BASSORA
(arabo al-Baṣra; Balsora nei docc. medievali)
Capoluogo della omonima muḥāfaẓa, prov. dell'Iraq meridionale, situato a breve distanza dalla riva destra dello Shaṭṭ al-῾Arab, a metà strada ca. tra la confluenza del Tigri con l'Eufrate e l'estuario nel golfo Persico. I resti di B. antica sorgono a km.10 ca. all'interno, nei pressi del villaggio di Zubayr prospiciente il letto di un antico canale detto Keri-Sa῾de o Jarri Za῾ade (gr. Pallokopas). B. antica, anche se in realtà andò a occupare il sito della diruta città persiana di Vahishtābādh Ardashēr (arabo al-Khurayba 'piccola rovina'), a sua volta corrispondente al toponimo greco Diriditis o Teredon, può considerarsi una città di nuova fondazione, creata nel 17 a.E./ 638, per ordine del califfo ῾Umar b. al-Khaṭṭāb, dal compagno del Profeta, il generale ῾Utba b. Ghazwān, là ove egli stesso aveva posto, tre anni prima, il campo militare delle truppe di conquista.Si trattava, evidentemente, di una localizzazione particolarmente favorevole al controllo della regione, all'incrocio della direttrice dall'Arabia alla Persia con quella dalla Mesopotamia al golfo Persico, che si prestava pure come base per ulteriori spedizioni verso alcune regioni dell'Oriente (il Fārs, il Khorasan, il Sijistān), raggiunte nel 650, e che per la fertilità del suolo facilitava il processo di sedentarizzazione (tamṣīr) delle diverse tribù beduine che formavano il nerbo dell'esercito arabo.Secondo gli storici contemporanei (le cui opere, perdute, sono note attraverso gli scrittori arabi e persiani dei secc. 10° e 11°) la città, sostituite presto le tende con case di giunchi (secondo una tecnica antichissima ancor oggi in uso nella regione), si dotò, già dal 41 a.E./665, e particolarmente per impulso di Ziyād b. Abī Sufyān, ritenuto il fondatore della prosperità di B., di case in materiale più duraturo, come l'argilla essicata (labīn) e il mattone cotto (ājurr), perdendo il carattere spontaneo a favore di uno più 'controllato'. Gli Omayyadi riorganizzarono i quartieri in cinque circoscrizioni tribali attorno al nucleo centrale formato dalla Grande moschea, che venne rinnovata, dal palazzo del Governo e dall'area del mercato; nel 155 a.E./771, cioè già in periodo abbaside, tutta l'area edificata venne cinta di mura in crudo, difese da un fossato.Nella sua posizione privilegiata di porto fluviale e di terminale delle carovane d'Arabia e del traffico marittimo con l'Oriente, B. divenne nei secc. 8° e 9° non solo primario polo commerciale, animato da operatori ebrei e cristiani, ma anche centro industriale con funzione di arsenale e di formazione di costruttori di navi e di piloti, nonché centro di produzione agricola, soprattutto di datteri e riso. Divenne così una 'metropoli completa' (Massignon, 1954), dove filosofi, teologi, storici, poeti, grammatici, scienziati animavano importanti scuole delle rispettive discipline, che influenzarono sensibilmente la cultura islamica dei primi secoli.In realtà, con lo spostamento della capitale a Baghdad, B. cominciò a perdere il carattere di metropoli semindipendente, divenendo presto una città di provincia minacciata e sconvolta da conflitti sociali, saccheggi e rivolte (come quella degli Zanj, nel 257 a.E./871, e quella dei Carmati, nel 311 a.E /923), che condussero a una morte lenta della città tra i secc. 10° e 13°, accelerata dall'invasione disastrosa dei Mongoli di Hulagu nel 656 a.E./1258. Verso la metà del sec. 14° B. apparve a Ibn Baṭṭūṭa parzialmente in rovina e 'ridimensionata' entro una nuova cinta di mura; egli vide infatti la Grande moschea di ῾Alī in posizione periferica rispetto all'area abitata e frequentata solo il venerdì, nonostante fosse dotata di sette minareti.L'incompleta ricognizione archeologica del sito di B. e i pochi resti edilizi (soprattutto funerari) oggi esistenti non consentono di verificare sul terreno, con precisione topografica, gli elementi della struttura urbana menzionati dagli storici e dai non numerosi viaggiatori che riportano pure descrizioni e carte del sito (Tavernier, 1718⁴, tavv. fuori testo; Niebuhr, 1776-1780, tavv. XXXIX, XL), ma solo di delineare uno schema ricostruttivo congetturale (Massignon, 1954, fig. II; Tamari, 1966, fig. I), con sommaria localizzazione dei quartieri e del sistema di canali antichi.Molto importante sarebbe perciò un'esplorazione sistematica di uno dei pochissimi siti che, assieme a quello di Kūfa, relativamente più completo, potrebbe fornire una migliore conoscenza del modello di impianto urbano tipicamente arabo dei primissimi secoli dell'Islam.
Bibl.:
Fonti. - Voyages d'Ibn Batoutah, a cura di C. Defrémery, B.R. Sanguinetti, II, Paris 1854, pp. 8-16; J.B. Tavernier, Les six voyages de J.B.T. en Turquie, en Perse et aux Indes, Den Haag 1718⁴ (Paris 1676-1677); C. Niebuhr, Voyage en Arabie, 2 voll., Amsterdam 1776-1780: II, pp. 172-196.
Letteratura critica. - G. Le Strange, The Lands of the Eastern Caliphate, Cambridge 1905 (19302), pp. 44-46; L. Caetani, Annali dell'Islam, 10 voll., Milano-Roma 1905-1926: III, pp. 292-309, 769-784; L. Massignon, Mission en Mésopotamie (1907-1908), 2 voll., Cairo 1910-1912; C. Byford, The Port of Basrah, Bassora 1935; S. al-῾Alī, Khiṭaṭ al-Baṣra [Topografia di B.], Sumer 8, 1952, pp. 72-83; C. Pellat, Le milieu baṣrien et la formation de Ǧāḥiz, Paris 1953; L. Massignon, Explication du plan de Basra, in Westöstliche Abhandlungen R. Tschudi, Wiesbaden 1954, pp. 154-174 (rist. in id., Opera minora, Paris 1969, III, pp. 61-87); C. Pellat, s.v. al-Baṣra, in Enc. Islam2, I, 1960, pp. 1117-1120; S. Tamari, Aspetti principali dell'urbanesimo musulmano, Palladio 16, 1966, pp. 45-82; H. Djaït, Al-Kūfa. Naissance de la ville islamique, Paris 1986.P. Cuneo