batterio sintetico
loc. s.le m. Batterio artificiale, creato in laboratori di ingegneria genetica, mediante la parziale sostituzione del DNA.
• Il libro, il secondo di [Craig] Venter dopo l’autobiografia uscita nel 2007, si intitola «La vita alla velocità della luce: dalla doppia elica all’alba della vita digitale». Parla del futuro che Venter intende creare grazie alle sue scoperte scientifiche nel campo della biologia sintetica, una sorta di versione turbo dell’ingegneria genetica che consente agli scienziati di progettare nuovi sistemi biologici ‒ persino la vita sintetica ‒ e non solo di limitarsi a manipolare gli organismi esistenti inserendo un gene qui o lì. Nel 2010 Venter attirò l’attenzione dei giornalisti e degli scienziati di tutto il mondo annunciando quella che egli stesso definì «la prima forma di vita sintetica del mondo». Prese il genoma di un batterio sintetico ottenuto in laboratorio a partire da sostanze chimiche e, per dirla con le parole di Venter, «lo mise in moto» inserendovi un batterio monocellulare. (trad. di Carlo Antonio Biscotto, Unità, 27 ottobre 2013, p. 9, Inchiesta) • Alcuni [...] tentano di replicare sulla Terra le reazioni pulite che fanno splendere il sole, immaginano sistemi avveniristici per sequestrare l’anidride carbonica negli oceani, vogliono produrre biocombustibili con i batteri sintetici. (Anna Meldolesi, Corriere della sera, 5 giugno 2014, p. 23, Cronache) • [tit.] Batterio sintetico attacca il cancro e poi si autodistrugge [testo] [...] sono entrati in azione i primi batteri sintetici, il cui Dna è stato progettato al computer per trasformarlo in un’arma anticancro. (Enrica Battifoglia, Mattino, 21 luglio 2016, p. 2, Primo piano).
- Composto dal s. m. batterio e dall’agg. sintetico.
- Già attestato nella Repubblica del 21 agosto 2009, p. 17, Politica estera.