BATTISTA da Varano, santa
Nacque il 9 aprile 1458 da Cecchina di maestro Giacomo e da Giulio Cesare da Varano, signore di Camerino, e fu battezzata con il nome di Camilla. Figlia naturale del duca, fu cresciuta dalla legittima consorte di questi, Giovanna Malatesta, che le fece impartire la tipica educazione colta e raffinata delle corti rinascimentali italiane, improntata agli ideali umanistici e rivolta allo studio delle arti liberali. Di essa si scorge traccia negli scritti spirituali della Varano, dai quali, oltre a una solida conoscenza e all’influsso del latino, traspaiono competenze linguistiche e doti letterarie non comuni. In uno di essi, la Vita spirituale, la nobildonna ormai passata a vita religiosa avrebbe rievocato con toni distaccati gli anni dell’adolescenza, trascorsi in «ornarme e legere le cose vane, […] in sonare, cantare, ballare, pazegiare» (cap. IV).
Questo scritto fu redatto in forma di lettera al francescano osservante Domenico da Leonessa, al quale la Varano doveva il suo primo concreto interesse per la vita cristiana. Fu infatti in seguito all’esortazione fatta dal predicatore durante un sermone sulla Passione tenuto il venerdì santo del 1466 o 1468 che, ancora bambina, ella fece voto di piangere ogni venerdì almeno una lacrima per amore di Cristo crocifisso. La vera e propria vocazione sarebbe maturata alcuni anni dopo, durante la quaresima del 1479, stimolata dall’ascolto di una predica di un altro frate minore, Francesco da Urbino. Mossa ancora più dal «timore dell’inferno» che da una matura devozione, fece allora voto temporaneo di castità e iniziò a meditare la possibilità di intraprendere la vita claustrale (ibid.). Dopo quasi tre anni di discernimento interiore e di discussioni familiari, il 14 novembre 1481 si risolse infine a lasciare Camerino per entrare nel monastero delle clarisse di Urbino, che nel secolo precedente aveva ospitato la prozia Elisabetta Malatesta. Cinque mesi dopo fece una «amara professione» alla vita religiosa, come la definì alcuni anni dopo nei Ricordi di Gesù Cristo rievocando i molti ostacoli a essa frapposti dal padre, paragonato al faraone biblico oppressore degli ebrei.
A Urbino, Camilla ritrovò come padre spirituale Domenico da Leonessa e mutò il suo nome in Battista, in memoria di una cugina e della zia, Battista da Montefeltro. Iniziò inoltre la composizione della sua prima opera; si tratta dei citati Ricordi, una serie di ammonimenti e consigli spirituali che affermava di aver ricevuto direttamente da Cristo e che avrebbe conservato in forma disorganizzata («in un foglio de carta con trista e cursiva letera») dal 1483, data della probabile prima stesura, fino al 1491, quando, «sforzata della interiore ispirazione» li avrebbe trascritti «in megliore carta e con megliore e più formata letera», al fine di permetterne una maggiore circolazione tra le consorelle e il crescente numero di discepoli che andavano affidandosi alla sua guida.
In quegli anni infatti la fama di santità e sapienza spirituale della Varano si era diffusa nel territorio di Camerino, dov’ella era stata indotta a rientrare dal padre che per lei aveva comprato e restaurato un antico monastero olivetano. Battista vi fece il suo ingresso nel 1484 con otto consorelle, introducendovi la regola di s. Chiara di Assisi e contraddicendo nuovamente le direttive paterne con la scelta di osservare una forma integrale di povertà, che rifiutava ogni dispensa e ostacolava il disegno del duca di dotare la nuova istituzione di rendite e benefici.
Il signore di Camerino poté comunque finanziare alcuni interventi nel monastero, come la realizzazione di un prezioso coro ligneo affidata nel 1489 a Domenico Indivini, in seguito autore degli stalli del coro della basilica superiore di S. Francesco ad Assisi. Particolarmente significativi appaiono i motivi della decorazione, che riproduce i simboli della Passione rimandando all’intenso cristocentrismo proprio degli insegnamenti e degli scritti spirituali della Varano.
Risale a questo periodo la sua «opera teorica più importante» (Scrittrici mistiche italiane, 1988, p. 303), i Dolori mentali di Gesù Cristo, in cui la religiosa tenta di penetrare il mistero della Passione e della sofferenza di Cristo attraverso una chiave di lettura tutta spirituale, intimistica e psicologica.
Composta nel 1488 e dedicata alla badessa Pacifica Benedetti, nella sua prima versione l’opera appariva come il frutto di una rivelazione ricevuta da una consorella di Urbino: la Varano, che per questa ragione impiegò in questo scritto la terza persona, rivelò di esserne l’autrice soltanto nel 1491, quando lo inviò con una nuova dedica a uno dei suoi direttori spirituali, il frate minore osservante Pietro da Mogliano. Francescane sono anche le fonti principali dell’opera, tra cui si segnalano l’Arbor vitae crucifixae Iesu di Ubertino da Casale e il De perfectione vitae ad sorores di Bonaventura da Bagnoregio, probabilmente recepito dalla Varano attraverso la mediazione del trattato sulle Sette armi spirituali della clarissa Caterina Vigri da Bologna, vissuta nella prima metà del secolo (cf. Serventi, 2018, p. 105).
Negli anni seguenti al rientro a Camerino, la religiosa strinse o rinsaldò i suoi rapporti anche con altri frati minori dell’Osservanza discepoli di Giacomo della Marca, come Francesco da Urbino, Pacifico da Urbino e Domenico da Leonessa, cui dedicò nel medesimo 1491 la seconda versione dei Ricordi e la Vita spirituale. Nota anche come Autobiografia, quest’ultima rappresenta una fonte preziosa per la ricostruzione della vita e del cammino spirituale compiuto dalla Varano nell’arco di circa venticinque anni.
Essa è infatti datata 27 febbraio 1491, ma risale fino al 1466/1468, ripercorrendo i diversi momenti di un itinerario di perfezione scandito da visioni e meditazioni particolari (su tutte, quelle sui dolori di Cristo nella sua Passione), pratiche quotidiane, devozioni mariane (come l’esercizio di immedesimarsi nella Madonna ai piedi della croce), materiali avversità e ricorrenti momenti di sofferenza interiore. Redatta in forma di epistola a Domenico da Leonessa e suddivisa in 19 capitoli, l’opera delinea un percorso spirituale fortemente personale e tormentato, riflesso in una scrittura pervasa di una «infelicissima felicità» e che appare essa stessa generata da «un dolore più che corporale o spirituale, metafisico e metapsichico, coincidente con l’esproprio della propria identità» e con la tensione verso l’annichilazione (Scrittrici mistiche italiane, 1988, p. 306).
L’Autobiografia restituisce peraltro non soltanto il peculiare afflato mistico che pervadeva la vita interiore della Varano, ma anche la concretezza dei rapporti quotidiani con le consorelle e l’intensità del legame spirituale con i frati minori alla cui direzione si affidava, testimoniata dalle pagine che descrivono lo smarrimento provato in seguito alla scomparsa di Francesco da Urbino e di Pietro da Mogliano. Il racconto esemplare del distacco di quest’ultimo dal mondo terreno fornì alla Varano l’argomento per un’originale opera agiografica, Il felice transito del beato Pietro da Mogliano, dedicato alla duchessa di Urbino Elisabetta Gonzaga.
Datato luglio 1491 e composto di tre capitoli che approfondiscono i temi della santa anoressia, della devozione eucaristica e della santità di vita serafica, il Transito è uno dei suoi tre scritti autografi conservatisi, insieme con una lettera a Muzio Colonna e con un breve scritto spirituale indirizzato al monaco olivetano Antonio da Segovia, con il quale fu in contatto a partire dal 1492.
In questi anni la Varano proseguì la sua attività all’interno del monastero di Camerino, di cui nel 1499 fu eletta badessa. Si dedicò inoltre alla stesura delle Istruzioni al discepolo, un trattatello spirituale diviso in nove capitoli o ricordi per lungo tempo ritenuto indirizzato al francescano osservante (e poi cappuccino) Giovanni Pili da Fano, ma forse anch’esso rivolto ad Antonio da Segovia (Serventi, 2018, p. 107). Agli stessi anni risale il Trattato della purità del cuore, una ispirata riflessione sull’unione mistica dell’anima con Dio influenzata dai motivi e dal linguaggio del Cantico dei Cantici, in cui la religiosa descrive tre tipi di purità della mente e di crocifissione mentale, indugiando sui temi dell’odio di se stessi e dell’offerta totale dell’anima a Dio.
Con la scomunica del duca Giulio Cesare da Varano da parte di papa Alessandro VI e l’assedio di Camerino a opera delle truppe comandate dal figlio di questi, Cesare Borgia detto il Valentino, nel 1502 Battista fu costretta a una precipitosa fuga dalla città, conclusasi ad Atri dove, dopo esser stata respinta da Fermo, trovò rifugio insieme con alcune consorelle presso Isabella Piccolomini, consorte del duca Matteo Acquaviva d’Aragona. Qui probabilmente fu raggiunta dalla notizia dell’uccisione del padre e di tre dei suoi quattro fratelli da parte del Valentino. L’unico superstite, Giovanni Maria, fu colui che nel 1503, in seguito alla morte del pontefice e alla sconfitta del Borgia, poté fare rientro a Camerino per assumere il titolo ducale e restaurare così il regime dei Varano.
Rientrata al seguito del fratello, Battista tornò a stabilirsi nel monastero di S. Chiara, dove negli anni seguenti fu nominata a più riprese vicaria e badessa e dove risiedette – con brevi interruzioni legate a missioni come quella affidatale nel 1505-07 dal papa Giulio II per la riforma del monastero delle clarisse di Fermo e quella analoga svolta a San Severino nel 1521-22 – fino alla morte, avvenuta il 31 maggio 1524 a Camerino a causa della peste.
Proclamata beata nel 1843 da Gregorio XVI che ne riconobbe il culto ininterrotto, è stata canonizzata nel 2010 da Benedetto XVI al termine di un processo i cui atti erano stati approvati da Leone XIII nel 1891.
I ricordi di Gesù Cristo (1483; seconda stesura gennaio 1491); I dolori mentali di Gesù Cristo nella sua Passione (agosto-settembre 1488); Preghiera a Dio (1488-91); Preghiera a Gesù Cristo (1490); La vita spirituale o Autobiografia (febbraio 1491); Il felice transito del beato Pietro da Mogliano (autografo, luglio 1491); Memoria del monaco Antonio da Segovia (autografo, 30 marzo 1492); Istruzioni al discepolo (1499-1501 circa); Trattato della purità del cuore (1499-1501 circa); Lettera a una suora vicaria (2 agosto 1513); Lettera a Muzio Colonna (autografa, 6 dicembre 1515); Lettera latina a Giovanni da Fano (23 aprile 1521); Lettera a ser Battista Pucci (s.d.). Di incerta attribuzione: Distici latini a Gesù crocifisso (1479 circa); Lauda della visione di Cristo (1479-81); Versi a una religiosa (1506?); Considerazioni sulla Passione (s.d.); Novena alla Vergine (s.d.); Preghiera alla Vergine (s.d.); Preghiera eucaristica (s.d.); Sonetto a Maria (s.d.); Meditatione sopra la Cantica di Salomone (cfr. S. Serventi, Lo "status quaestionis" circa gli scritti di B. V., in Un desiderio senza misura, santa B. V. e i suoi scritti. Atti della IV giornata di studio sull'Osservanza francescana al femminile (7 novembre 2009, monastero clarisse S. Chiara, Camerino), a cura di P. Messa - M. Reschiglian - Clarisse di Camerino, Assisi 2010, pp. 99-120, in partic. p. 109, cui si rimanda anche per indicazioni sulle opere spurie). Edizioni degli scritti: Vita della b. suor B. V., in B. Cimarelli, Delle croniche dell'ordine de' frati minori… parte quarta, II, l. VII, Venetia 1621, pp. 795-817, III, lib. IV, Napoli 1680, pp. 542-615; Vita della b. B. V. …, a cura di M. Pascucci, Macerata 1680, pp. 187-238; Vita della veneranda madre suora Battista Varani, a cura di D. Passini, Macerata 1624; Acta sanctorum Maii, VII, Antverpiae 1688, xxxi Maii, De b. Baptista de Varanis, pp. 476-514; L. Della Palma, Istoria della Sacra Passione... Prima edizione bolognese alla quale si aggiungono… I dolori mentali di Gesù Cristo nella sua Passione rivelati alla B. suor B. Varani, [Bologna] 1788, pp. 517-549; Lettera esortatoria dettata da Gesù Cristo alla b. Battista Varani, Camerino 1844; I Dolori mentali… e Ricordi…, Recanati 1857; Il felice transito del B. Pietro da Mogliano…, a cura di S. Melchiorri, Recanati 1857; Vincenzo da Porto San Giorgio, Vita della beata Battista Varani, Bologna 1874, pp. 252-422; La Vita spirituale…, a cura di M. Santoni, Camerino 1880; Vita della beata Battista Varani, a cura di A.M. Marini, Camerino 1882; Le Opere spirituali…, a cura di M. Santoni, Camerino 1894; Canto in ottava rima, a cura di M. Santoni, Camerino 1897; I dolori mentali…, a cura di G. Battelli, Firenze 1923; True devotion to the Passion…, a cura di E. Dinnis, London 1924; La vita spirituale, a cura di V. Della Vergiliana, Milano 1926; I dolori mentali…, Milano 1939; La vita spirituale, a cura di M. Santoni - G. Boccanera - M. Sticco, Milano 1944; Le opere spirituali, a cura di G. Boccanera, Iesi 1958; Autobiografia, Milano 1983; I Dolori mentali…, I Ricordi…, Visioni di S. Caterina…, a cura delle Clarisse di Camerino, Milano 1985; My spiritual life…, a cura di J. Berrigan, Toronto 1989; Il felice transito …, a cura di U. Picciafuoco, Camerino 1990; Le Istruzioni al discepolo, in M. Bucuré, Camilla B. V. da Camerino: Istruzioni al discepolo - Dos dominicos testigos de un texto de espiritualidad franciscana a principio de la edad moderna, in Memorie domenicane, 2001, vol. 32, pp. 263-338; Autobiografia, a cura di S. Bracci, Camerata Picena 2002; La purità di cuore…, a cura di C.G. Cremaschi, Milano 2002; I dolori mentali …, a cura di S. Bracci, Camerata Picena 2003; La Passione…, Cinisello Balsamo 2003; Scritti sulla Passione…, a cura di P. Trovato, Cinisello Balsamo 2003; Autobiografia e i Dolori mentali…, a cura di S. Bracci, Ancona 2004; I dolori mentali… (cod. Vallicelliana F. 74), a cura di C.F. Peduzzi, Roma 2007; Il felice transito…, a cura di A. Gattucci, Firenze 2007; Autobiografia e le opere complete, a cura di S. Bracci, Vicenza 2009; Autobiografia e i dolori mentali, a cura di G. Ruggeri, Todi 2009; Histoire de mon bonheur malheureux…, a cura di B. Forthomme, Paris 2009; Naviguer dans la haute mer de Dieu. Opuscules spirituels, a cura di B. Forthomme, Paris 2010; Passione per Dio. Autobiografia e Istruzioni al discepolo, Assisi 2012; Es begann mit einer Träne… Leben und Schriften…, a cura di G. Egger, Heiligenkreuz 2012; From wordly princess to the foot of the Cross. The life and writings…, a cura di B. Thoman, Phoenix (Ariz.) 2012; Le “Istruzioni al discepolo”…, a cura di M. Reschiglian, Roma 2014; Istruzioni al discepolo, a cura di M. Reschiglian, prefazione di M. Bartoli, Firenze 2017; Trattato della purità del cuore…, a cura di S. Serventi, Firenze 2019.
Sin dal XVII secolo e poi soprattutto dalla metà dell’Ottocento, a Battista da Varano è stato dedicato un ampio numero di pubblicazioni agiografico-devozionali e di studi storico-filologici, di cui si trova una esaustiva bibliografia in S. Battista da Varano, Istruzioni al discepolo, a cura di M. Reschiglian, 2017, cit., pp. 251-270. V. inoltre Scrittrici mistiche italiane, a cura di G. Pozzi - C. Leonardi, Torino 1988, pp. 303-329; W.V. Hudon, A bridge between Renaissance and Counter-Reformation: some sources of Theatine spirituality, in A Renaissance of conflicts: visions and revisions…, a cura di J.A. Marino - T. Kuehn, Toronto 2004, pp. 337-363; Madonnas and miracles…, a cura di M. Corry - D. Howard - M. Laven, London-New York 2017, pp. 92 s.; G. Zarri, Camilla B. da V. e le scrittrici religiose…, in Ead., Figure di donne…, Roma 2017, pp. 153-162; M. Ceschia, Istruzioni… Angela da Foligno e Camilla da V., in Il Santo, LVIII (2018), pp. 363-389; V. Rak, L’esodo negli scritti…, in Analecta TOR, CXCVIII (2018), pp. 17-204; S. Serventi, Camilla B. da V., in Autographa, II, 1, a cura di G. Murano, Imola 2018, pp. 103-109; R.L. Perriello, B. da V. e Bonconte da Montefeltro…, in corso di stampa in Antonianum. È in corso, su iniziativa della Scuola superiore di studi medievali e francescani della Pontificia Università Antonianum, l’edizione critica de I dolori mentali e dell’Autobiografia a opera rispettivamente di A. Dejure e M. Reschiglian. È inoltre prevista la pubblicazione degli opera omnia, per la cura di S. Serventi, nella collana Scrittori greci e latini della Fondazione Valla. Per la tradizione manoscritta delle opere (1492-1807) e l’iconografia, cfr. Serventi, 2018 e F. Marcelli, I volti di una dinastia. I da Varano di Camerino (catal., Camerino), Milano 2001, ad indicem.