BASTIANO di Francesco (Bastiano linaiuolo)
Nato a Siena nella seconda metà dei sec. XV, fu artigiano, poeta burlesco, autore. di farse rusticali e attore. Fu spesso annoverato fra i componenti della Congrega dei Rozzi, ma il suo nome non compare mai nei documenti ufficiali della Congrega, che si costituì a Siena nel 1531; le prime edizioni delle sue opere risalgono inoltre quasi tutte agli anni intorno al 1520: converrà dunque porlo fra i così detti antecessori dei Rozzi, e cioè tra quegli autori e comici, il più noto dei quali è Niccolò Campani detto lo Strascino, che operarono nei primi anni del sec. XVI, scrivendo e rappresentando essi stessi commedie e farse rusticali in una lingua fortemente intrisa di elementi dialettali. Le recite avevano luogo, di solito, per le vie di Siena, ma la fama di questi comici superò le mura della città, sì che Leone X e Agostino Chigi li invitavano spesso a Roma in periodo di carnevale. A queste rappresentazioni romane è lecito supporre che abbia partecipato anche il B. in veste di attore.
Le opere del B. furono date alle stampe tra il 1520 e il 1546, ma si può ragionevolmente affermare che siano state scritte qualche anno prima e rimaste inedite fino a che le successive rappresentazioni non procurarono loro una certa fama. La prima di esse è la Contenzione di un Villano e di una Zingana, che, accompagnata da strambotti rusticali, fu pubblicata in Siena nel 1520 e qui ristampata nel 1533.
Al 1521 risale la stampa del Capitolo d'un villano qual cercando il Mezzaiuolo per dolersi d'un puttano qual tolto gli haveva il suo honore et con lui parlando li fanciulli li attaccano li scoppi: intitolata il Mezzaiuolo (Siena 1521). La stessa burla ritorna, con maggior ricchezza di particolari, nel Marescalco di Pietro Aretino. Un altro capitolo in terza rima, senza indicazione di interlocutori, fu pubblicato a Siena nel 1523, con il titolo di Capitolo... sopra due Mercanti venuti di Soria, quali demonstrano haver condocte infinite e pretiose merchantie: come leggendo intenderai, intitulata Il Merchante.
Nello stesso anno apparve a Siena l'Egloga de Amicitia, che fu data alle stampe a Venezia nel 1531 con lo stesso titolo, e poi di nuovo a Siena nel 1543 come Egloga pastorale di Amicitia.
È in terza rima ed ha come personaggi due pastori, una ninfa e un villano, cui è affidato il compito dell'intermezzo comico. Cerfidio s'è innamorato della ninfa Ipodamia, amante amata di Largio suo amico. Per non far torto all'amicizia, egli decide di uccidersi, ma Largio, sempre in nome dell'amicizia, gli cede la donna. Nasce cosi fra i due pastori una contesa, giacché l'uno non vuole mostrarsi meno liberale dell'altro, contesa risolta da Ipodamia, che decide di amarli entrambi.
Una ristampa fedele all'edizione del 543, a cura dell'Accademia dei Rozzi per il IV centenario della fondazione, fu pubblicata a Siena nel 1931.
Se in quest'opera la favola pastorale è trattata ancora nei modi dell'egloga quattrocentesca, nella commedia Vallera il vecchio genere letterario diventa poco più che un pretesto per mettere in scena il personaggio favorito in ambiente senese: il campagnolo del contado furbo e grossolano, bersaglio di burle volgari. Della commedia (in terzine, senza divisione di atti o scene, definita nel titolo "pastorale e rusticale") ci resta un'edizione senese del 1546, che non è certo la prima, come chiaramente risulta dal colophon.
Del B. ci resta, infine, un monologo: La Fantesca, qual narrando le sue virtù cerca di trovar padrone, una ristampa del quale apparve in Siena senza indicazione d'anno (ma dopo il 1531).
Ignota è la data della morte del B., avvenuta quasi certamente in Siena.
Bibl.: L. Allacci, Drammaturgia accresciuta e continuata fino all'anno MDCCLV, Venezia 1755, coll. 326, 799; C. Mazzi, La congrega dei Rozzi di Siena nel sec. XVI, I, Firenze 1882, pp. 65, 77, 91, 171, 177 s., 193, 199,222, 230-236; II, ibid. 1882, pp. 82-86, 243-245;. L. Frati, Di alcune poco note composizioni dei Rozzi di Siena. Appunti bibliografici, in Il Propugnatore, XX (1887), p. 439; U. Fresco, Le commedie di Pietro Aretino, Camerino 1901, pp. 77 s.; F. Flamini, Il Cinquecento, Milano s. d. [ma 1902], p. 309; I. Sanesi, La Commedia, I, Milano s. d., pp. 237, 398 s., 475, 494; E. Carrara La poesia Pastorale, Milano s. d., pp. 308, 313: 490; G. Carducci, Opere, ed. nazionale, XIV, Bologna 1936, p. 183.