battesimo (battesmo)
Nell'opera dantesca non si trovano definizioni o descrizioni del rito iniziatico dei cristiani; D. accenna invece agli effetti del b. e fa dire a s. Pietro (Pd XXVII 46-51) quanto è insopportabile e contraddittoria la divisione tra battezzati; infatti un unico b. costituisce un unico popolo.
Non a caso in If XIX 18 D. parla di battezzatori piuttosto che di sacerdoti (sempre che non si debba intendere, come alcuni commentatori propongono, il sostantivo come plurale di ‛ battezzatorio ' v. BATTEZZATORI). Egli sa che, pure in forma solenne, il b. può venire amministrato da diaconi come ministri straordinari (mentre ogni persona, anche non cristiana, purché voglia fare ciò che intende la Chiesa, può legittimamente conferire il b. a chiunque lo desideri).
Del b. esistono supplenze (Pd XX 127) e d'altronde i sacramenti non sono riti magici il cui compimento esteriore sarebbe ‛ conditio sine qua non ' della salvezza o il cui effetto verrebbe ottenuto senza partecipazione personale. Così l'imperatore Traiano e Rifeo hanno avuto l'equivalente del b. (XX 43 ss. e 118 ss.) grazie ad alcune loro virtù eccezionali: Regnum coelorum vïolenza pate / da caldo amore e da viva speranza (XX 94-95). Si noti che in questo passo appaiono speranza e carità, le due virtù teologali gemelle della fede, che era in loro molto imperfetta. Però, il valore intrinseco e la necessità del b. (di acqua, o di voto e desiderio) appaiono dal fatto che Cristo risuscita chi ne è degno piuttosto che privarlo di tale grazia (XX 113).
Infatti il rito del b. canonizza, sigilla e simbolizza la fede, che quasi afferra la ricompensa suprema del credente, la quale consiste nel vedere Dio a faccia a faccia e nel vivere tra le creature redente (Pd XXX 107 e 114).
Se da un lato D. assimila le opinioni della sua epoca, dall'altro non rimane insensibile al grande problema, permanente, della teologia qual è quello della salvezza degl'infedeli. Egli non disprezza, come uomini inferiori, quelli morti ancora pagani e usa, per nominarli, la felice espressione di Tommaso: gentiles (i gentili di Pd XX 104). I pagani rimasti tali, cioè che non ebber battesmo (If IV 35) e morti senza fede, anche dopo una vita senza peccato stanno nel primo cerchio dell'Inferno, poiché da tutti si richiede almeno un principio di fede in Gesù redentore (Pd XIX 103-105).
Al lato opposto, la storia della salvezza culmina in Maria (Pd XXXII-XXXIII), e ciò dimostra che la fede, dono soprannaturale, è l'unico mezzo di salvezza per le creature di minor natura (XIX 49). La viltà di Stazio (v.), che la luce di Virgilio aveva fatto e poeta e cristiano (Pg XXI-XXII), ma che pur avendo ricevuto il b. lungamente mostrò paganesmo, è invece castigata (XXII 89-93). A seconda delle fasi della storia della salvezza, dei progressi individuali della fede, del cammino della Chiesa verso la consumazione, si distinguono ricompense varie, gradi differenti (Pd XXXII 74-93), ma una volta giunto il tempo de la grazia la salvezza è condizionata al battesmo perfetto di Cristo (v. 83).
Perciò il b. solenne presso il battistero è come una nuova sublime nascita. Proprio quel luogo D. sceglie per esaltare la sua nuova ‛ metanoia ' di poeta che con altra voce e altro vello si sarebbe apprestato a veder incoronati i suoi meriti. In un'epoca in cui i re venivano consacrati e in cui a tale consacrazione si riconosceva un carattere quasi sacramentale, si capisce quale doveva essere l'ansia di D. di tornare a ‛ prendere il cappello ' in sul fonte / del mio battesmo (Pd XXV 8-9).