ARNOLFINI, Battista
Nacque a Lucca nella seconda metà del sec. XV da Bartolomeo (m. 1473) e da Filippa Burlamacchi. Ebbe numerosi fratelli, tra i quali Lazzaro, giureconsulto (m. 1536), Marco e Vincenzo (che morirono tra il 1489 e il 1502), Aldobrando (che si fece frate nel 1487 sotto il nome di Paolo e fu canonico di San Bartolomeo di Fiesole), Chiara e Ginevra, Silvestro (m. 1525).
Quel poco che sappiamo dell'attività commerciale dell'A. e del fratello Silvestro si riferisce alla industria e al commercio dei panni di seta. Una loro compagnia "pannorum", "Battista e Silvestro qu. Bartolomeo Arnolfini e Lazzaro Prosperi Caligarius e C.", aveva sede a Lucca nella bottega di detto Lazzaro fino al 1503 quando essa fu sciolta definitivamente. Nel 1507 resta traccia di una compagnia cui partecipavano Silvestro e Lazzaro Arnolfini con Benedetto Buonvisi, e della quale sembra che l'A. non facesse parte. Null'altro si sa per il periodo successivo, se non che nel 1517, mentre l'A. era ancora vivo, suo figlio Iacopo faceva parte della compagnia di Anversa "Iacopo Arnolfini, Niccolò de Nobili e C.". Altri indizi dell'attività economica dei due fratelli Battista e Silvestro sono estremamente scarsi: nel 1502 vendettero un podere di proprietà comune; nel 1509 Silvestro da solo vendette alcuni terreni situati in Sant'Anna a Paolo Gigli.
L'A. prese parte attiva alla vita politica lucchese: esercitò per sei volte la carica di gonfaloniere di giustizia, nel 1493, nel 1498, nel 1506, nel 1510, nel 1515 e nuovamente nel 1519.
Nel 1509 si trovava iscritto nel "Ripartimento dei colonnelli della marina" a Lucca. Aveva sposato prima del 1487 Margherita di Iacopo da Ghivizzano, la quale ereditò una cospicua parte del patrimonio paterno (come risulta dal suo testamento redatto nel 1506 a favore dei figli). Ebbe tre figli: Iacopo, Chiara e Maria, la quale andò sposa a Leonello de Nobili. L'A. fece testamento nel 1516 a favore dei soli Iacopo e Maria, destinando inoltre un legato al fratello Silvestro.
L'A morì attorno al 1520.
Silvestro Arnolfini ebbe tre figli: Elisabetta, Vincenzo e Niccolò. Alla morte del padre nel 1525 essi vendettero alcune proprietà a Michele Burlamacchi. Elisabetta sposò Girolamo Franciotti; rimasta vedova nel 1545, vendette alcune proprietà al cugino Girolamo di Lazzaro Arnolfini. Vincenzo (1498-1561) entrò nel 1527 nel convento di San Romano di Lucca; nel 1538, come sindaco e procuratore di detto monastero, egli richiese il consenso degli eredi di Giovanni di Arrigo Arnolfini (il mercante di Bruges morto nel 1472) per alienare un podere sito nel comune di San Pancrazio, del valore di 900 scudi d'oro, che Giovanni aveva assegnato come dote per il mantenimento della cappelletta di San Nicolao in San Romano, sepolcro della famiglia Arnolfini. Niccolò nacque nel 1490; nel 1539 fece testamento a favore della sorella Elisabetta e di Vincenzo. Costui potrebbe identificarsi con quel Niccolò Arnolfini, nella cui casa, a Lucca, soggiornò come precettore Celio Secondo Curione fino al 1542.
Bibl.: Lucca, Bibl. Governativa, ms. 1102,G. V. Baroni, Notizie genealogiche delle famiglie lucchesi: Famiglia Arnolfini (1241-1650), ff. 981-989, 1047-1057,1069, 1087; G. Tommasi, Sommario della storia di Lucca dall'anno 1004 all'anno 1700, a cura di C. Minutoli, in Arch. stor. ital., s. 1, X(1847),suppl., p. 225;F. Tocchini, Note sulla riforma a Lucca dal 1540 al 1565, in Bollett. stor. lucchese, IV (1932),p. 101; A. Pascal, Da Lucca a Ginevra. Studi sulla emigrazione religiosa lucchese a Ginevra nel sec.XVI, in Riv. stor. ital., XLIX (1932),p. 153-158; R. Ehrenberg Le siècle des Fugger, Paris 1955, p. 149.