BAYEUX
(lat. Augustodurum, Civitas Baiocassium)
Città della Francia settentrionale, in Normandia (dip. Calvados), sede vescovile, B. è situata sulla riva del fiume Aure, nella pianura del Bessin, ricca di affioramenti di calcare giurassico (una delle varianti della pietra c.d. di Caen, particolarmente valida come pietra da taglio per uso edilizio). Denominata Baiocas (intorno al 400), Baiex, Baieus (nel Roman de Rou di Robert Wace, 1155) e Baieux (nel 1200), la città, di antica fondazione (tavola Peutingeriana, Vienna, Öst. Nat. Bibl., Vind. 32d), centro principale dei Galli Bodiocassi, venne a trovarsi lungo la strada romana che collegava Lisieux a Coutances e a costituire, inoltre, il punto di arrivo dell'asse viario proveniente da Le Mans e dalla Loira attraverso Vieux. Dell'insediamento antico è possibile ricostruire il foro con un tempio, resti di terme (sotto la chiesa di Saint-Laurent), alcuni sobborghi e una necropoli; il suo approvvigionamento idrico era assicurato da un acquedotto proviente da Mondaye.Alla fine del sec. 3° fu costruita intorno alla città una cinta muraria dal tracciato quadrangolare (corrispondente alle od. rues Larcher, des Bouchers, Royale, de la Poterie, Tardif), che si conservò intatta attraverso il Medioevo; fu modificata solo dopo il 1357 per avvicinarla alla cattedrale lungo il lato settentrionale. Città episcopale - il primo vescovo fu s. Essuperio, nel sec. 4° - B. assurse, con la conquista normanna (890), a sede di visconti e residenza di duchi. Al palazzo costruito da Riccardo I intorno al 960 e alle fortificazioni del sec. 11° (raffigurati nel ricamo di B., oggi nella Tapisserie de B.) segue la costruzione di un donjon, edificato da Enrico I e più tardi rimaneggiato; è indicato nelle piante di Jollain, della metà del sec. 17°, e di Le Febvre, del 1736 (Caen, Arch. Dép. du Calvados, 5 Pl. 1), entrambe fonti di notizie sulla posizione del castello, distrutto nel 1803, e delle torri. Il sec. 11° rappresentò per la città un periodo di notevole sviluppo, che coincise con la costruzione della cattedrale da parte del vescovo Oddone di Conteville, fratello uterino di Guglielmo il Conquistatore, che fece innalzare anche un palazzo vescovile, oggi scomparso. Città mercantile, centro di fiere e commerci, B. risentì della guerra civile del 1105-1106 e dei disordini del sec. 12°; il suo sviluppo riprese a partire dal 1204 e nel corso del Duecento furono ricostruiti la cattedrale e il palazzo vescovile. È attestata l'esistenza di statuti comunali a partire dal 1195 (Stapleton, 1840-1844).Tra gli edifici perduti, ma testimoniati da documenti antichi o da scavi, si ricordano, oltre al palazzo comunale, che sorgeva lungo l'od. rue des Cuisiniers, e al castello, la chiesa di Saint-Vigor, del tardo sec. 11°, nota attraverso il Monasticon Gallicanum, la chiesa di Saint-Floxel, distrutta nel 1709, che era circondata da una vasta necropoli di origine gallo-romana (gli scavi risalgono al 1846) e i magazzini del sale del sec. 12°, demoliti alla fine dell'Ottocento.La costruzione della cattedrale di Notre-Dame fu intrapresa poco prima del 1049 per volontà del vescovo Ugo, ma i lavori si svolsero sostanzialmente al tempo del suo successore, Oddone; dell'edificio, consacrato nel 1077, rimangono la cripta, divisa da file di colonne in più navate coperte da volte a crociera e conclusa da un'abside semicircolare, le torri di facciata, rimaneggiate in età gotica e, sotto il rivestimento murario duecentesco, importanti elementi della campata di incrocio, venuti alla luce durante i lavori eseguiti nel 1856 per il consolidamento delle fondazioni della torre nolare. Se è possibile ricostruire l'alzato della navata romanica (grandi arcate, tribune, passaggio a muro) e il transetto con galleria lungo il perimetro di ciascun braccio, come nell'abbaziale di Notre-Dame a Jumièges, si ignora invece quale fosse la disposizione del coro. L'esempio della cattedrale di B. costituisce una delle tappe fondamentali nell'evoluzione della tipologia della facciata normanna a due torri verso la façade harmonique realizzata nell'abbaziale di Saint-Etienne a Caen. I capitelli romanici, rinvenuti nel 1856 all'interno dei pilastri della crociera e ora nella cripta della cattedrale, presentano un'ornamentazione a morbide foglie d'acanto e scene figurate (Incredulità di s. Tommaso, Anima in seno a Dio) il cui stile grafico attesta rapporti con l'arte anglosassone; l'insieme è rappresentativo di uno degli indirizzi della scultura normanna del sec. 11°, di cui si conservano solo poche tracce, a Rouen e a Mont-Saint-Michel, espressione di analoghe ricerche.La cattedrale romanica, incendiata nel corso dell'assedio del 1105, dovette essere in parte riedificata. Si può attribuire agli anni 1105-1120 (Thirion, 1974) un primo rifacimento della navata e della torre sull'incrocio; alla stessa campagna di lavori appartengono i rilievi situati nello spazio triangolare di risulta tra le grandi arcate - raffiguranti serpenti intrecciati, grifoni, draghi, acrobati, nonché l'immagine del vescovo - il cui stile evidenzia rapporti con l'arte anglo-scandinava, con la miniatura normanna di Saint-Ouen a Rouen e di Préaux, oltre a lontane reminiscenze orientali.Si ignora del tutto l'entità degli interventi che seguirono immediatamente il secondo incendio, verificatosi nel 1160. Verso la fine del sec. 12° il vescovo Enrico (1165-1205) avviò la ricostruzione di gran parte dell'edificio, attuata in differenti fasi: restauro delle grandi arcate della navata e riedificazione delle navate minori; ricostruzione integrale della zona absidale (coro a quattro campate e deambulatorio con cappelle radiali) tra il 1230 e il 1240 al tempo dei vescovi Roberto d'Ablèges e Tommaso di Fréauville; costruzione, intorno al 1245-1250, da prima degli ordini superiori della navata centrale e successivamente di quelli della campata compresa tra le due torri. Nella seconda metà del Duecento venne ripristinato il transetto, conservando la struttura romanica della torre sull'incrocio; da ultimo fu eseguito il coronamento delle torri di facciata, mentre nel Trecento furono aggiunte cappelle lungo le navate minori.L'alzato del coro a tre ordini, caratterizzato da un alto triforio, riflette le soluzioni adottate nella cattedrale di Saint-Pierre a Lisieux (1226 ca.). Le colonne gemine dell'emiciclo absidale riprendono gli esempi di Saint-Etienne a Caen, della cattedrale di Lisieux e della chiesa di Norrey-en-Bessin. Nel complesso, e in particolare nell'ornato plastico, l'edificio ha forme peculiari di uno stile gotico propriamente normanno, salva però la navata, che ha invece accenti diversi, con il suo ordine di altissime finestre, sottolineate, al di sopra delle grandi arcate, da una balaustra che simula uno stretto piano intermedio. Lo stesso alzato (che influenzò in seguito le abbaziali di Longues e di Ardenne e il coro della parrocchiale di Bernières-sur-Mer) appare ripreso nel transetto, con l'aggiunta peraltro di un ricchissimo partito di arcature cieche e di quadrilobi applicati alla parete. Il coronamento della torre sull'incrocio, di impronta già vicina allo stile rinascimentale, fu iniziato alla fine del Quattrocento per volere di Louis d'Harcourt.I portali della facciata sono un'aggiunta gotica applicata contro le torri romaniche: quello centrale è però interamente rifatto (1778) e sono scomparse le sculture originarie (senza dubbio una Glorificazione della Vergine), che sussistono invece nella lunetta e sulle modanature della strombatura del portale nord (scene della Passione di Cristo) e di quello sud (Giudizio universale). Queste modanature scolpite vennero in parte rifatte nel 1889, ma gli elementi originari superstiti hanno forme allo stesso tempo vivaci ed eleganti, databili intorno al 1260-1270 (Thirion, 1974). Sul fianco meridionale del transetto si trova un portale tardoduecentesco dedicato a s. Tommaso Becket.Al di sopra del portale occidentale una vetrata del sec. 13°, restaurata, contiene storie della Vita della Vergine.Nel tesoro della cattedrale sono custoditi un armadio gotico (sec. 13°-14°) con riquadri dipinti e guarnizioni in ferro battuto, un cofanetto eburneo islamico (sec. 12°-13°), la pianeta c.d. di s. Regnoberto (sec. 12°), ricamata in oro su fondo blu, nonché una cattedra vescovile pieghevole in ferro con decorazioni in rame smaltato (sec. 14°).La sala capitolare della cattedrale fu edificata dal vescovo Enrico intorno al 1200 a pianta rettangolare e, originariamente, a volte ogivali esapartite; nel Trecento essa venne sopraelevata, suddivisa in due piani e dotata di una nuova copertura; in alzato presenta all'interno basse arcature sormontate da alte finestre inquadrate da colonne con modanature ad anello lungo il fusto. La cappella del Seminario, risalente agli inizi del Duecento, fu realizzata dalle stesse maestranze attive nel coro della cattedrale e presenta una navata unica terminante in un'abside emiesagonale, con basse arcature e finestroni gotici.Tra i resti di case medievali che sussistono a B. si ricordano le vestigia di un edificio del sec. 13°, con alto camino cilindrico sormontato da un elemento piramidale in pietra, che è stato talora erroneamente identificato come 'lanterna dei morti'; una casa 'a graticcio', lignea, con un piano in aggetto poggiante su due colonne in pietra (sec. 14°), all'angolo tra le od. rues Saint-Martin e des Cuisiniers; la casa d'angolo tra le rues Saint-Martin e Franche, quattrocentesca; i resti dei magazzini del sale.Numerosi sono i tratti superstiti di murature e basamenti di costruzioni medievali, come per es. gli ambienti coperti da volte ogivali (secc. 14°-15°) che ospitano il Mus. Baron Gérard, nell'antico palazzo vescovile, e le fondamenta duecentesche dell'Hôtel-Dieu.B. conserva infine un lapidarium della cattedrale, che raccoglie le sculture romaniche rinvenute nel 1856, oltre a statue e mensole dei secc. 12°, 13° e 15°, già in opera nella struttura della chiesa fino ai restauri dell'Ottocento.
Bibl.:
Fonti. - G. Hermant, Histoire du diocèse de Bayeux, Caen 1705; Gallia Christiana, XI, Paris 1759, coll. 346-465; Serlone di Bayeux, Oeuvres, a cura di V.E. Pillet, Bayeux 1839; Orderico Vitale, Historia Ecclesiastica, a cura di A. Le Prévost, II, Paris 1840, pp. 219, 305, 431; T. Stapleton, Magni Rotuli Scaccarii Normanniae, 2 voll., London 1840-1844: I, pp. 263-264; II, pp. 378, 475; Raul Tortaire, a cura di E. De Certain, BEC 16, 1855, pp. 489-521; Monasticon Gallicanum, a cura di M. Peigné-Delacourt, 2 voll., Paris 1877; M. Béziers, Mémoires pour servir à l'état historique et géographique du diocèse de Bayeux, a cura di G. La Hardy, 3 voll., Rouen-Paris 1894-1896; Guglielmo di Jumièges, Gesta normannorum ducum, a cura di J. Marx, Rouen 1914, pp. 24, 34, 41, 171, 218; Robert Wace, Roman de Rou, a cura di A.J. Holden, 3 voll., Paris 1970-1973.
Letteratura critica. - Historical and Descriptive Essayes accompanying a series of Engraved Specimens of the Architectural Antiquities of Normandy, London 1828 (18742); F. Pluquet, Essai historique sur la ville de Bayeux, Caen 1829 (rist. Marseille 1977); A. de Caumont, Statistique monumentale du Calvados, II, Caen 1857, pp. 454-503; P. de Farcy, Bayeux en 1780, Mémoires de la Société d'Agriculture, Sciences, Arts et Belles Lettres de Bayeux 9, 1882, pp. 201-214; J. Vallery-Radot, La cathédrale de Bayeux, Paris 1922 (19582, con bibl.); E. de Laheudrie, Recherches sur le Bessim, 2 voll., Bayeux 1945; La Tapisserie de Bayeux, Paris 1957; R. Liess, Der frühromanische Kirchenbau in der Normandie, München 1967, pp. 111-116, 139-148; J. Thirion, La cathédrale de Bayeux, CAF 132, 1974, pp. 240-285; M. Baylé, Les débuts de la sculpture romane en Normandie (in corso di stampa).M. Baylé
Il ricamo di B., detto anche, impropriamente, arazzo, venne realizzato da ricamatrici anglosassoni, probabilmente a Canterbury, tra il 1066 e il 1082. È eccezionalmente lungo e stretto, quasi un fregio su lino (m. 700,50).Fu commissionato da Oddone, fratellastro di Guglielmo il Conquistatore, allora conte del Kent e vescovo di B., per celebrare la conquista normanna dell'Inghilterra - vista dalla parte dei vincitori - come pure gli eventi che l'avevano preparata, ponendo in particolare rilievo, o meglio enfatizzando, il ruolo di Oddone nell'evento.Il ricamo mostra, non senza accenti ironici, la sconfitta degli Anglosassoni, secondo una tipica tradizione insulare di narrazione epica realizzata con la tecnica del ricamo; nello stesso tempo, segue una tradizione letteraria francese, quella della chanson de geste, cui lo stesso Oddone sembra essere stato personalmente legato.La narrazione ha inizio con il ritratto di Aroldo II, allora conte, che viene mandato in missione presso il duca Guglielmo dal re Edoardo il Confessore, e continua con i particolari delle sue vicende, presentandolo quale alleato di Guglielmo, pronto a giurare di sostenerlo. Si passa quindi al ritorno di Aroldo in Inghilterra, cui segue il suo consenso a ricevere la corona, dopo la morte di Edoardo, e i successivi avvenimenti sino alla battaglia di Hastings, che occupa nel ricamo uno spazio piuttosto ampio.L'opera, di esecuzione probabilmente secolare, fu realizzata per uno dei palazzi di Oddone e non c'è dubbio che questi la donò o lasciò in eredità alla cattedrale di B., dove fu conservata per secoli prima di essere trasferita in un museo appositamente allestito (Tapisserie de B.).Il ricamo di B. può essere considerato un documento storico, ma va interpretato con estrema cautela, dato che in ultima analisi costituisce il tentativo del conquistatore di giustificare la propria conquista. In ogni caso si tratta di un documento di storia sociale di un'importanza senza confronti, dal momento che ritrae in maniera notevolmente particolareggiata il modo di vivere, le caratteristiche, gli oggetti e il costume del tempo, visti da un contemporaneo.
Bibl.: The Bayeux Tapestry, a cura di F. Stenton, London 1957 (19652); The Bayeux Tapestry, a cura di D.M. Wilson, London 1985; C.R. Dodwell, The Pictorial Art of the West 800-1200, Harmondsworth (in corso di stampa).C.R. Dodwell