PALLAVICINO (Pallavicini), Battista
PALLAVICINO (Pallavicini), Battista (Giambattista, Gian Battista). – Nacque a Cremona nel primo decennio del XV secolo da Antonio, del ramo dei marchesi di Ravarano, e da una figlia di un Giannone dei marchesi di Saluzzo.
Ebbe un’ottima educazione, acquisita sotto la guida di Vittorino da Feltre e Guarino Veronese, ma la quiete degli studi fu turbata dai dissidi interni alla sua famiglia. Durante gli anni della formazione coltivò importanti amicizie: con Ermolao Barbaro il Vecchio e con Gregorio Correr, assieme al quale poi si sarebbe ritrovato al servizio di Eugenio IV (1431-1447), e con Gabriele da Concorezzo, in seguito maestro di retorica e grammatica a Brescia.
Fin da giovane copiò manoscritti e divenne un apprezzato calligrafo. Remigio Sabbadini (1914), studiando i manoscritti della Biblioteca apostolica Vaticana, Vat. Lat. 2371 e della Biblioteca Laurenziana di Firenze, plut. 73,1, mise in luce il suo contributo alla tradizione del De medicina di C. Celso. Anche in seguito si dedicò alla trascrizione di classici, come mostra il Giuseppe Flavio del Par. Lat. 5060. In parte o interamente autografi di Pallavicino sono il Vat. Lat. 5133, con alcuni suoi versi, il Vat. Lat. 624, con le Etimologie di Isidoro, e l’Ottob. Lat. 1199, con una sua lettera a Leodrisio Crivelli.
Intrapresa la carriera ecclesiastica, fra il 1429 e il 1435 fu arcidiacono del duomo di Torino. Entro il 1438 fu scelto da Eugenio IV come scrittore apostolico. La sua firma compare su una delle copie del decreto d’unione fra la Chiesa latina e quella greca, sottoscritta durante il Concilio di Firenze il 6 luglio 1439 (Mercati, 1945). Nel 1443 compì una missione in Toscana al fianco di Eugenio IV (Aliotti, 1769).
Il 19 gennaio 1445 prese possesso della sede vescovile di Reggio Emilia che amministrò fino alla morte: per l’occasione, secondo Fulvio Azari (Affò, 1789), Gabriele Malaguzzi gli dedicò alcuni versi latini. Celebrò la sua prima messa il 6 gennaio 1446; suo vicario fu, fra gli altri, l’umanista Francesco da Fiesso.
Risiedette in diocesi – la scelta non era scontata – anche se si spostò frequentemente a Roma, soprattutto durante il pontificato di Pio II, che lo nominò suo referendario. A Reggio abitava in una sua villa fuori città, a San Claudio; solo nei mesi invernali risiedeva nel palazzo vescovile. Secondo Giovanni Saccani (1902), ebbe in diocesi una buona accoglienza; provvide a riordinare il patrimonio episcopale; nel 1451 effettuò la ricognizione delle reliquie di s. Prospero presso l’omonimo monastero, che fece ristrutturare. Organizzò visite pastorali nel 1456 e nel 1462: la prima fu compiuta per conto del vescovo da Francesco da Fiesso, la seconda da Marco Vergnanini.
Durante l’episcopato attese alla composizione di opere di carattere devozionale e allo studio dei Padri della Chiesa, ma anche i lavori sul testo del De medicina di Celso si protrassero almeno fino al 1465. La sua opera maggiore fu senz’altro la Historia flendae crucis stampata a Parma presso I Padri della Certosa già nel 1477 e poi più volte riproposta. Dedicata a Eugenio IV, narra la morte e passione di Cristo, non scostandosi dal racconto dei Vangeli canonici.
Fra le opere precedenti l’episcopato, l’eulogium ficus (Biblioteca apostolica Vaticana, Barb. Lat. 42, cc. 284r-287r). Affò (1789) rivendicava a Pallavicino una lettera del 1443, invece stampata fra quelle composte in nome e per conto di Battista da Gerolamo Aliotti. Intorno al 1450 risale la Responsio pro Lucretia (Sabbadini, 1919); l’epitaffio di Giberto da Correggio va posto intorno al 1455 (Bertalot, 1924). Opere di datazione dubbia sono: la Recomendatio animae in extremis (nella princeps dell’Historia, poi in Affarosi, 1733, ma attribuita da Affò a Mariano monaco certosino); l’Oratio ad beatam Virginem (nella princeps della Historia, poi in Lamma, 1892); un elogio di Virgilio, una Salutatio cum deprecatione ad Beatam Virginem, di 42 versi, e un distico: inc. «Livor edax» (Bertalot, 1924). Una nota di possesso e sei versi su Virgilio sono editi da Mercati (1919). Al pontificato di Pio II (1458-1464) risalgono un epitaffio per Guarino Veronese (Young, 1976) e due componimenti dei libri epaeneticorum dedicati a Piccolomini (Avesani, 1968 ne presenta alcuni versi). Le due lettere più recenti sono quelle a Leodrisio Crivelli del 13 luglio 1465 (Forner, 2004) e quella ad Alberto Parisi, del 1° dicembre 1465, sul codice di Celso della Biblioteca Laurenziana, plut. 73,1 (Mehus, 1759; Bandini, 1776). Francesco da Fiesso dedicò a Battista il suo Liber de visitatione.
Pallavicino fu sostenitore dell’azione politica di Pio II e, stando alle voci riportate da Gasparo da Verona nella sua vita di Paolo II (Zippel, 1904-11), il suo nome circolò come suo potenziale successore. Dopo l’elezione di Paolo II (1464), non mutò posizione, e protesse gli intellettuali 'pieschi'. Forse per questi malumori e risentimenti, fu accusato di praticare l’arte magica, come ricorda Affò (1789), che ritiene infondata l’imputazione.
Morì a Reggio Emilia il 12 maggio 1466; la tomba con l’epitaffio è ora conservata nel museo civico di Reggio.
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Modena, Giurisdizione Sovrana; Arch. di Stato di Reggio Emilia, Archivi Giudiziari, filza Atti del foro ecclesiastico e di notai vescovili sec. XV, e cartella Scritture riguardanti la chiesa di S. Prospero; Reggio Emilia, Archivio Vescovile, Fondo Sacre Visite Pastorali, filza 1/2; Ibid., Archivio Capitolare del Duomo; F. Ughelli, Italia Sacra sive de Episcopis Italiae, II, Venezia 1717, cc. 311-312; J.A. Fabricius, Bibliotheca Latina mediae et infimae latinitatis, I, Hamburg 1734, p. 454 (nell’edizione cum supplemento Christiani Schoettgenii jam a P. Joanne Dominico Mansi, I, Firenze 1858, p. 159); C. Affarosi, Memorie istoriche del monastero di S. Prospero di Reggio, II, Padova 1737, pp. 344 s.; A. Traversari, Latinae epistolae, a cura di L. Mehus, I, Firenze 1759, p. XLIV; N. Tacoli, Memorie storiche di Reggio, III, Carpi 1769, pp. 243, 711; G. Aliotti, Epistolae et opuscula, I, Arezzo 1769, pp. 80-82; A.M. Bandini, Catalogus codicum Latinorum Bibliothecae Mediceae Laurentianae, III, Firenze 1776, col. 20; I. Affò, Memorie degli scrittori e letterati parmigiani, II, Parma 1789, pp. 242-258; C. De’ Rosmini, Idea dell’ottimo precettore nella vita e disciplina di Vittorino da Feltre, Bassano 1801, pp. 317-319; P. Litta, Celebri famiglie italiane, Famiglia Pallavicino, VIII, s. p.; G. Panciroli, Storia della città di Reggio, II, 5, Reggio Emilia 1846, pp. 45, 53 s.; E. Lamma, Intorno ad alcune rime di Leonardo Giustiniani, in L’Ateneo Veneto, XVI (1892), pp. 197-199; G. Saccani, I vescovi di Reggio Emilia. Cronotassi, Reggio-Emilia 1902, pp. 105-108; G. Zippel, Le vite di Paolo II di Gaspare da Verona e Michele Canensi, in Rerum Italicarum scriptores, II ed., III/16, Città di Castello 1904-11, p. 5n; U. Dallari, Il Regio Archivio di Stato di Reggio nell’Emilia, Rocca S. Casciano 1910, p. 85; Hierarchia catholica Medii Aevi, sive summorum Pontificum, II, a cura di K. Eubel, II ed., Münster 1914, p. 247; R. Sabbadini, Storia e critica dei testi latini, Catania 1914, pp. 313-315 (II ed., Padova 1971, pp. 217, 220 s., 230); A. Mercati, Per la storia letteraria di Reggio-Emilia, in Atti e Memorie della Regia Deputazione di storia patria per le provincie Modenesi, s. 5, XII (1919), pp. 76-78; R. Sabbadini, Epistolario di Guarino, III, Venezia 1919, pp. 199 s., 400 s.; L. Bertalot, Uno zibaldone poetico umanistico del Quattrocento a Praga, in La Bibliofilia, XXVI (1924), pp. 60, 63 s., 135 s., 144 (poi in Id., Studien zum italienischen und deutschen Humanismus, I, Roma 1975, pp. 387-409); A. Mercati, Il decreto d’unione del 6 luglio 1439 nell’Archivio Segreto Vaticano, in Orientalia Christiana Periodica, XI (1945), p. 35; S. Prete, Two humanistic anthologies, Città del Vaticano 1964, p. 62; Id., Humanistic and Renaissance Studies in Review, in Traditio, XXXII (1966), pp. 458-460; R. Avesani, Epaeneticorum ad Pium II Pont. Max. libri V, in Enea Silvio Piccolomini Papa Pio II, a cura di D. Maffei, Siena-Varese 1968, pp. 56, 60-62; G. Billanovich, Milano, Nonantola, Brescia, in La cultura antica nell’Occidente latino dal VII all’XI secolo, I, Spoleto 1975, pp. 331, 337; P.F. Young, B. P. and His Unpublished Epithaphs for Guarino Veronese, in Interrogativi dell’Umanesimo, I, Essenza, persistenza, sviluppi. Atti del IX Convegno internazionale del centro di Studi Umanistici (1972), a cura di G. Tarugi, Firenze 1976, pp. 19-29; F. Milani, Repertorio in regesto delle “scritture” conservate nell’Archivio Capitolare del Duomo di Reggio Emilia, in Presiedere alla carità: studi in onore di mons. Gilberto Baroni, a cura di E. Mazza - D. Gianotti, Genova 1988, pp. 549-558; É. Pellegrin et al., Les manuscrits classiques latins de la Bibliothèque Vaticane, III, Paris 1991, pp. 553 s. (descrizione del Vat. Lat. 2371); R. Lasagni, Dizionario biografico dei parmigiani, III, Parma 1999 pp. 755 s.; F. Forner, Pio II e B. P. vescovo di Reggio nell’Emilia, in Rhegii Lingobardiae, Reggio Emilia 2004, pp. 93-109; A. Ardu, Gabriele da Concorezzo maestro a Brescia nel XV secolo, in Profili di umanisti bresciani, a cura di C.M. Monti, Travagliato 2012, pp. 77, 81-83, 89 s., 99; Z. Davoli, I vescovi di Reggio da B. P. a Ugo Rangone (1444-1540), in Storia della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, a cura di G. Costi - G. Giovanelli, II, Brescia 2012, pp. 295-301.