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BATTOSI

di Silvano Borsari - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 7 (1970)
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BATTOSI

Silvano Borsari

Famiglia e compagnia di mercanti lucchesi, le cui fortune, nella seconda metà del sec. XIII ed all'inizio del XIV, derivarono dai rapporti che essi strinsero con la corte angioina. Tali rapporti cominciarono a stabilirsi sin dal 1268, quando Castoro Battosi prestò alla Camera regia, insieme con altri mercanti lucchesi, una certa somma di danaro, e col passare del tempo divennero sempre più intensi. L'amicizia angioina poteva indubbiamente avere conseguenze negative - così nel 1272, allo scoppio della guerra tra Genova e Carlo I, i soci di Orlando Battosi furono obbligati dal vicario regio in Toscana ad abbandonare Genova - ma i vantaggi che presentava erano di gran lunga prevalenti. Il campo di azione dei B. si estese alla Provenza, ed anche la Camera apostolica cominciò ad utilizzarli per le sue operazioni finanziarie quali il parziale deposito della raccolta delle decime del Portogallo e le sovvenzioni, durante la guerra del Vespro, a Carlo I d'Angiò. A questo in diverse riprese anticiparono somme anche importanti, sia di loro proprietà sia del denaro della Camera apostolica depositato presso di loro, mentre contemporaneamente provvedevano all'acquisto di viveri ed armi per le operazioni militari contro la Sicilia. Quindi, mentre il campo della loro attività andava sempre più estendendosi (nel 1283 è testimoniata la presenza di loro soci anche a Pisa), Napoli diventava sempre più il centro dei loro affari, per cui nel 1284 vi acquistarono una bottega.

Anche sotto Carlo II essi continuarono ad essere tra i principali banchieri della Camera regia, e ci è giunta notizia di un prestito da essi concesso nel 1291, di cui non conosciamo l'ammontare, ma che doveva essere notevole, se per il suo pagamento venivano obbligate la decima della Provenza, tutto il danaro dei proventi del Regno, nonché 20.000marche di cui Alfonso d'Aragona era debitore a Carlo II. Naturalmente la benevolenza di quest'ultimo si manifestò anche con la concessione di onori, come la nomina a valletto e familiare regio concessa nel 1292 a Francesco Battosi. Anche in seguito le relazioni con gli Angioini furono strette, almeno fino al 1313, quando Roberto concesse per un anno a Gerardo Battosi ed alla sua società le zecche di Napoli e di Brindisi per la coniazione di moneta piccola: essi avrebbero trattenuto parte dei redditi derivanti da detta coniazione per soddisfare i crediti che vantavano nei confronti del sovrano. È questa l'ultima transazione finanziaria importante da essi stipulata: subito dopo, la instaurazione della signoria ghibellina in Lucca portò al loro esilio, per cui essi si rifugiarono nel Regno di Napoli, anche per i buoni uffici di Giovanni XXII. Contemporaneamente deve essere scomparsa anche la loro compagnia, sia per questi avvenimenti, sia per la concorrenza fiorentina nel Regno, che in generale vi eliminò, o ridusse di molto, l'attività dei mercanti lucchesi.

Fonti e Bibl.: C. Minieri Riccio, Saggio di codice diplomatico, Supplemento I, Napoli 1882, nn. 38, 48; A. De Boüard, Actes et lettres de Charles Ier, roi de Sicile, concernant la France, Paris 1921, nn. 634, 675; Id., Documents en français des archives angevines de Naples (Règne de Charles Ier), Les comptes des trésoriers, Paris 1935, n. 265; Les registres de Nicolas III (1277-1280), a cura di J. Gay-S. Vitte, Paris 1898-1938, nn. 82, 83; Jean XXII, Lettres communes, analysées... par G. Mollat, Paris 1904-1946, n. 2100; Gli atti perduti della cancelleria angioina transuntati da Carlo de Lellis, parte I, a cura di B. Mazzoleni, Roma 1939-1943, reg. VIII, nn. 300, 308, 328; IX, n. 521; X, nn. 105, 584; Documenti delle relazioni tra Carlo I d'Angiò e la Toscana, a cura di S. Terlizzi, Firenze 1950, passim; I Registri della Cancelleria angioina ricostruiti da Riccardo Filangieri, X, Napoli 1957, p. 215; G. Yver, Le commerce et les marchands dans l'Italie méridionale au XIII et au XIV siècles, Paris 1903, pp. 225 s., 263; R. Caggese, Roberto d'Angiò e i suoi tempi, I, Firenze 1922, pp. 555 s.; L. Mirot, Etudes lucquoises, in Bibl. de l'école des chartes, LXXXVIII (1927), pp. 51 s.

Vedi anche
Ghibellini Sostenitori della fazione tedesca capeggiata dagli Hohenstaufen, signori di Waibling (da cui il nome) e duchi di Svevia, in contrapposizione ai Guelfi. Carlo I d'Angiò re di Sicilia Carlo I d'Angiò re di Sicilia. - Figlio (n. 1226 - m. Foggia 1285) di Luigi VIII di Francia, ebbe la contea d'Anjou e del Maine. Ottenuta la Provenza, per il matrimonio con l'erede Beatrice di Provenza (1246), acquistò nel 1258 la contea di Ventimiglia, cui poté poi aggiungere Cuneo (1259) e altre terre ... Regno di Napoli Entità statale sorta nel Mezzogiorno continentale alla fine del 13° sec., dopo la rivolta dei Vespri siciliani e il conseguente distacco della Sicilia. angioini, aragonesi e asburgo Parte integrante del Regno di Sicilia durante l'età normanna e sveva, il Napoli, Regno di di Napoli, Regno di diventò entità ... Lucca Città della Toscana (185,5 km2 con 83.228 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. Sorge nella pianura del Valdarno Inferiore fra i Monti d’Oltreserchio e il M. Pisano, a breve distanza dalla sponda sinistra del Serchio. Il suo abitato è circondato dalla cinta delle mura (4 km) iniziate nei primi anni ...
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