BAUDOA (A. T., 116-117)
Vasto altipiano posto nel centro della Somalia meridionale tra l'Uebi Scebeli e il Giuba, ad un'altezza di circa 500 m. s. m. L'altipiano, costituito da calcari compatti del Giurassico, sorge assai ripido al suo margine SE., ove sormonta di un'ottantina di metri i graniti della regione di Buracaba. Estese zone di terreno alluvionale, molto argilloso ma abbastanza fertile, fanno del Baidoa una zona particolarmente adatta alle colture indigene non irrigue, specialmente a quella della dura. Esso costituisce infatti una tra le regioni più intensamente abitate da popolazioni in parte almeno sedentarie, appartenenti al ceppo dei Rahanuin Elai, i cui villaggi sono qui molto fitti e numerosi, muniti tutti di grandi serbatoi scoperti - i cosiddetti uar - onde gli abitanti attingono l'acqua per sé e per il bestiame.
Il Baidoa fu attraversato per la prima volta dal Bottego e dai suoi compagni all'inizio della seconda spedizione (1895); il 15 dicembre 1907 vi ebbe luogo, presso il villaggio di Baccallè, un sanguinoso scontro tra una banda abissina, discesa a scopo di razzia dall'altipiano Arussi, e un manipolo di ascari comandato dai capitani Molinari e Bongiovanni, i quali, sopraffatti dal numero, vi perdettero ambedue la vita.
L'occupazione italiana del Baidoa data dal 1913 ed ebbe luogo pacificamente. Fu subito costruito un forte in località Iscia Baidoa presso la sorgente omonima, alla quota di m. 485 s. m. Già capoluogo di commissariato, ora di residenza dipendente dal commissariato del centro, Iscia Baidoa ha pochi edifici di carattere europeo, per la maggior parte adibiti a uffici. È collegata a Mogadiscio mediante una stazione radiotelegrafica; e la ferrovia costruita attualmente da Mogadiscio fino a Bivio Adalei dovrà essere inoltrata fino a Iscia Baidoa. Il villaggio indigeno, abitato essenzialmente da Elai, è creazione tutta recente, in rapporto con la residenza italiana; però sul ciglio dell'altipiano, a breve distanza da questa, si vedono tuttora rovine di costruzioni attribuite agli Agiuràn che accennano all'importanza assunta da questa località anche in altri tempi.
Poco lontano dalla sorgente il torrente che ne è alimentato forma una graziosa cascata e scende ad irrigare lussureggianti coltivazioni di banane, papaie, kapok, cotone, ortaggi, ecc.