BATTERELLA
. Far le batarele, nel Veronese, è detto l'uso di accompagnare il vedovo o la vedova, che si rimarita, con suoni di campani o di corni, con strepiti e rumori di coperchi e recipienti di latta, di ferro, di rame, con urla e fischi. Con varî nomi, la costumanza sussiste in moltissimi luoghi dell'Italia e dell'Europa in genere, nonostante che varî concilî, statuti sinodali e municipali l'abbiano ripetutamente proibita, perché causa di disordini, scandali e abusi. L'origine va rintracciata nella disapprovazione delle seconde nozze, dai padri della chiesa dette adulterî speciosi; ma alcuni folkloristi credono di doverla riferire alla vecchia credenza del popolo, di allontanare col baccano, dalla casa degli sposi, l'anima inquieta del coniuge estinto; se pure, non sia, come opina il De Gubernatis, l'espressione del rammarico del morto.
Bibl.: È ricchissima; accenni al disfavore con cui il popolo riguarda le seconde nozze si trovano, si può dire, sparsi in ogni pubblicazione riguardante gli usi nuziali. Trattazioni più particolareggiate sono le seguenti: A. Balladoro, Il matrimonio dei vedovi, Torino 1899; A. De Gubernatis, Storia compar. degli usi nuziali in Italia, ecc., 2ª ed., Milano 1878, p. 244; E. Monseur, Les noces, in Bull. de Folk-lore, 1891, 2° sem., p. 90; T. Braga, O Povo Portuguez, Lisbona 1886, II, p. 244; H. Bächtold, Die Gebräuche bei Verlobung und Hochzeit, Basilea-Strasburgo 1914, I, p. 298.