AMOREVOLI, Battista
Attore del sec. XVI, nato a Treviso. Scarsissime le notizie della sua vita. Si sa che faceva parte, con lo pseudonimo di "Franceschina", e della Compagnia dei Gelosi, quando questa si recò in Francia alla corte di Enrico III sul finire del 1576 (e si tratta molto probabilmente della stessa "Franceschina", che nel 1575 ebbe cento fiorini per una recita dinanzi a Ferdinando d'Asburgo). Anzi, mancando documentazione precisa sull'occasione e il tempo del ritorno di quella Compagnia in Italia, non si può stabilire con certezza se l'A. fosse restato a Parigi solo o con i suoi compagni negli anni immediatamente successivi. Fatto sta che nel 1578 fu pubblicato nella capitale francese un suo poemetto in ottave, Desio d'honore et zelo d'amicitia, abbatimento nuovo successo in Panki, tra sei illustri cavalieri de la Corte, i dì 26 d'aprile 1578, dedicato al Cristianissimo Re di Francia e di Polonia Enrico III, e sottoscritto dall'A. col titolo di "comico geloso". Allo stesso periodo risale evidentemente un'altra composizione in dialetto veneto, indirizzata alla Cristianissima Regina Luisa di Lorena, moglie di Enrico III, che ci è attestata dal Mazzuchelli: Nuove gare d'honesta invidia del Cielo, e de la Natura con el Consejo General de tutti i Dei per favorir la Corona Regia in cima el Monte Parnaso, a Parigi per Gio. de Lastre, s.a.
L'A. era ancora a Parigi il 10 maggio 1579, come risulta da una lettera di I. Corbinelli a G. V. Pinelli; la lasciò molto probabilmente nella primavera del 1581, come risulta da una sua lettera ad Anna d'Este, duchessa di Nemours, dalla quale appare chiaro ch'egli intendeva recarsi alle nozze di Vincenzo Gonzaga, duca di Mantova, con Margherita Farnese, che furono accompagnate da sceniche rappresentazioni.
Nel 1584 l'A. faceva parte della Compagnia degli Uniti-Confidenti (nata l'anno innanzi dalla fusione di una parte dei Confidenti con gli Uniti), come appare dalla sottoscrizione di una loro lettera collettiva, del 3 aprile, a Vincenzo Gonzaga. In quello stesso 1584, un anno prima che il duca Carlo Emanuele I di Savoia celebrasse il suo matrimonio con Caterina d'Austria, l'A. si trovava con la sua compagnia a Torino, dove prendeva parte alle feste di quel carnevale, e dove, in occasione del genetliaco del duca, pubblicava, sottoscrivendosi "Comico confidente", una curiosa operetta: Canzone in laude dell'illustrissima Quadriglia delle dodese Dame di Torino, Torino 1584, scritta in un bizzarro miscuglio di lingua letteraria e di forme dialettali venete, che ricorda un po' la maniera del Calmo.
Nel 1587 pare che l'A. si fosse fatto capocomico, se ben s'intende il senso di una sua lettera a Vincenzo Gonzaga, nella quale egli chiede al duca licenza di recitare nel suo stato, e che è comunque testimonianza cospicua dei rapporti quasi amichevoli che solevano correre tra quel sovrano e i comici di maggior grido.
Nel 1594 il suo pseudonimo ricorre in due documenti sincroni relativi al grande spettacolo eseguito dai Confidenti in Milano, il 13 ottobre, in onore del conte di Haro, figlio del connestabile di Castiglia, Juan Fernandez de Velasco.
Ci è ignota la data della sua morte.
Bibl.: G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, p.649; A. D'Ancona, Origini del teatro italiano, II, Torino 1891, pp. 468, n. 3, 486 s., 492; V. Cian, Galanterie torinesi del sec. XVI, Torino 1892, passim; E. Picot, I "Gelosi" in Francia, in Rass. bibliogr. d. letter. ital., IV(1896), pp. 98 s.; L. Rasi, I comici italiani. Biografia, Bibliografia, Iconografia, I, Firenze 1897, pp. 307-309; E. Picot. Una lettera del comico B. degli A. ,in Rass. bibliogr. d. letter. ital., VI 1898), pp. 30-32; F. Flamini, Il Cinquecento, Milano s.d. [ma 19021, pp. 315 s.; I. Sanesi, La Commedia, I, Milano s.d. [ma 19541, pp. 523, 526, 530, 533, 534.