Okinawa, battaglia di
Uno degli scontri più cruenti avvenuto durante la guerra del Pacifico, dal marzo al giugno 1945, coinvolgendo sia le forze navali sia quelle terrestri. Dopo aver occupato le Filippine centrali e l’isola di Iwo Jima, le forze statunitensi intrapresero la conquista di O., a 350 miglia dall’isola giapponese del Kyushu. L’invasione incontrò una tenacissima resistenza; O. aveva grandissima importanza strategica, poiché, oltre a essere molto vicina alle isole centrali del Giappone, fiancheggiava le linee di comunicazione giapponesi con la zona di Shanghai, dove erano situati numerosi ancoraggi e aeroporti. L’esercito giapponese aveva nell’isola oltre 80.000 soldati, cui se ne aggiungevano circa 40.000 arruolati fra la popolazione. La resistenza fu resa più efficace con sbarramenti trasversali nella metà meridionale dell’isola, che è popolosa e coltivata, mentre la parte settentrionale è montuosa e accidentata. Il 18 marzo 1945 ebbero inizio le azioni preliminari, che proseguirono con attacchi aerei (24 marzo). Al mattino del 1° aprile, sotto la copertura di un intenso bombardamento aereo e navale, cominciò l’invasione: le truppe della prima ondata furono trasportate da mezzi anfibi. Lo sbarco fu poco contrastato; dalle 8,30 alle 12,30 gli attaccanti occuparono i due aeroporti presso la spiaggia di sbarco e prima di notte le truppe sbarcate raggiunsero la forza di 50.000 uomini in una zona di terreno profonda circa 4 km. Nei primi tre giorni gli invasori poterono estendere la testa di ponte fino alla costa orientale dell’isola. L’invasione procedette rapidamente verso Nord, tanto che il 22 aprile due terzi dell’isola erano occupati. L’avanzata verso la zona meridionale fu invece molto contrastata, cosicché dal 4 al 26 maggio lo spostamento delle linee americane fu limitato a 7 km; per arrivare all’estremo Sud dell’isola rimanevano ancora da conquistare 18 km di territorio, il che richiese duri combattimenti, che avvennero dal 26 maggio al 21 giugno. A scopo diversivo, per appoggiare la difesa di O., la sera del 6 aprile uscì dal Canale di Bungo il gruppo navale giapponese composto dalla corazzata Yamato accompagnata da un incrociatore leggero e otto cacciatorpediniere. La forza navale il mattino del 7 fece rotta a occidente di Kyushu e alle 12 si diresse verso Okinawa. Contro il gruppo navale giapponese furono concentrati circa 400 velivoli bombardieri e siluranti, che dalle 12,40 eseguirono attacchi coordinati in successive ondate. Colpita da 10 siluri e 5 bombe, la corazzata Yamato affondò alle 14,23. Le perdite delle forze terrestri americane nella conquista dell’isola ammontarono a 12.000 morti e 36.000 feriti; i giapponesi ebbero 131.300 morti e 7.400 prigionieri di guerra. Gli americani persero inoltre complessivamente 36 unità fra cacciatorpediniere e piccoli scafi; le navi danneggiate furono in tutto 365. La conquista di O. segnò l’inizio della fase conclusiva della guerra nel Pacifico.