BATH, William Pulteney, conte di
Nato nel 1684 da un'antica e ricca famiglia londinese già nel 1705 fu eletto membro della Camera dei comuni. Rappresentò per quasi trent'anni gli elettori whigs del Yorkshire, combattendo la politica dei tories, favorevole ad accordi diplomatici coi Borboni. Egli fu quindi uno dei più accaniti fautori della chiamata di Giorgio I di Hannover al trono d'Inghilterra ed entrò nel primo ministero formato dal nuovo re, assumendo il portafoglio della guerra. Nel 1716 fu ammesso nel consiglio privato del re e si segnalò alla testa della frazione più intransigente dei whigs. La buona armonia con il Walpole non fu di lunga durata e cessò del tutto, quando questi lo lasciò fuori del suo nuovo ministero nel 1721. Si unì perciò al Bolingbroke, che era il capo dei tories, e rifuse il partito d'opposizione in un'amalgama degli antichi gruppi, che si appropriò il nome di Partito dei patriotti. Quest'atteggiamento, da parte di un'opposizione variopinta fu naturalmente combattuto dal Walpole; ma nella guerra, sempre più aspra, a base di opuscoli e di articoli di giornali, il ministero ebbe spesso la peggio. Il Pulteney iniziò nel dicembre del 1726 la pubblicazione del giornale The Craftsman, che durò per un decennio, coprendo di ridicolo il Walpole. La speranza, accarezzata dal formidabile polemista, di afferrare il potere col favore del nuovo re Giorgio II risultò vana, ma la sua campagna contro i progetti governativi di nuove tasse finì per obbligare il Walpole a rinunciarvi. Il governo però ottenne dal re che allontanasse il Pulteney dal consiglio privato. Nelle elezioni del 1741 il Pulteney fu eletto dalla contea di Middlesex e subito riprese la battaglia. Le nuove elezioni del 1741 ridussero ancora la maggioranza ministeriale, che non poté resistere alle critiche rivolte al Walpole per avere assunto la carica di primo ministro, nuova nella storia costituzionale dell'Inghilterra. Nel 1742 il Pulteney riuscì a porre in minoranza il Walpole nella Camera dei comuni e il re gli offrì di costituire il nuovo governo. Per il timore che la sua assunzione al potere l'esponesse all'accusa di aver condotto per ambizione personale una lotta così lunga e sfrenata, il Pulteney si limitò ad accettare di essere ministro senza portafoglio, dopo essere stato riammesso nel consiglio privato. Solo nel luglio del 1742 lasciò la Camera dei comuni, essendo stato nominato conte di Bath. Nel 1746, all'epoca dell'ultima insurrezione dei giacobiti, si prestò ad un vano tentativo del re Giorgio II di formare un ministero all'infuori del Pitt. Dopo ciò il conte di Bath lasciò la politica. Morì nel 1764.
Bibl.: J. Morley, Walpole, Londra 1889; W. Sichel, Bolingroke. Life and Times, Londra 1902; I. S. Leadam, Political History of England, Londra 1909, IX; W. M. Torrens, History of Cabinets, voll. 2, Londra 1894.