò dalle scene, ma riapparve nel 1869 al Teatro Camploy di Venezia nel Belisario e nei Lombardi alla prima crociata verdiani, al debutto del figlio Alberto, mostrando di non aver perduto le antiche doti. Fu poi costretto a cantare fino agli, ultimi anni della sua vita (alla Società filarmonica di Napoli, 1875) dalla miseria nella quale era caduto a causa di errate speculazioni e di disgrazie familiari. Negli ultimi si era ritirato in una sua villa a Portici. Morì a Cava dei Tirreni il 3 luglio 1881.

Di piacevole aspetto, il B. fu chiamato dai suoi concittadini "il secondo Ronconi". In effetti egli scelse, come e m maggior misura anzi di G. Ronconi, per il suo modo di cantare e di interpretare, una soluzione di potenza e di forza. La magnifica voce, di grande estensione, lo assecondava perfettamente, mentre la notevole sapienza recitativa valse a non farlo cadere in quell'eccesso di impetuosità tipico dei cantanti italiani e tanto biasimato dai critici esteri. Tutte le sue qualità si fusero per dar luogo ad uno dei più completi baritoni di tipo verdiano della storia del melodramma.

Bibl.: A. Mazzucato, I Due Foscari, in Gazzetta musicale di Milano, IV (1845), n. 35, p. 150; A. Gandini, Cronistoria dei Teatri di Modena dal 1539al 1871, II, Modena 1873, pp. 317 s.; G. Salvioli, La Fenice gran Teatro di Venezia. Serie degli spettacoli dalla Primavera 1792 a tutto il Carnovale 1876, Milano s. d. [ma 18761, pp. 29, 35; F. Florimo, La scuola musicale di Napoli e i suoi Conservatori, IV, Napoli 1881, passim (v. Indice, III, p. 603); P. E. Ferrari, Spettacoli drammatico-musicali e coreografici in Parma dall'anno 1628 all'anno 1883, Parma 1884, pp. 134, 202; G. C. Bottura, Storia aneddotica documentata del Teatro comunale di Trieste..., Trieste 1885, pp. 286 s., 301-303; Jarro [Giulio Piccini], Memorie di un impresario fiorentino, Firenze 1892, pp. 149 s.; A. Maragliano, I Teatri di Voghera. Cronistoria, Casteggio 1901, p. 34; P. Cambiasi, La Scala 1778-1906, Milano s. d. [ma 1906], pp. 329 s., 331, 333, 345; B. Brunelli, I Teatri di Padova dalle origini alla fine del sec. XIX, Padova 1921, pp. 419, 431; G. Monaldi, I teatri di Roma negli ultimi tre secoli, Napoli 1928, p. 1174; G. Zavadini, Donizetti. Vita. Musiche. Epistolario, Bergamo 1948, p. 805; E. Gara, Gli interpreti, in Giuseppe Verdi, Milano 1951, p. 170; C. von Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, III, Wien 1858, p. 188; C. Sehmidi, Diz. universale dei Musicisti, I, p. 126; Supplemento, p. 69; Encicl. d. Spettacolo, IV, coll. 278-280.

Vedi anche
Gaetano Donizétti Donizétti ‹-ƷƷ-›, Gaetano. - Musicista (Bergamo 1797 - ivi 1848). Celebre operista, la sua arte va considerata come il culmine della musica italiana nel suo momento di passaggio dal tiepido iniziale romanticismo del secondo Rossini al romanticismo appassionato o rapito che recherà i segni di G. Verdi. ... Giuseppe Vérdi Vérdi, Giuseppe. - Musicista (Roncole, Busseto, 10 ottobre 1813 - Milano 27 gennaio 1901). Massimo operista italiano dell'Ottocento, tra i più celebrati di tutti i tempi, Verdi, Giuseppe musicò 28 opere, alle quali vanno aggiunti cinque rimaneggiamenti. In esse la magistrale padronanza dei mezzi tecnici ... Fraschini, Gaetano Tenore (Pavia 1816 - Napoli 1887). Studiò con F. Moretti; esordì a Pavia, passando poi a Milano nel 1840 e di là iniziando una fortunata carriera internazionale che lo condusse al sommo della celebrità. Il repertorio era basato sulle opere di G. Rossini, V. Bellini, G. Donizetti, G. Verdi, alcune delle ... Piave, Francesco Maria Librettista (Murano 1810 - Milano 1876); fu direttore degli spettacoli prima alla Fenice di Venezia e poi (1859) alla Scala di Milano. Dall'Ernani (1844) alla Forza del destino (1861), fu librettista prediletto di Verdi; la sua produzione è costituita da una sessantina di libretti, musicati anche da ...
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Achille – Eroe della mitologia greca, celebrato nell’Iliade come uno dei più forti e valorosi guerrieri che parteciparono alla guerra di Troia. Con valore antonomastico, il nome si usa in frasi come essere, non essere un A., un eroe, un...
bassinatóre
bassinatore bassinatóre s. m. (f. -trice) [der. di bassina]. – Operaio che nell’industria dolciaria è addetto al funzionamento delle bassine.
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