BCE
– Sigla di Banca centrale europea, l'istituzione responsabile della conduzione della politica monetaria nei paesi che adottano l’euro (la cosiddetta eurozona). Fondata il 1° luglio 1998, la BCE ha assunto le sue funzioni il 1° gennaio 1999 e ha sede a Francoforte sul Meno (Germania). Insieme alle banche centrali nazionali dei paesi dell’eurozona, essa costituisce l’eurosistema (v.). Giuridicamente la BCE trova il proprio fondamento nel Trattato di Maastricht (1992), secondo il quale i paesi europei con un grado di stabilità economica e finanziaria sufficiente (misurato da parametri riguardanti inflazione, finanza pubblica, tassi di interesse e di cambio), avrebbero adottato una moneta unica, l’euro (v.), e istituito una banca centrale comune. Secondo il Trattato, la politica monetaria della BCE avrebbe avuto come obiettivo la stabilità dei prezzi e, fatta salva quest'ultima, la BCE avrebbe contribuito al raggiungimento degli obiettivi generali dell’Unione Europea. Le decisioni della BCE sono prese dal Consiglio direttivo (CD), formato dai governatori delle banche centrali aderenti all’euro e da sei membri della BCE residenti a Francoforte, nonché da un Comitato esecutivo (CE), formato da questi ultimi sei. Il CD ha poteri decisionali, mentre al CE spettano la gestione ordinaria (compresa l’attuazione della politica monetaria secondo le linee dettate dal CD) e altri poteri specifici assegnati dal CD; il presidente è responsabile di entrambi gli organi. I membri del CE sono nominati dal Consiglio europeo, previa approvazione del Parlamento europeo, con mandato di otto anni non rinnovabile. Nell’attuazione dei suoi compiti la BCE è indipendente, ossia non riceve istruzioni da autorità europee, nazionali o di altro genere. Al primo presidente della BCE, l’olandese W. Duisenberg, è succeduto nel novembre 2003 il francese J.C. Trichet; il terzo presidente, l’italiano Mario Draghi, ha assunto i poteri nel novembre del 2011. La BCE, per attuare la politica monetaria, coordinando le banche centrali nazionali, acquista e vende titoli sul mercato, normalmente con patto di riacquisto (pronti-contro-termine), concede finanziamenti alle banche contro garanzie collaterali (v.) e determina le condizioni di queste operazioni, fissandone la scadenza e altre modalità fra cui, talora, il tasso di interesse. Gli interventi della BCE influenzano la liquidità del sistema bancario e i tassi di interesse sul mercato, e indirettamente tutta l’economia dell’eurozona. Con l’approfondirsi della crisi finanziaria, nell'estate del 2011 la BCE ha ampliato e intensificato le proprie operazioni per stabilizzare i mercati, acquisendo, fra l’altro, consistenti quantitativi di titoli sovrani per venire incontro alle difficoltà di diversi paesi dell’eurozona in crisi di liquidità (v. eurogruppo). L’insieme dei criteri analitici e degli indicatori statistici di riferimento usati dalla BCE per prendere le proprie decisioni di politica monetaria costituiscono la cosiddetta 'strategia' della politica monetaria: le analisi comprendono il settore reale dell’economia (domanda, produzione, costi, mercato del lavoro, conti con l’estero ecc.) e quello monetario e finanziario (dinamica degli aggregati monetari e creditizi, tassi di interesse ecc.), giungendo infine, attraverso la loro sintesi, a una valutazione complessiva. Le decisioni di politica monetaria sono presentate nel corso di conferenze stampa mensili tenute dal presidente e ulteriormente spiegate nelle pubblicazioni della BCE. Oltre alla politica monetaria, la BCE svolge, con il resto dell’eurosistema, altre funzioni collegate, fra cui di particolare rilievo ha l’organizzazione del sistema dei pagamenti interbancari.